CAPITOLO 1

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L'acqua fredda scorreva sul mio corpo lentamente, facendomi percorrere la schiena da leggeri brividi. Ero seduta sul fondo della doccia e mi lasciavo bagnare dal getto dell'acqua senza rendermi conto dell'orario. Era la prima volta che provavo una paura così folle e credevo davvero che l'idea di andare al college fosse pessima. Avevo studiato molto l'anno prima, mia madre avrebbe dovuto pagare una rata mensile esorbitante solo per accontentarmi, ma non mi sentivo più pronta come prima. L'idea di andarmene da casa mi terrorizava, stabilirmi a Londra pareva non fare per me. Insomma, io sono una ragazza di un piccolo paese, mi spiegate cosa ci faccio a Londra, la gigantesca e spaventosa Londra? Questa era stata però la mia scelta.
La porta del bagno si spalancò e mia madre entrò come un tornado, già vestita. "Cazzo Joey ti vuoi muovere?!" urlò. Non usava mai parolacce, ma questa volta l'agitazione doveva essere talmente tanta da averle appannato del tutto la ragione.
Mi alzai con fatica e uscii mostrandole il sorriso più sarcastico possibile.
Tornai in camera con l'asciugamano avvolto alla bell'e meglio attorno al corpo e gocciolando per tutto il corridoio. "Vedi di muoverti!" urlò mia madre dal bagno.
"Si!" urlai di rimando esasperata.
Presi dal letto gli abiti che mi ero preparata la sera prima: i miei jeans preferiti, quelli attilatissimi che quasi ti impediscono di respirare, di quel colore consumato. Li reputavo un portafortuna. Li indossai alla svelta, poi mi infilai la cannottiera rossa con le paiette che la ricoprivano totalmente.
Infilai i super tacchi -così chiamavo io le mie scarpe tacco dodici dello stesso colore della maglia- mettendo così in risalto il tatuagguio che mi decorava parte del piede e della caviglia. Uscii dalla stanza un'altra volta diretta al bagno per asciugarmi i capelli e mettermi il trucco.
"Non hai fatto colazione..." mi disse gentilmente mia madre aiutandomi con quei ricci ribelli che non ne volevano sapere di asciugarsi. "Poi sai che non voglio che tu faccia vedere quell'orrendo tatuaggio." borbottò dopo.
"Non è orrendo mamma... inoltre me lo ha regalato papà per i diciotto anni, ricordi?" la rimproverai raccogliendo i lunghi capelli in una coda. Mi misi l'eyelinere e il mascara e fui pronta per uscire, almeno speravo.
Non capivo come mai, ma quando ero stressata facevo vedere la parte peggiore di me: la rabbia incontenibile. La parte più tremenda era che proprio quando avevo bisogno di Niall lui non c'era. "L'accademia" borbottò quando gli chiesi di accompagnarmi e questo mi snervava ancora di più, insomma, era o non era il mio migliore amico?
Feci spallucce. Quello doveva essere il giorno più bello del mondo, con o senza lui, ero perfetta, la scuola che avevo scelto era perfetta e lì avrei trovato compagni perfetti. Almeno speravo.
Salii in macchina e rimasi in silenzio per tutto il tragitto, osservando il paesaggio del mio tranquillo paesino cambiare con quello caotico di Londra.
Tutto pareva stupendo, ma la paura di entrare al college mi perseguitava ancora, attanagliandomi lo stomaco, sopratuttuto quando lo vidi con tutta la sua imponenza dabanti ai miei occhi.

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Ciiao,vorrei iniziare dicendo che questa storia non è mia,ma di una mia amica. I prima capitoli sono un pò corti e non succede niente di che ma da il 3° in poi cambieranno un pò le cose. Spero vi piaccia. Votate e lasciate un commento,se vi fa piacere a me e alla mia amica farebbe molto piacere. Grazie:)

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