Animal.

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Ho deciso di aggiornare anche oggi perché è il compleanno di Álvi. 💕😋

-Mi raccomando, non dirlo a nessuno. Mi fido di te.-
Ció mi aveva detto Behati prima di raccontarmi la sua storia, così terribilmente toccante.
Era stato così assurdo sentirla parlare per più di due minuti, mai si era aperta con me come durante la festa.
Le sue parole continuavano a venirmi in mente mentre preparavo la valigia.
Sarei tornato a Barcellona, avrei lasciato il Kenya una volte per tutte.
Era così strano immaginare che il giorno dopo non sarei andato dai miei ragazzi ma sarei stato sul divano a guardarmi non so quale programma.
Mi sarebbero mancati quei loro volti furbi e sporchi di terra per aver giocato a calcio, in quel campo pieno di terra e non a norma.
Mi sarebbero mancate quelle donne così povere ma con un cuore immenso. Mi sarebbe mancato Babu e le sue frasi senza senso, e anche Jane, che alla fine aveva imparato ad apprezzarmi.
E poi, come potevo dimenticare il cielo tinto di rosso che si specchiava nelle scure acque dell'oceano? E la quantità di changaa consumata sotto le stelle?
Fare le valigie non era mai stato così complicato, avevo il Mal d'Africa solo al pensiero.

-Te ne torni in Europa, eh? Mi mancherà prenderti di mira, belloccio che non sei altro.-
Jane aveva gli occhi lucidi mentre mi abbracciava.
I suoi capelli mi solleticarono il viso, ma non ci feci molto caso. Ero così triste all'idea che non avrei più potuto bisticciare con lei.
-Anche a me, rossa acida.- Le feci il verso, staccandomi da lei. Jane mi fece la linguaccia, incrociando le braccia sotto il seno. -Però ci vedremo ad un tuo concerto.

Alzai le braccia, intenzionato a darle il beneficio del dubbio.
Non ero molto certo che tornato in Europa avrei ricominciato a fare concerti, ma forse avrei ricominciato a suonare. Era già un passo avanti.

-Vedremo.- Feci per andare a salutare Kevin, quando lei mi fermó trattenendomi per un braccio.
La guardai con aria interrogativa, mentre lei si avvicinava al mio orecchio destro. -Ti ho messo nella tasca il diario di Behati. Lo lascia sempre in giro.

[...]

-Ti sembra una buona idea, Álvaro?-

Ci avevo pensato tanto a quella decisione, prima di decidere di disfare le valigie.
Ancora non ero pienamente convinto che fosse una buona idea, ma ero deciso ad andare fino in fondo.
Annuii, stringendomi al petto il diario di Behati.
Quando Jane me lo aveva dato, mi ero promesso di non sbirciarlo.
Peccato che fu davvero più forte di me infrangere quella promessa che mi ero fatto.
C'era stata una pagina in particolare che mi aveva colpito.
Le sue parole mi erano rimaste stampate in testa, e non sembravano intenzionate ad andare via dai miei pensieri.

'Álvaro se ne andrà e non lo rivedrò più, già lo so. Già so che tornerà a Barcellona e mi lascerà alle spalle. Che mi aspettavo, è sempre stato così. Con Marco, è stato così. È tornato a Milano dopo avermi illuso con stupide promesse, e poi non si è fatto più sentire. Mi ero ripromessa di non legarmi più con nessun volontario, ma  con Álvaro è stato diverso. Lui é tormentato, quasi quanto me. Ci siamo trovati, ci sosteniamo a vicenda.

Il pensiero di dimenticarmi di lui è qualcosa che mi ammazza lentamente. Mi dimenticherò del suo sorriso quasi imbarazzato quando gli fanno un complimento, e mi dimenticherò del suo modo bizzarro di ridere, che faceva ridere un po' tutti. Mi dimenticherò del suo cambiamento radicale, di come ha iniziato ad amare l'Africa e di come mi ha ascoltato senza riserva alcuna. Mi dimenticherò del suo cuore spezzato e di come ama con tutto se stesso Ruth. Vorrei davvero poter far qualcosa per lui, ma temo che una volta a casa lui possa ricadere nella desolazione.
Io comunque continuo a credere in lui, spero possa riprendere in mano la sua vita con una certa fermezza.

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