«Scusa per ieri, ma ero stressato perché non ho potuto fare lezione... lo so, è stupido, ma mio padre ha detto che se mi assentavo dalle lezioni non mi avrebbe più pagato gli studi.» mi sentii dire alle spalle. Harry era comparso dal nulla nel mezzo del corridoio. Mi girai e lo guardai con aria interrogativa, poi ricordai. «Ah, perché eri strano! Tutto a posto davvero!» gli dissi sorridendo. Mi faceva piacere che avesse chiesto scusa, anche se non so bene per cosa, capitano a tutti in fondo le giornate "no", possiamo quindi dire che quella di ieri era semplicemente una giornata di passaggio ecco.
Mi diede un bacio sulla fronte e mi sorrise. «È meglio averti come amica che come nemica!» disse. Lo guardai interrogativo e lui mi baciò; un'altra volta una sensazione di piacere mi invase lo stomaco.
«Che fai oggi?»
«Starò tutto il tempo in camera mia a deprimermi per i compiti.» borbottai sorridendo.
«Oppure puoi venire al cinema, ti va?» chiese piegando la testa di lato e prendendomi le mani.
«Va bene, meglio che deprimersi!»
Era la prima volta che stavo così bene con un ragazzo e, finalmente, anche con me stessa; avevo sempre faticato a dare fiducia a qualcuno, ma poter finalmente fidarmi mi faceva stare in pace con me... era bello.
Nel pomeriggio, quando uscimmo, era uscito il sole, ed esso illuminava le caotiche vie di Londra e la strada bagnata; era piacevole passeggiare quando il tiepido sole ti sfiorava la pelle, ma sinceramente non mi dispiacevano nemmeno le giornate di pioggia, mi piaceva quando in momenti di rabbia o tristezza mi schiaffeggiava il viso... era come se in qualche modo volesse sciogliere quella parte di me che non avrebbe dovuto esistere.
«Cosa si guarda?» chiesi.
«Sinceramente non lo so, ma avevo voglia di andare al cinema con te.» rispose ridendo, buttando la testa indietro come sempre.
Arrivati al cinema e pagato il biglietto, per un film di cui non avevamo nemmeno mai visto la pubblicità, ci fiondammo nella sala al buio e ci sedemmo sulle comode poltrone.
«Manca una mezzoretta prima che cominci.» disse mangiando una manciata di pop corn.
«Allora non finirli prima che cominci!»
«Guarda che anche tu stai bevendo la Coca Cola, quindi parla per te!» rispose lui.
Beccata, avevo appena finito di berne un sorso dalla fredda lattina. Sbuffai, aveva sempre la risposta pronta e questa cosa mi dava un po' fastidio, era quasi come se volesse mettermi i piedi in testa, anche se non era realmente così.
Mi prese il volto tra le mani e mi baciò, aveva le labbra salate, eppure mi pareva un bacio dolce come quello dell'altra sera, le sue labbra erano calde e morbide, quasi mi dispiaceva che non fosse il mio fidanzato al cento per cento.
«A che pensi?» mi chiese dopo guardandomi con quel sorriso che mi faceva sempre battere il cuore all'impazzata.
«A niente.» risposi.
«Joey io...»
«Tu?» lo incalzai, non sopportavo la suspense, soprattutto non al buio.
«Io... io credo di essermi innamorato di te.» disse poi.
«Cosa?» chiesi. No, no, no! Non avrei dovuto usare quella parola! Ero una stronza patentata! «Scusa, cioè... non me lo sarei aspettata da te e...»
«Joey ma io ti piaccio davvero o sono solo un gioco!?» chiese alzando leggermente la voce, no, ti prego, non dovevi urlare.
«Non urlare, non lo sopporto Harry.» gli dissi prendendolo per un braccio mentre cercava di alzarsi. «Per me non sei un gioco, dico sul serio.» risposi sorridendo.
Lui annuì e diede uno strattone al braccio, poi si alzò. «E ora dove vai!» urlai.
«Al bagno, posso?»
Avevo fatto la più grande cazzata della mia vita, avrei dovuto dirgli che l'amavo anche io, dirgli ciò che pensavo davvero, invece avevo lasciato che l'impulso agisse come sempre. Ma perché ero così impulsiva, perché ogni volta che qualcuno mi diceva che mi voleva bene lo mandavo via? Io lo amavo davvero, ma come al solito dicevo le cose in modo violento, impulsivo, quasi tutte le persone mi stessero aggredendo... dovevo imparare a controllarmi.
Mi alzai e mi diressi verso il bagno. Lui era fuori dalla porta che conduceva ai bagni delle donne e degli uomini, che guardava il soffitto, le mani in tasca, lo sguardo serio, quasi dispiaciuto. Mi avvicinai lenta, ma quando gli fui vicino lo abbracciai. «Scusa, non volevo, è colpa mia.» sussurrai affondando il viso nel suo petto.
Lui per risposta mi baciò e aprì la porta del bagno e entrammo, poi tutto finì e iniziò proprio come l'altra sera, tra quei baci e quelle carezze.
_______________________
Mi dispiace molto per avervi fatto spettare tanto (come vi ho già detto nell'ultimo commento) sono però contenta che voi abbiate continuato a chiedere del capitolo perché vuol dire che la storia vi piace molto e io ne sono veramente contenta.Quindi vi ringrazio. spero di poter mettere presto un nuovo capitolo, ma come sapete dipende tutto dalla scuola e dalle verifiche che mi danno. Continuate a leggere e siccome questo capitolo lo aspettavate da secoli commentate più che potete!
Un bacio
Carla
STAI LEGGENDO
Madness
FanfictionJoey Hamilton è una ragazza di diciotto anni impulsiva,studiosa,con la passione del canto,ma orgogliosa e ribelle. Decide di iscriversi alla Brit,una scuola per talenti di Londra,dove incontrerà Harry Styles. Lui è un ragazzo prepotente e sfacciato...