CAPITOLO 12

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Quando uscii dalla stanza di Harry sentivo ancora il sapore delle sue labbra sulle mie, ma ora che ero fuori da quella stanza la cosa che mi importava di più era chiedere scusa a Perrie, perché Harry aveva ragione: non davo fiducia nemmeno a lei.
Entrai nella mia stanza e mi buttai sul suo letto facendola cadere a terra col libro in testa. «Ma che ti prende?» strillò ridendo a crepapelle e sdraiandosi a terra per le risate. Io mi sarei incazzata invece, lei però era così: sincera con tutti, l'opposto di me.
«Scusa, non volevo. E scusa anche per altro.»
«Del tipo?» chiese rialzandosi e sedendosi a gambe incrociate sul letto. «Io non sono... un'amica modello ecco.» balbettai abbassando gli occhi.
«Oh Jo, ognuno ha i propri difetti, pure io! Ciò però non ti rende una cattiva amica... è vero, riconosco che ho notato che te non ti fidi a pieno di me, ma credo sia anche normale visto che ci conosciamo da poco.» disse con dolcezza alzandomi il volto e guardandomi negli occhi.
«Non è come credi, io non mi sarei mai fidata di te... sono così.»
«Appunto, tu sei così e non ci puoi fare niente. A me sta bene sai? A tutte va bene, avrai i tuoi motivi, solo che Harry... te l'ho detto, è diverso. Lui ci tiene che le persone si fidino di lui, perché nessuno lo ha mai fatto e crede che tu sia la ragazza perfetta, me lo ha detto... ed io te l'ho detto, lui non è come gli altri ragazzi che hai conosciuto.»
«Lo so, ma... io credo anche che abbia ragione, se non mi fido di voi un giorno vi stancherete e non voglio, io mi trovo davvero bene con voi, con te, sei una vera amica ed io non te l'ho mai dimostrato.» ammisi.
«Non ce n'è bisogno, io lo so che sei mia amica.» sorrise e mi diede un leggero pugno sulla spalla per farmi sorridere. «Allora questa volta rimani alla festa?»
«No, non vengo, non ho voglia di finire un'altra volta in piscina col top mezzo sceso!» risi e mi alzai dal suo letto.
«Ok allora ci vediamo dei film insieme.»
«Tu non vuoi andare alla festa?» chiesi incredula.
«Ma mi va anche di vedere un film con i pop corn con tanto burro!» esclamò andando verso la "libreria dei film", così chiamava lei la parte di libreria nella quale aveva messo tutti i dischi dei film che entrambe avevamo portato da casa.
Guardammo film e mangiammo pop corn tutta la notte, ridendo e scherzando, sedute sul tappeto in fondo ai letti, col computer davanti a noi e la coperta sulle gambe ricoperta da briciole di pop corn. Non credevo che mi sarei mai divertita così con un'altra che non era Jade, l'unica persona, dopo mia madre, della quale mi fidavo ciecamente. Sapevo che ci avrei messo un po' ad abituarmi che se volevo veramente degli amici dovevo aver fiducia di loro, ma sapevo anche che tutti avrebbero avuto pazienza e che loro mi accettavano per quello che ero e con questo difetto.

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