Louis Tomlinson tornò a casa dopo circa un'ora di studio con Liam, con le cuffie nelle orecchie ed il cappuccio della felpa in testa. Tremava di freddo, ma si rifiutava di mettersi la giacca pesante, quando usciva di casa la mattina. Le suole consumate delle sue scarpe solcavano l'asfalto del marciapiede di Grove road.
Pensava ancora al ragazzo riccio di poco tempo prima, senza rendersi conto di star sorridendo lievemente. La cartella pesante gli saltellava sulla schiena ad ogni passo che compieva, ma era una di quelle cose che non si sentono, a meno che uno non ci voglia fare davvero caso.
La musica sovrastava il rumore della pioggia e dei suoi passi, isolandolo così nel suo mondo. Ascoltava come un così lieve suono, se avvicinato al suo orecchio fosse quasi assordante. Sapeva bene che le poche persone che gli passavano accanto non sentivano la sua musica, e gioiva di questo, sentendosi speciale per qualche attimo.
Arrivò davanti al portone di casa sua e con gesti fluidi e calmi tirò fuori le sue chiavi dalla tasca più piccola dello zaino ed aprì la porta. Si sentiva stranamente in pace con sé stesso dopo le attenzioni ricevute da Harry, aveva molto apprezzato quei piccoli gesti premurosi che gli aveva rivolto il maggiore.
Una volta in casa, sentì il ticchettio delle gocce di pioggia sul vetro, e si giovò del suono che facevano. Qualche spiffero entrava dai vecchi infissi in legno, rendendo quella casa grigia ancora più accogliente, a parer suo.
Solitamente Louis avrebbe acceso il pc, per leggere le cattiverie della gente sul suo conto, ma quel pomeriggio non lo fece, si mise semplicemente seduto sul divano sgualcito, con una tazza di tè tra le mani e la musica sempre nelle orecchie. Guardò come le persone corressero innervosite dalla pioggia in aumento e sorrise, chiedendosene il motivo. Lui amava camminare sotto l'acqua, bagnarsi i vestiti, sentire come gli si appiccicassero addosso una volta fradici. Non gli dava per niente fastidio, era una delle piccole cose che facevano sentire Louis pigramente felice, come se tutti i suoi problemi svanissero insieme al sole, quando invece erano solo coperti da meravigliose nuvole grigie.
Mentre sorseggiava il tè gli riaffiorò in mente il ricordo di quando era piccolo e rimaneva nel giardino della loro villa con la bocca spalancata per poter bere la pioggia e sua madre lo rimproverava, preoccupata che si ammalasse, ma a Louis non importava, a lui piaceva sentire il freddo delle gocce in faccia, provare un piacevole fastidio quando una gli atterrava proprio sugli occhi chiusi, bagnando le sue ciglia lunghe.
Sorrise istintivamente ricordando quei bei momenti, quelli che lì per lì hanno poco valore, ma che poi ti sorprende la forza con la quale lottano per restare vivi nei tuoi ricordi, nonostante la loro apparente insignificanza; quelle cose che fanno parte della quotidianità di qualcuno per un certo periodo, e che poi rimangono vivide nella mente di esso.
Finì il tè, così camminò verso la cucina, sentendo lo scricchiolio delle assi del parquet, che gli mise ancora più tranquillità, mescolato al suono della pioggia e alla musica in un solo auricolare.
Appoggiò la tazza nel lavandino, ripromettendosi di lavarla poi. Tornato in sala, si stese sul divano ancora una volta e cullato dall'atmosfera che lo circondava cadde in un sonno tranquillo.Dal canto suo Harry Styles correva sotto la pioggia, non vedendo l'ora di arrivare a casa e farsi una bella doccia, per togliersi finalmente i vestiti zuppi. Anche lui aveva la musica che risuonava nelle cuffiette, le quali si aggrappavano saldamente alle orecchie del ragazzo mentre correva veloce per le strade di Holmes Chapel.
Finalmente al coperto, tirò un sospiro di sollievo, togliendosi la giacca e buttandola per terra.
Si precipitò in fretta sotto la doccia, beandosi del getto d'acqua calda che lo riscaldava e gli faceva dimenticare il freddo inglese che imperava fuori dalla sua porta. Si rilassò per bene e quando decise di uscire dalla doccia si avvolse un asciugamano in vita e uno a turbante sui lunghi capelli.
Prese il cellulare e controllò l'ora: erano le quattro meno venti. Era rimasto a scuola un po' di più per poter usufruire delle spalliere in palestra per sfogarsi un po'. Ogni tanto lo faceva.
Entrò nella sua camera e si buttò di peso sul letto, guardando il soffitto e le foto che aveva appeso alle pareti. Dopo anni era finalmente riuscito a trovarsi un piccolo appartamento non lontano dalla scuola per poter avere i suoi spazi. Il lavoro alla panetteria gli permetteva di pagare l'affitto e il college, dato che nessuno dei due era particolarmente costoso, e gli regalava anche qualche soldo in più, se i clienti gli lasciavano la mancia.
Era fiero di come aveva sistemato la camera, il letto matrimoniale era circondato da quattro mura bianche perfettamente verniciate, mentre il parquet di legno evitava ai suoi piedi di gelarsi quando faceva più freddo. Insomma, quello era il suo piccolo nido, dove poteva rilassarsi e godersi il dolce far niente.
Con la polaroid che teneva sempre sul comodino scattò una foto alla sua finestra, con le gocce di pioggia che scivolavano lentamente sul vetro e un acquazzone fuori da far invidia a Noè.
Lentamente la foto uscì dalla macchina, ancora tutta nera. Harry la prese per un angolino ed iniziò a sventolarla soffiandoci leggermente sopra, in modo da far comparire completamente l'immagine. Sorrise quando la foto si rivelò come si aspettava e la appese al muro, pinzandola ad un filo che aveva attaccato ad esso. Ci teneva a ricordare momenti come quello, momenti in cui non ti rendi conto di quello che accade tutto intorno a te, ma sei assopito dalla bellezza di quello che hai di fronte, di come in modo meravigliosamente perfetto le gocce di pioggia seguissero linee già tracciate da altre, a tratti tracciandone di nuove loro stesse. In seguito un'altra goccia passava su quella strada già in precedenza tracciata, semplicemente perchè era più facile. Harry ammirava le gocce intraprendenti, che decidevano il loro percorso a costo di lasciare indietro un po' delle loro lacrime, per poi spegnersi una volta vuote.
Il verde liquido degli occhi di Harry si perdeva in quella che trovava una meraviglia della natura, anche se un po' scomoda a volte, soprattutto quando non portava con sé l'ombrello.
Con questi pensieri in mente si addormentò dolcemente, scivolando in un sonno sempre più profondo.
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Semicolon {L.S.}
Hayran KurguCosa succederebbe se un banale simbolo di punteggiatura, come un punto e virgola, diventasse simbolo di un amore? Cosa realmente accadrebbe se le cicatrici sulla pelle di un ragazzo scomparissero proprio a causa di quell'amore?