5. Early morning

587 24 1
                                    




La mattina successiva Louis si accorse di essersi addormentato sul divano alle cinque di pomeriggio e di aver dormito fino a quel momento. Era ancora buio, così prese il cellulare e prima di attivare la torcia buttò un occhio sull'ora: le quattro e un quarto. Diamine era prestissimo, cosa si sarebbe inventato per ammazzare il tempo?
Per il momento scacciò quel pensiero ed affamato si diresse in cucina. Lavò la tazza del pomeriggio precedente e mise a scaldare l'acqua nel bollitore per prepararsi un altro tè, magari da accompagnare con qualche biscotto.
Non aveva cenato né tantomeno pranzato decentemente così, impaziente di bere il suo tè, si preparò un panino con la marmellata. Il lieve accenno di baffi sopra le sue labbra si sporcò di quella dolce leccornia, mentre spostava il peso da una gamba all'altra.
Un brivido percorse la sua schiena, inculcandogli in testa l'idea di doversi vestire in modo più pesante, almeno per quel paio d'ore. Allora infilandosi in bocca l'ultimo pezzetto di pane si incamminò verso la sua stanza, alla ricerca di un qualche maglione o qualcosa di simile. Ne trovò uno grigio, con la trama visibile, poi però pensò che i fori su di esso non lo avrebbero certo aiutato a riscaldarsi, quindi lo lasciò sul letto e tornò in cucina, sperando che l'acqua per il tè fosse finalmente pronta.
Si rallegrò quando notò che la luce su di esso fosse diventata finalmente rossa, indicando che l'acqua era abbastanza calda. Sul suo viso si fece spazio un sorrisetto compiaciuto mentre vedeva come la bustina di tè stesse rilasciando lentamente tutta la sua essenza nella mug nera. Quando si sedette sul divano prese in mano il telefono ricontrollando l'ora: quattro e quarantacinque... Svogliatamente si alzò dal sofà e si diresse verso la finestra, guardò fuori dal vetro, scoprendo senza sorpresa che la luce non fosse cambiata, era ancora buio pesto. 
Non se ne spiegò il motivo, ma sentì il bisogno di cambiare il fuoco della sua visuale e vedere il suo riflesso specchiato nella finestra e quando si accorse di avere ancora il livido sullo zigomo, decisamente meno violaceo del giorno precedente, passò leggermente le sue dita affusolate su di esso, provocando così il ricordo di Harry Styles a pochi centimetri da lui, che si prendeva cura di lui. Il sorriso compiaciuto che aveva avuto fino a pochi secondi prima scomparve. A volte succedeva, a Louis bastava un singolo avvenimento positivo per fargli dimenticare chi fosse per un po' di tempo; ma tanto poi succedeva sempre, si ricordava che lui era un rifiuto della natura, un errore, e allora si rattristava di colpo, per poi tornare il solito silenzioso Louis Tomlinson di sempre. E alla fine si ritrovava di nuovo con la testa piena di pensieri rumorosi, con i pugni stretti e le lacrime appese ai suoi occhi, senza dare segno di voler scivolare sulle sue guance chiare. E fu così che mentre si odiava riflesso nella finestra, stringendo i pugni fino a far diventare bianche le nocche, senza pensare, diede un pugno forte alla finestra, che con grande sorpresa da parte del ragazzo, si ruppe in mille pezzi. Una folata d'aria gelida lo fece rabbrividire per un attimo, mentre rimaneva a guardarsi impassibile le nocche rosse di sangue.
Passò qualche secondo, prima che si accorgesse dei vetri frantumati ai suoi piedi e qualcuno in più perché si decidesse a raccoglierli. A mani nude prese i pezzettini brillanti come se fossero comunissime pietre, come se non gli stessero tagliando davvero il palmo della mano destra. Buttò i vetri rotti fuori dalla ormai perennemente aperta finestra, per poi infilarsi le scarpe e raccogliere il telefono con le cuffie ancora attaccate, infilarle, prendere lo zaino ed uscire di fretta. Il cappuccio nero della felpa del giorno prima gli copriva i capelli scompigliati, mentre con le mani in tasca faceva tintinnare le chiavi. Camminava veloce sotto alla brina, che cadeva leggera su tutto quello che le capitava a tiro.
Esattamente non seppe come si ritrovò nel parcheggio della sua scuola, a fumare una sigaretta, non seppe nemmeno come ci fossero finiti un pacchetto di sigarette e un accendino nel suo zaino. Molto probabilmente erano di Tom, che spesso sbagliava zaino e ci infilava le sue cose. Ad ogni modo, a Louis non dispiacque poter sentire il sapore della nicotina sulle labbra dopo tanto tempo.
Passò seduto in quello squallido parcheggio una mezz'ora buona e poi decise di alzarsi e andarsene. Pensava che se per caso qualcuno lo avesse visto lì da solo, avrebbe potuto pensare male, o meglio, peggio di come avrebbe pensato di solito, di fronte alla sua snella figura. Comunque camminava, senza sapere davvero dove si stesse dirigendo, semplicemente camminava e pensava. Gli passò per la testa l'idea che Harry potesse davvero interessarsi a lui, ma la sua mente gli diceva che doveva sicuramente essere una specie di scherzo meschino. Ma lui non poteva farci niente, sperava davvero che Harry ci tenesse a lui, che sperasse nella guarigione del suo livido, e intanto si malediceva, perché sapeva meglio di sé stesso che sperare non faceva altro che aumentare la sua delusione quando scopriva che era tutto uno scherzo di qualche subdolo ragazzo della sua scuola. I pensieri contrastanti si davano battaglia nella sua testa, facendo sì che sul viso di Louis si creasse un'espressione frustrata.
Quando alzò lo sguardo da terra si ritrovò in un parco a stringersi nella felpa decisamente troppo leggera, per una stagione così fredda. Restò lì seduto, a guardare il cielo tingersi di rosa e poi di azzurro, ammirando come il sole sorgesse felice di iniziare un nuovo giorno. Restò lì seduto ad aspettare qualcosa, di cui nemmeno lui era a conoscenza, ma rimase lì comunque. Ovviamente dopo che il sole fu pienamente in cielo, non successe niente. Non capitò qualcosa di straordinariamente stupefacente, anzi, non capitò proprio nulla. Erano le sei del mattino ormai, quindi Louis si alzò dalla panchina, apprezzando i volti delle persone già sveglie mentre tornava al suo appartamento.
Si fece una rapida doccia, scelse una felpa diversa da quella del giorno prima, abbinandola agli skinny jeans neri, per poi prendere qualche pound e dirigersi in una panetteria vicino a scuola per comparsi un cornetto, o qualcosa di simile da mettere sotto i denti.

Semicolon {L.S.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora