Capitolo 2

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New York a giugno era la città perfetta: faceva caldo ma non troppo, quindi si poteva girare liberamente in shorts e canottiera senza morire asfissiati.

C'era sempre il sole e raramente compariva qualche nuvola in cielo, e l'atmosfera era perfetta per un gelato o una passeggiata a Central Park.

Sydney era seduta su una panchina con tre sue amiche, lanciando occhiate d'intesa con una perché un'altra stava sopportando quella noiosa e logorroica del gruppetto.

- Voi cosa fate quest'estate? - chiese Jane, per evitare di ascoltare ancora la logorroica Rebecca.

Kristen si voltò immediatamente: - Crociera in Europa!

- Io andrò in South Dakota con mio zio. Vedrò il Monte Rushmore e il parco nazionale. - disse Rebecca.

Che emozione, pensò Sydney.

- Uh, fortunate voi. I miei mi spediscono da nonna lunedì prossimo per aiutarla nei campi. - disse Jane, con tono lamentoso.

- E tu, Sydney? - domandò Rebecca.

Impicciona.

- Io... Io andrò da mio padre. - si sentì tre paia di occhi vigili puntati addosso - Lui ha... Ha i cavalli... Tanti animali...

- Che bello! Quando tornerai avrai tante cose da raccontarci! - esultò Jane.

Rebecca fece un mezzo sorriso e Kristen non commentò, avendo compreso il suo disagio.

- Andiamo da Victoria's Secret? Ho bisogno di un completino e pensavo di passare da lì. - disse invece.

Sydney le rivolse un sorriso di gratitudine.

- Oh, Kris! Dovresti mangiare decisamente di meno, così non avrai più bisogno di comprare l'intimo ogni settimana! - ridacchiò Rebecca.

Tutte e tre le rivolsero sguardi frustrati a tempi diversi.

L'unica ragione per cui la sopportavano era per sapere fino a che punto sarebbe andata avanti con l'ex di Jane.

Se si fossero allontanate, non avrebbero saputo più nulla e si sarebbero precluse l'opportunità di vendicarsi.

***

La sera, a cena, erano tutti e tre silenziosi. Si udivano solo le zampette di Minny sul pavimento, in direzione della ciotola con il cibo.

- Com'è andata oggi, Sydney? - domandò Jess.

- Tutto bene, mamma. Con Jane, Kris e Rebecca parlavamo di quest'estate... Di cosa avremmo fatto. Sai...

- Tu dovresti mettere a posto l'armadio, signorina, invece di disegnare sempre. O di giocare con Minny. Questa poverina invecchierà prima del tempo se continui così. - la interruppe la madre.

- Mamma, ascoltami prima.

Gabe guardava la scena zitto zitto, mangiando la zuppa silenziosamente.

Ultimamente si erano fatte più frequenti le discussioni fra le due, perché Jess non era soddisfatta dell'interesse che la figlia dimostrava nei confronti della moda e dell'estetica. Mangiava gli orsetti gommosi e le patatine, cibi assolutamente proibiti nella dieta di una modella, nonostante non ingrassasse affatto. Riempiva blocchi interi di fogli con i suoi disegni e impiegava il suo tempo libero a guardare video su YouTube per curare i capelli, senza dare il giusto peso a trucco e vestiti. Il tutto si risolveva in una scelta perennemente discutibile da parte di Jess delle scarpe che Sydney sceglieva e in un ammonimento sulla mancanza di trucco sul viso.

Quello che Jess non riusciva a mettersi in testa era che Sydney non aveva la minima intenzione di diventare una modella. Era lontana anni luce da quell'ambizione.

Gabe invece aveva capito e cercava di aiutare la ragazza negli studi artistici e teatrali, che erano le direzioni verso le quali lei era proiettata.

- Sempre la stessa storia, Sydney...

- No, ascoltami - la ragazza interruppe di nuovo la madre - Voglio andare in un posto quest'estate.

- In un posto. E dove sarebbe questo posto? - fece la donna, scettica.

- A casa di Anthony.

Gabe rischiò di strozzarsi.

Tossì forte, poi puntò lo sguardo negli occhi di Sydney.

- È tanto tempo che non lo vedo e vorrei fargli una visita a sorpresa. Voi non ditegli nulla, mi raccomando.

Jess rimase sgomenta.

- A casa di Anthony. E... Per quanto tempo hai intenzione di restare?

- Tutta l'estate.

- Che coooosa? Tutta l'estate?! Stai scherzando, spero! Ho ancora un sacco di cose da insegnarti e durante la scuola scappi sempre via con le tue amiche, quindi l'estate è perfetta per imparare qualcosa. Ti voglio qui entro dieci giorni!

- Mamma!

- Non si discute, tu non starai con quella decerebrata, disadattata sociale per un'estate intera! Hai idea della selvaggia che sarai al ritorno? Del lavoraccio che mi aspetterà per ricondurti al punto in cui sei ora? No, no, no, mi rifiuto! Tu non sei nata per andare a stare in mezzo alla campagna con una pazza che aiuterebbe i bambini in Nepal anche se stesse morendo.

- Sarò con papà. Lui non è uno squilibrato. E poi sono sicura che questa donna non sia completamente pazza, visto che lui riesce a starci insieme.

Jess si prese la testa fra le mani.

- Non sta succedendo davvero... - sussurrò a se stessa.

- Io andrò da mio padre e tu te ne farai una ragione. Non diventerò la versione femminile di Tarzan, tranquilla, e starò bene. E poi, la compagna di papà ha un figlio, no? Non ci sarà nemmeno da annoiarsi.

- Terribile, terribile, un disastro... - Jess ormai stava vagando per la casa, borbottando fra sé.

- Che cosa le prende? - chiese Sydney a Gabe.

- Tanti sforzi per niente, tutto per niente, niente, assolutamente niente... - le parole iniziavano a confondersi.

Gabe osservò sua moglie, scuotendo la testa.

- Tua madre ne ha fatta un'altra delle sue, puoi scommetterci.

__________

IF THIS ROOM WAS BURNING!

Ahiai, Jess ne combina sempre una. Cos'avrà fatto stavolta?

Sono sulla soglia dell'influenza, già armata di fazzoletti. Yay.

E niente, ho mangiato una pizza che dire divina è dire poco. Vi auguro questa gioia nella vostra vita 😂🍕

Baci🎀

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