24. How dare you

393 16 2
                                    

«HARRY FERMO!» Niall cercò di trattenerlo per un braccio, ma il ragazzo era già fuori di casa. Corse sotto la pioggia verso l'ospedale senza capire che stesse davvero facendo. Corse così veloce da perdere il fiato, ma arrivò al Saint Paul in qualche modo.
Spinse infermiere e dottori fino ad arrivare alla stanza di Louis. Aprí la porta e il tempo si fermò. Lo vide seduto, con la schiena appoggiata al lettino rialzato e i polsi legati ad esso. I capelli gli ricadevano sul volto angelico e le gote più rosee gli davano un aspetto divino. Aveva bende sui polsi e una flebo nel braccio sinistro. Le sue labbra sottili erano separate giusto per lasciar passare il filo d'aria che respirava. Il suo piccolo petto si alzava e abbassava sotto la veste ospedaliera.
«L-louis...» il liscio fece appena in tempo a sollevare lo sguardo che le guardie presero per le braccia Harry. I loro occhi si tennero stretti mentre il ragazzo veniva trascinato via.
«LOUIS IO TI AMO!» gridò il riccio prima di essere portato via. Venne buttato fuori. Sotto la pioggia, pianse.

Louis non credeva ai suoi occhi. Pensava di stare sognando e tremava. Strinse i pugni. Doveva dimenticare.
Pianse tutte le lacrime che gli restavano, si dimenò nel lettino da solo in quella fredda stanza d'ospedale. Non era più in se. Inarcava la schiena, muoveva le gambe incondizionatamente, scuoteva la testa violentemente. Arrivò a sbatterla contro il muro con tanta rabbia che l'infermiera nella stanza accanto accorse a vedere che stesse succedendo.
«RAGAZZO CALMA!» urlò la donna vedendolo in quelle condizioni. Chiamò la psicoanalista e mentre la aspettava cercava di calmarlo.
Prese un cuscino e lo mise sul muro dove Louis sbatteva la testa. Cercò la siringa con il calmante e glielo iniettò parzialmente nel braccio, senza svuotare la siringa. Poi gli prese il capo tra le mani e lo fermò. Louis non tardò a perdere i sensi.
«Che succede Emily?» chiese la signorina Miller quando entrò.
«Stava sbattendo la testa contro il muro, l'ho sentito dalla stanza accanto.» disse la donna.
«Grazie di avermi chiamata, credi che sia grave?»
«Non sembra, si è solo graffiato ed esce un po' di sangue ma non dovrebbe essere nulla di più, vado a prendere delle bende.» disse prima di uscire.
La signorina Miller si sedette sulla solita sedia e aspettò che Louis si svegliasse. Doveva essere presente ogni qualvolta l'effetto del calmante svanisse. All'improvviso però Louis inarcò la schiena, con un'espressione di dolore in volto. Fortunatamente l'infermiera tornò subito.
«Che gli succede Emily?» la ragazza lo prese per il viso e vide che sul lato della testa si era formato un grosso taglio.
«Dobbiamo metterci dei punti. Che idiota come ho fatto a non vederlo?» si maledí.
«Per favore Julia puoi chiamare il dottore? Dobbiamo fare in fretta.» la signorina Miller uscí veloce mentre l'infermiera cercava di calmare Louis.
Arrivò il medico insieme ad altri due infermieri e insieme portarono Louis in sala operatoria.
Bastó qualche minuto per rasare il ragazzo e mettergli i punti, poi venne subito riportato nella sua stanza.

Harry intanto piangeva in ginocchio di fronte alle porte dell'ospedale. Era fradicio dalla pioggia.
Prese la bustina con le pillole e si sorprese nel non vederle più al suo interno.
Quando si voltò vede Niall correre verso di lui, quindi si alzò e tornò correndo verso casa.
Arrivò fradicio e bussò violentemente alla porta.
«ZAYN APRI» urlò.
Il ragazzo arrivò veloce, aprendo la porta.
«Sono finite. Ne voglio altre.» ringhiò Harry.
«Erano tutte quelle che avevo fratello, avresti dovuto fartele durare. Ora entra in casa.» disse Zayn monotono.
«DAMMI ALTRE PILLOLE STRONZO!» gridò Harry tirando un pugno a Zayn.
«Come cazzo ti permetti» ringhiò questa volta Zayn.
Iniziarono a darsele di santa ragione, senza fermarsi un momento a pensare. Harry distrusse tutta la casa, senza eccezione per nulla.
Di li a poco Niall rientrò in casa e li vide azzuffarsi.
«INSOMMA CHE CAZZO FATE?!» li divise e mise Zayn dietro le sue spalle.
«Harry basta che stai facendo?» gli chiese il biondo.
«Ho finito l'eroina, non vuole darmene altra» strinse i pugni e assottigliò lo sguardo.
«Adesso calmati. Andiamo, vieni qui.» Niall si avvicinò al riccio.
«No Niall! Io voglio l'eroina è l'unica cosa che mi fa stare bene, quindi levati» Harry spinse l'irlandese a terra e ricominciò a prendere a pugni Zayn, il quale per difendersi gli tirò un pugno proprio sulla tempia, talmente forte che il riccio perse i sensi.
«ZAYN MA CHE CAZZO FAI?» sbraitò Niall rialzandosi.
«Almeno ora è tranquillo, ammettilo non sapevi come lo avresti calmato.» si atteggiò.
«Adesso tu mi spieghi che cazzo è questa storia dell'eroina e ti conviene essere molto chiaro.» Niall non ci vedeva più dalla rabbia.
«Gli ho solo dato una mano, me l'ha chiesta lui»
«E tu logicamente hai dato della droga a un ragazzo che è ubriaco da un mese intero? Sei un coglione Zayn fattelo dire. Adesso vattene a fanculo e cavatela da solo. Io porto Harry a casa. Ci vediamo quando tutta questa storia sarà finita.»  Zayn abbassò lo sguardo e sapendo che non poteva fare nulla per smuovere Niall decise di mettersi da parte.
Con fatica il biondo riuscí a caricare Harry in macchina e a portarlo a casa sua. Sarebbe restato con lui finché non sarebbe stato meglio.

S/a:
Hey! Eccomi qui alla riscossa con un altro capitolo! Come vi sembra? La storia si sta facendo interessane...
commentate cosa ne pensate per il prossimo capitolo!
Kisses
Alice 🍍

Semicolon {L.S.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora