Volar.

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Ruth era in ritardo, come sempre. Erano già passati dieci minuti da quando ero di fronte al locale, con la tensione che mi teneva compagnia.
Indossavo una camicia grigia, un paio di jeans, e la sciarpa che mi aveva regalato Ruth, prima di quel fatidico concerto.
Un po' temevo l'arrivo delle ragazze.
Conoscevo bene lo stile della brasiliana: sapevo benissimo che avrei potuto vedere Behati con qualche vestito eccentrico e un paio di scarpe con le lucine ai piedi.
Confidavo, però, che avesse un minimo di buon gusto per quella sera.

Quando finalmente vidi la macchina di Ruth, una BMW dai sedili azzurri, il cuore cominció a battermi all'impazzata.

Non so se notai prima Ruth o Behati, fatto sta che le guardai a bocca aperta.
Erano semplicemente bellissime.
Ruth era più a suo agio con i pantaloni a palazzo a righe bianche e nere, un top nero pieno di paillettes, mentre Behati si impegna ad allungare il corto tubino bianco di pizzo che indossava. Non era molto nel suo elemento.
Ruth aveva fatto un bel lavoro con la keniota, l'aveva truccata giusto un poco per evidenziare i suoi lineamenti, e le aveva lisciato i capelli, nonostante trovavo i suoi ricci bellissimi.

-Ebbene, cosa ne pensi?- Domandó Ruth, osservandomi con un sorriso compiaciuto.
Io le alzai i pollici all'insù. -Hai trovato una nuova professione nel caso tu ti stufassi di cantare.

Lei sorrise, dandomi un bacio sulla guancia. -Non credo mi stuferò mai di cantare. Ora entriamo, fa freddino qua fuori.

-Stai davvero bene.- Sussurrai a Behati, all'orecchio. Si era affiancata a me, quasi temesse di perdermi nella folla.
C'era tanta gente nel locale, come la prima volta che ci ero stato.
La musica era assordante, e la gente era già in mezzo alla pista a ballare scatenata.
A dire il vero, io non ero assolutamente capace di ballare, Ruth mi prendeva spesso in giro per quello.

-Grazie, ma mi sento una tovaglia.- Scoppiai a ridere per la sincerità con cui Behati me lo disse.
-Non dirlo a Ruth, ci teneva molto che indossassi questo vestito.-

Annuii.
Avevo riconosciuto subito quell'abito, era quello che aveva indosso quando ci eravamo conosciuti. -Invece lo trovo bellissimo.- Aggiunsi, con un sorriso.
Subito venni distratto da Ruth che ci chiese cosa volessimo bere.
Io andai sul classico, con una birra, mentre a Behati le consigliai coca e malibú. Naturalmente non le dissi che era una bevanda alcolica.

-Dovresti chiederle di ballare con te.- Disse Behati, con tono serio, appena Ruth si allontanò per ordinare.

-Scherzi? Non so assolutamente ballare. E poi tu che fai? Ci guardi?- Mi misi a ridere all'idea di chiedere un ballo a Ruth. Sarei parso ridicolo al suo fianco, la brasiliana ballava con una certa maestria.
Forse solo una volta avevo acconsentito, quando dopo una puntata di Xfactor, un po' brillo, noi giudici eravamo andati in un locale a svagarci un po'.
Ma da sobrio, era tutto un'altra storia.

-Sei un fifone.- Sentenziò Behati. -È solo un ballo, poi potrai ballare anche con me, se proprio devo.

-Perché insisti così tanto?- Mi venne naturale chiederglielo.

-Perché avete bisogno di passare del tempo da soli, sembra quasi che il vostro compito sia accudirmi.

Quelle parole ebbero uno strano effetto su di me, facendomi notare quanto io e Ruth stessimo soffocando Behati.
Forse stavamo esagerando nel trascinarla in giro senza darle modo di dire cosa davvero desiderasse fare.
Sbiancai, sentendomi terribilmente in colpa.

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