26. Skeletal

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Dopo un paio di giorni che non mangiava i dottori imposero a Louis l'endovena. Doveva assumere nutrimento in qualche modo.
Da una settima ogni giorno Julia gli faceva visita e forse era l'unico modo che aveva lui per sorridere ogni tanto.
«Come ti senti oggi Louis?» era la domanda che la donna gli poneva all'inizio di ogni seduta.
Quel giorno in particolare il ragazzo era più triste del solito.
«Julia io che cos'ho?» chiese sconsolato.
«Che significa Louis? In che senso che hai?»
«Perché io mi trovo qui, su questo lettino; ma soprattutto a parlare con lei?»
«Louis sei qui perché hai bisogno di aiuto e noi te lo stiamo dando. Io i dottori e gli infermieri siamo tutti qui per aiutarti.» sorrise lei.
«No lei non ha capito Julia. In ospedale ci stanno i malati, io che malattia ho? Qual è il mio problema?» disse il liscio esasperato.
«Vuoi la spiegazione scientifica?»
«Per favore.» Louis incrociò le braccia.
«Depressione: una patologia, un disturbo dell'umore, caratterizzata da un insieme di sintomi, che alterano il funzionamento vitale della persona che ne soffre, compromettendo anche la sua vita sociale.»
«Quindi sarei depresso»
«Questa è la diagnosi...» per la prima volta sembrava che la donna fosse leggermente in difficoltà, ma si riprese subito.
«Ma puoi uscire dalla depressione, sai Louis? Io posso aiutarti.»
«Perché dovrei. Se torno sano mi caccerete e io resterò per strada. Bella merda eh?»
«Ascolta Louis... tu devi uscire dalla tua depressione per te. Devi farlo perché non è vita quella che stai vivendo.» gli occhi della donna lasciavano trasparire pena e compassione per il ragazzo.
«Dunque se non guarisco non vivo davvero; se guarisco vivo per strada. Tanto vale lasciarmi morire no? È meglio per tutti, me compreso.»
«Avanti Louis non esagerare... questi pensieri non ti aiutano a risolvere la tua situazione.»
«Ma è proprio questo quello che lei non capisce Julia, io non voglio guarire.»
«Adesso il tempo è scaduto Louis, ne parleremo domani d'accordo? Cerca di mangiare stasera.» disse Julia guardando l'orologio.
«Certo come no» borbottò Louis mentre l'infermiera entrava per immobilizzare i polsi del ragazzo.

Harry intanto era a casa con Niall da una settimana, non usciva mai. Vomitava spesso, soprattutto dopo mangiato, quando era più frequente che avesse crisi. Niall faceva fatica a tenere il passo con le lavatrici per offrire ad Harry sempre vestiti puliti dopo una crisi.
Il nono giorno Harry si svegliò nel bel mezzo della notte, faticava a respirare. Era la crisi più forte che avesse mai avuto. Le pupille dilatate non lasciavano spazio all'iride verde del riccio. I dolori ai muscoli e alle articolazioni lo scuotevano incessantemente. Aveva la gola chiusa e Niall non riusciva a calmarlo in alcun modo. Non riuscendo a fare nulla il bionodo chiamò un'ambulanza allarmato. Gli chiesero la via e dissero che stavano arrivando subito. Improvvisamente dopo qualche minuto tutto cessò. Harry aveva perso i sensi.
Fortunatamente l'ambulanza arrivò poco dopo. Lo trasportarono d'urgenza in ospedale e gli fecero delle analisi al volo.
Niall impaziente aspettava fuori dalla porta.
«È andato tutto bene» annunciò il dottore uscendo dalla stanza.
«Oddio grazie dottore...» Niall abbracciò l'uomo.
«La mancanza di ossigeno al cervello potrebbe avergli causato brevi amnesie, ora gli abbiamo dato un calmante per evitare un'altra crisi nelle prossime ore.»
«Grazie dottore»
Il medico se ne andò tranquillo mentre Niall aspettava che il ragazzo fosse sveglio e uscisse dalla sua stanza. Non essendo un parente non poteva fargli visita.
Così, più tranquillo, decise di andare a fare un giro per l'ospedale.

Louis si svegliò presto quella mattina, tanto che fuori era ancora buio. Chiamò l'infermiera con il tasto accanto al lettino, l'unico che riusciva a raggiungere coi polsi in quello stato.
«Buongiorno signor Tomlinson, desidera?» sorrise la donna dalla porta.
«Avrei bisogno di andare in bagno...» disse lui ancora assonnato.
«Ma certo, la aiuto» la donna si avvicinò al lettino per liberare i polsi e il busto di Louis. Una volta che si fu seduto gli girò forte la testa, ma non gli importava più di tanto, voleva solo muoversi un po'.
«Andiamo?» chiese la donna.
«Si, grazie» Louis poggiò i piedi freddi a terra e sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Prese con una mano la flebo e appoggiandosi ad essa e alla donna ed iniziò a camminare. Le sue gambe sottili a stento reggevano il suo peso. Era dimagrito moltissimo e le sue caviglie erano ridotte a un insieme di pelle ed ossa.
Arrivato in bagno si lavò il viso e si guardò allo specchio: scheletrico.
Uscì velocemente, come se il suo riflesso lo spaventasse. 
Tornando in camera chiese alla donna di fargli fare due passi, così i due si diressero in corridoio.
Non ci volle molto prima che Louis riconoscesse la figura di Niall camminare avanti e indietro nel corridoio illuminato.
«N-niall?» chiese incredulo.
«Louis? Louis! Oddio guardati menomale che stai bene!!» L'entusiasmo del biondo colpì Louis con un paio di forti pacche sulle spalle.
«Si ehm... che ci fai qui? Stai bene?» chiese confuso poi.
«Oh io si Lou, ma Harry...» Niall scosse la testa.
Louis ci pensò un attimo prima di rispondere. Voleva davvero sapere che era successo al ragazzo che gli aveva causato tutto questo?
«Che cosa gli è successo Nì?» si. Voleva saperlo.
«È complicato amico, lui sta passando un brutto momento... da quando sei qui non ha fatto altro che bere e drogarsi e adesso che mi sono imposto per farlo smettere è in astinenza... stanotte ha avuto una crisi così forte che ha perso i sensi e l'ho portato qui... per forruna adesso va leggermente meglio» Niall era mortificato nel raccontare la storia del suo migliore amico.
«È... è per colpa mia?» Louis vacillò.
«No Lou, è solo un idiota che non sa affrontare i problemi in modo adulto... Non gliel'ho mai detto questo però perché ho paura che degeneri ancora...» finalmente Niall aveva l'occasione di sfogarsi con qualcuno.
«Capisco...» Louis comprese ciò che gli diceva il biondo ma non riusciva a credere che non fosse colpa sua.
«Tu piuttosto? Come va?» Niall s'illuminò sperando in buone nuove.
«Va.» Rispose freddo Louis, non aveva alcuna voglia di raccontare di nuovo a qualcuno come si sentiva.
«Sei in forma Ní» cambiò discorso poi.
«Grazie anche...tu, credo» Disse poi Niall notanto la magrezza del ragazzo.
«No dai, almeno sii sincero sono un fottuto stecchino»
«Sei dimagrito è vero, ma è comprensibile penso. No?»
«Forse, beh in ogni caso io ora devo andare... ci vediamo... credo»
«Okay, ciao Louis!» Niall sorrise e Louis ricambiò con un semplice gesto della mano. Tornato in camera sua si sdraiò di nuovo sul lettino ripensando a ciò che aveva appena sentito. Harry si era inflitto qualcosa di brutto proprio come aveva fatto lui qualche giorno prima. Si chiese se volesse rivederlo, ma decise che lo avrebbe chiesto alla signorina Julia quando sarebbe tornata di li a qualche ora.

S/a:
Mi prendo questo piccolo istante per rigraziarvi delle letture che stanno crescendo moltissimo!
Ciauu
Alice. 🍍

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