Sonrío.

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Dedicato a @thisismeire, spero ti piaccia!

-Ragazzo, come sei messo con il concerto?- Babu venne da me, proprio nel momento in cui stavo per andare dai miei ragazzi.
Di li a giorni ci sarebbe stata la festa, poi io me ne sarei tornato a Barcellona.
Se ci pensavo, un po' di dispiacere c'era.

-Direi bene, sto andando giusto dai ragazzi. Oggi dovrebbe cantare Behati.- Replicai, con tranquillità.
Quel giorno ero molto rilassato, a dire il vero. Mi ero svegliato con il piede giusto.
Notai subito lo sguardo soddisfatto di Babu, che mi fece un immenso piacere. -Se sfreghi una pietra puoi ottenere del fuoco, se non lo fai non ottieni neanche del fumo.-
Mi sussurró, e sbuffai. Mai che mi dicesse le cose in modo chiaro, ma ormai mi ero abituato. Li, la stranezza era di casa.

Annuii brevemente, sapendo che non era buona contraddirlo e feci per congedarlo.
Babu, però, mi trattenne per un braccio e mi rivolse uno dei suoi sorrisi stanchi. -Stai facendo davvero un buon lavoro con Behati.-

E poi, se ne andò, lasciandomi più confuso di prima. Già sapevo che quello era il suo intento principale nella vita.
Arrivai a lezione trovando tutti i ragazzi già intenti a provare una delle tre canzoni scelte. Erano molto migliorati rispetto alla prima volta che li avevo sentiti suonare e cantare assieme, perciò quando il brano terminó, applaudii.

-Provate ancora una volta, vi va? Io vi vorrei fare un video.- Loro acconsentirono, parecchio emozionati, e io tirai fuori il telefono dalla tasca. Non lo consultavo da un sacco di tempo, e quando notai un sacco di messaggi, mi venne l'angoscia che fosse successo qualcosa alla mia famiglia.
Fortunatamente, non erano messaggi preoccupanti, fatta eccezione per una notifica Instagram che mi mise in allerta.

Therealruth ha pubblicato una foto dopo diverso tempo.

Mosso dalla tentazione aprii la notifica, aspettandomi qualsiasi cosa.
Vedere la mia ex, sempre bella come il sole, abbracciata ad un ragazzo dai capelli biondi, mi fece molto male, e per quanto cercassi di trovare cattiverie verso di loro, proprio non ci riuscivo. Io non ero così cattivo.

-Sei più bianco del solito, Alvi.- Disse uno dei ragazzi in prima fila. -Stai bene?

Stavo bene? A dire il vero no, mi sentivo terribilmente triste, eppure io ero lì per farli sentire più allegri, non per rendere la loro giornata deprimente.

-Si, e se andassimo all'oceano a provare, oggi? Abbiamo bisogno di ispirazione.- A dire il vero, ero io che avevo bisogno di staccare la spina.
La mia proposta fu accolta da tutti con un grande entusiasmo, e nel percorso, incontrai Jane, la quale mi guardò un po' sorpresa.

-Che stai facendo, Álvaro? Non puoi mica portarli all'oceano, molti di loro non sanno nuotare.- Sembrava scettica.

-Non rompere Jane, lasciaci divertire! Se vuoi anneghiamo te.- Le feci l'occhiolino, cosa che la fece innervosire, ma ridere i ragazzi. Quando notó che avevo conquistato l'ilarità dei ragazzi, sembró tranquillizzarsi rivolgendomi un mezzo sorriso.

Fu la solita Behati a capire per prima che non stavo poi così bene.
Quando ci fummo presi una pausa, lei venne da me, sempre con quel passo incerto e felpato.
Dovetti farle cenno che si poteva sedere benissimo di fianco a me, sennò si sarebbe giusto accontentata di stare ad un metro di distanza da me.

-Ti manca casa?- Mi chiese, dopo aver consultato una lista di parole scritte sul suo quadernetto.
Abbinate al mio nome c'erano: 'Cuore spezzato = Ruth', 'Barcellona = casa', chiacchierone, paranoico, si arrabbia se lo chiamo Alberto per scherzo.

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