Ero davanti alla porta della sua stanza, non poteva essere vero, non ero io quella che voleva bussare a quella porta. Mi dovevo fare coraggio.
Alla lezione di canto di quel pomeriggio non era venuto e avevo paura che fosse per colpa mia, ma in fondo me lo meritavo: lo avevo trattato male e mi ero ostinata a non volergli dare nemmeno una possibilità, tutto perché mi fermavo solo alle apparenze. Lui invece mi vedeva diversa.
Bussai. Nessuna risposta. Bussai un'altra volta, poi una terza e una quarta. «Chi diavolo è! Lasciatemi in pace, le sapete le regole!» urlò da dentro.
«Veramente no...» risposi da fuori afferrando la maniglia e girandola. Entrai.
La stanza era esattamente come me l'ero immaginata: disordinata, con vari CD sparsi per la scrivania e i libri di scuola accatastati in un angolo della stanza a prendere la polvere. Esattamente come la mia, allora qualcosa in comune l'avevamo.
Mi fermai sulla porta e rimasi ad osservarlo, credo che fosse l'unico momento da quando lo avevo incontrato che pensavo veramente fosse bellissimo; indosso portava una di quelle canottiere bianche attillate che gli lasciavano scoperte le braccia piene di tatuaggi, nelle orecchie aveva le cuffiette e appoggiato sulle gambe il computer.
«Che vuoi?» mi chiese senza spostare gli occhi dallo schermo del computer.
«Volevo chiederti scusa... cioè... si, insomma, sono stata un po' stronza... credo...» balbettai tenendo gli occhi bassi.
Lui si tolse le cuffiette e chiuse il computer, poi mi osservò. «Sai cosa ti dico? Che sì, sei stata decisamente stronza, ma del resto lo sono stato anche io con te.» disse.
Pienamente ragione! Per la prima volta nella sua vita aveva detto una cosa sensata, ma non ero andata lì per criticarlo.
«Il fatto sai qual è? Che potrai chiedere scusa quante volte ti pare, ma so benissimo che faticherai sempre a fidarti di me come di chiunque altro.» aveva ragione pure questa volta.
«Il fatto è che...» cominciai, non trovavo le parole, ma solo perché non volevo ferirlo anch'ora. «... il fatto è che tu cambi faccia così spesso che io non riesco a capire quale sia il vero Harry. Ti rendi conto che fino alla scorsa settimana non abbiamo fatto altro che litigare e alla festa mi baci? Io nemmeno ti conosco!» esclamai passandomi una mano tra i capelli sciolti.
«No, sei tu che non vuoi conoscermi! Non lo hai mai voluto fin dall'inizio. Ammettilo!» urlò alzandosi dal letto e afferrandomi con forza per un polso. «Io non sono arrabbiato con te perché forse non mi vuoi, sono arrabbiato con te perché non vuoi conoscermi per quello che sono davvero, tu preferisci fermarti alle apparenze, con tutti! Perfino con Perrie non ti sei voluta sbilanciare più di tanto, tu non ti fidi di nessuno e non capisco il perché!» sbraitò avvicinandosi al mio volto, questa volta era veramente arrabbiato.
«Io... non lo so.» mormorai cercando di mantenere lo sguardo fisso nel suo, era difficile però, avevo paura di affogare in quello che a me pareva vuoto, avevo paura di conoscere veramente le persone, era il mio difetto, ma era così ormai da sempre e nessuno ci faceva più caso se non lui. «Questa però sono io.» dissi serrando le mani in un pugno.
«Non è vero, questo è quello che vuoi essere: fredda con tutti... cavolo, cerca di fidarti delle persone, se ti dico che mi importa davvero di te devi credermi!» disse con la voce leggermente più bassa e tremante. Aveva ragione.
Deglutii, sentivo il suo respiro sul mio volto, la voglia di baciarlo era così forte da farmi quasi innervosire, ma come l'altra volta la prima mossa la fece lui. «Ti prego, fidati, almeno di me.» sussurrò prima di appoggiare le sue labbra sulle mie. Erano così calde, sentivo quel calore percorrermi tutto il corpo, il mondo per me poteva finire in quel momento, non importava, perché quel momento era il più reale della mia vita; quelle labbra, Harry, erano l'unica cosa reale per me dopo tanto tempo. Le sue mani mi cingevano i fianchi, le mie braccia erano attorno al suo collo, finalmente aveva vinto l'istinto. Sorrisi mente mi baciava perché aveva ragione, dovevo iniziare a fidarmi sul serio delle persone.______________________
Scusate se ho postato solo ora. Domani metterò molti capitoli in più
Un bacio,sara
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Madness
FanfictionJoey Hamilton è una ragazza di diciotto anni impulsiva,studiosa,con la passione del canto,ma orgogliosa e ribelle. Decide di iscriversi alla Brit,una scuola per talenti di Londra,dove incontrerà Harry Styles. Lui è un ragazzo prepotente e sfacciato...