Mi svegliai con un mal di testa pazzesco e mi sembrava di sentire ancora la musica rimbombare nelle mie orecchie; la gola bruciava come infuocata, avevo sete e tra lo stomaco e la gola la sensazione di chi sta per vomitare.
Sbuffai e cercai di alzarmi, fu all'ora che mi accorsi di essere bloccata da un braccio e completamente nuda. «Che caz...» mi frenai e guardai Harry... allora non era stato un sogno! Se devo dirla tutta non ricordavo molto dei particolari, solo che era stato bello.
Scostai il suo braccio e mi alzai alla ricerca dei vestiti, poi presi in mano i tacchi, non me li sarei messi, soprattutto ora che ricordavo quello che era successo la sera prima, non avevo intenzione di farmi vedere ancora barcollante su di essi, fino a prova contraria ero ancora mezzo ubriaca.
Scossi leggermente Harry che si svegliò e mi guardò. «Che c'è? Lasciami in pace...» borbottò in modo quasi incomprensibile.
«Su avanti alzati, sono le dieci e noi siamo ancora qui!»
«Cosa?» urlò. Si alzò di tutta fretta e si vesti altrettanto in fretta, poi prese le chiavi della macchina e mi trascinò fuori dalla stanza.
«Non sono mai mancato da scuola nemmeno quando ero malato!» sbraitò.
Secchione. Pensai ridendo.
«Fa silenzio che gli altri dormono.» Lui annuì distratto. Che bello essere calcolati!
«Aspetta.» dissi ed entrai in cucina.
Niall beveva un bicchiere d'acqua e si sciacquava il volto, non aveva un bell'aspetto, doveva aver bevuto troppo la sera prima.
«Ciao, io devo andare.» dissi abbracciandolo, puzzava d'alcol da far schifo.
Lui annuì e mi scompigliò i capelli sorridendo. «E fatti una doccia!» gli dissi sorridendo anch'io.
Lui rise e annuì ancora. «Però aspetta.»
Prese una bottiglia vuota e la girò nella mia direzione. «Obbligo o verità?» chiese ridendo.
«Verità, ma solo perché sei te.» risposi prendendo la bottiglia e buttandola.
«Vergine?» chiese.
«Ma che te frega!» risi dandogli un piccolo pugno sulla spalla. Lui rise e mi salutò, poi uscii dalla cucina.
Tornammo a casa mia per salutare mia madre, ma poi il viaggio fu veramente stancante, io e Harry parlammo veramente poco, lui era stressato perché sapeva che oggi non si sarebbe potuta fare lezione, infatti quando arrivammo le lezioni erano quasi finite.
«Allora?» squittì Perrie buttandosi sul mio letto.
«Allora...»
«Ah lo sapevo!»
Mi misi un dito sulle labbra in segno di stare zitta a riguardo e lei alzò le mani in segno di resa.
«Lui?»
«Oggi è strano. Boh!» era strano davvero oggi e la mia più grande paura era che ora non mi volesse più, che dopo aver ottenuto non gliene fregasse più niente di me. Era successo spesso alle mie amiche, non volevo che capitasse anche a me, non volevo soffrire come mia madre. Mi sforzai di sorriderle e tornai a leggere il mio libro.
«Non è cattivo, fidati.» le sorrisi e annuii, per una volta volevo fidarmi.
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Madness
FanfictionJoey Hamilton è una ragazza di diciotto anni impulsiva,studiosa,con la passione del canto,ma orgogliosa e ribelle. Decide di iscriversi alla Brit,una scuola per talenti di Londra,dove incontrerà Harry Styles. Lui è un ragazzo prepotente e sfacciato...