Capitolo IV: sogni e visioni

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Era nel centro di un prato, sotto un albero dai fiori rosa, i petali cadevano come pioggia, fu lí che si incontrarono.

-chi sei?-domandò brusco.
-Angel... tu invece?-

Non le rispose, la guardò con rabbia.

-cosa c'è? Ho detto qualcosa di sbagliato?-
-sei un umana-
-i miei complimenti detective, comunque non essendo brava quanto te, perché non mi dici il tuo nome?-sorrideva.
-Zamasu...-disse di mala voglia.
-è un bellissimo nome-
-...perché sto sognando un umana?-si chiese.
-ed io che credevo di stare sognando te!-rise.
-che idiozia!-sbuffó.

Angel si sedette accanto a lui e Zamasu si scostó bruscamente.

-allora?-
-allora cosa?-
-parla... ti ascolto-
-che?-
-sei talmente pieno di odio... dimmi, cosa c'è che non va?-sorrideva sempre.
-cosa ne sai?-
-capisco bene cos'è l'odio... lo so fin troppo bene, dimmi cosa ti turba-
-...perché ti interessa così tanto cosa provo?-

Lei lo guardò e rise, in quel momento Zamasu pensò a quanto fosse bella quella risata.

-perché hai un cuore buono... e ti voglio aiutare-
-stai mentendo!-scattò in piedi.
-Zamasu... non c'è motivo di arrabbiarsi-lei gli andò in contro e gli porse la mano.
-stammi lontana umana!-

Ebbe l'impulso di colpirla ma lei gli accarezzó la guancia e lo guardò sempre sorridendo.

-vuoi davvero farmi del male?-
-i-io...-
-ti prego... voglio solo parlare con te... perché odi gli umani?-
-sono il male... sanno solo distruggersi tra loro, voglio fare giustizia-
-capisco... ma non tutti gli umani sono uguali...-
-portano solo dolore-

A quelle parole Angel sembrò ricordare qualcosa, tiró via la mano e sembrò sull'orlo del pianto.

-che c'è?-domandò Zamasu.
-perché... sento così... freddo?-sussurrò mettendosi una mano sul petto.
-va tutto bene?-
-s-si... va tutto bene, spero di rivederti presto Zamasu!-disse tornando in se.
-...lo spero anch'io, stranamente-

Zamasu si svegliò con una strana calma addosso, non sentiva quella ostilità verso gli umani, non tanto almeno.
Si alzò e si vestí, andò a preparare la colazione sia per lui che per Gowasu.

Mentre preparava l'acqua del the, gli sembrò di vedere una figura nel riflesso dell'acqua, era rannicchiata su se stessa pareva tremare, si sentì svenire, aprendo gli occhi vide tutt'altro paesaggio, un pianeta morto, la terra nera che emanava odore di bruciato, alberi secchi e il cielo era pieno di fumo tanto da non far intendere se fosse giorno oppure notte, una figura, rannichiata su se stessa giaceva tremante in tutta quella devastazione, intorno a lei l'erba era verde, viva, ed un fiore bianco, simile ad un giglio era davanti a lei; Zamasu si avvicinò, l'aria calda del luogo e l'odore che portava gli davano fastidio, giunto proprio vicino a quella figura si accorse che era una bambina umana, Zamasu assunse una smorfia di rabbia ma al tempo stesso era incuriosito.

-non volevo... farlo...-Parlò.

I capelli erano talmente lunghi che le toccavano i piedi.

-cosa è successo qui?-domandò guardandosi in torno.
-...cancellato... tutto cancellato- si strinse le gambe al petto.
-tu chi sei?-
-un frammento... un ricordo... un'ombra... non lo so più nemmeno io...-
-perché sono qui?-
-...manca poco... così poco...-
-di cosa parli?-
-loro non sanno... nessuno ricorda... nessuno ricorda di cosa facevo parte... ed è ingiusto, gli dèi... gli umani... tutto verrà cancellato- si alzò in piedi e camminó via, il ritaglio di erba dove era seduta sparí, unendosi al nero della terra ed il fiore si trasformò in lucciole dorate.

Dragon Ball Super - Il Dio Dimenticato (Corretta)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora