Capitolo 11

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Sydney si nascose dietro Adam e Aiden per non essere colpita dalla miriade di cuscini, peluches e giocattoli vari che vennero tirati loro addosso.

- Ma che cavolo hanno capito questi? La Trinciabue aveva detto di comportarsi bene! - gridò, per farsi sentire in mezzo alle urla dei bambini.

- Io pensavo che fossero tranquilli! - rispose Aiden, che cercava di afferrare i cuscini e ne rilanciava quanti ne poteva.

- Presto finiranno i pupazzi. - disse Adam.

In mezzo al lancio dei cuscini c'erano tre bambini che stavano litigando fra loro perché uno aveva tirato il giocattolo dell'altro e il ragazzino dal labbro tagliato si intromise per placarli.

Mentre uno di loro piangeva, l'altro continuava a prenderlo in giro e quello a fianco si rigirava il coniglietto di pezza fra le mani.

Gli altri parvero smettere di fare fuoco lentamente.

Sydney si sporse per guardare.

- Dobbiamo mandare via loro, non possiamo perdere tempo con il tuo stupido Chubby! - disse il ragazzino con voce bassa.

- Ma lui ha lanciato Chubby! Lo sa che Chubby è mio! - piagnucolò il bambino.

- Che pappamolla. Sei proprio un poppante. - lo schernì l'altro.

Il bambino che aveva in mano il peluche fece un ghigno. - E se lanciassi Chubby fuori dalla finestra?

- NO! - urlò il bambino che piangeva.

Sydney si avvicinò pian piano, sotto gli sguardi perplessi di Aiden e Adam. I bambini erano tutti concentrati sulla scena.

Così, quando il bambino provò a lanciare il coniglietto verso la finestra, urtò la ragazza e il peluche cadde per terra. Lei lo prese e fece un passo indietro, per avere uno sguardo d'insieme.

- E così vi divertite a mandare via chi vuole giocare con voi e a maltrattare chi vi sta aiutando... Bella figura che fate. Di sicuro il mondo là fuori vi aspetterà a braccia aperte. - disse Sydney, con tono amaro.

- Tu cosa vuoi? Sei solo una femmina. - il ragazzino più grande fece una smorfia.

- Ti sbagli. Sono una ragazza più grande di te, tanto per cominciare, quindi dovresti portarmi rispetto a prescindere. Secondo, in questo momento ho molto più potere di te e ti lascerò qui mentre gli altri verranno con me in cortile a giocare. Hai qualcosa da dire ora?

Sydney non era molto abituata a badare ai ragazzini ed usò un tono tagliente. Probabilmente fu meglio così, perché i bambini non erano ben disposti ad obbedire a degli sconosciuti.

- Pensi di potermi fermare? Sei solo una femmina, te l'ho detto. - replicò il ragazzino, ostinato.

- Va bene, allora vieni anche tu.

Lui fece un ghigno, vittorioso.

Gli altri bambini erano disorientati. Lo scontro con la ragazza più grande li aveva fatti dubitare sulla persona da seguire.

Aiden e Adam raggiunsero Sydney.

- Il ragazzino non doveva venire. - disse Aiden.

Sydney invece alzò una mano e fece su e giù con la testa, a dirgli che aveva calcolato tutto.

Tutti seguirono i tre adolescenti fuori in cortile.

C'erano delle linee fatte con i sassolini che segnavano le porte da calcio e un bastoncino al centro per indicare il centro del campo.

- Dividetevi in due squadre. - disse Sydney.

Subito il ragazzino dal labbro tagliato iniziò a dire chi voleva nella sua squadra.

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