CAPITOLO 14

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Quel pomeriggio dovevo tornare nella mia piccola cittadina fuori Londra, era il compleanno di Niall. Non era questo il problema, certo; io e Niall ci conoscevamo da quando eravamo nati, il fatto e che Harry si era proposto di accompagnarmi. Come amico, naturale, perché credo che entrambi alla fine non volessimo una storia seria, almeno io per ora. Forse parrà una cattiveria, ma in fondo non si può pretendere altro da una ragazza che non ha affatto fiducia dell'altro sesso da quando ha beccato il padre a letto con un'altra donna che non era la madre... era ancora sposato.

In quel momento volevo un amico, solo un amico con cui... divertirmi? Non chiedevo altro e sinceramente credo che anche le intenzioni di Harry non fossero diverse: uscire insieme, mangiare un gelato magari, andare insieme alla feste, magari qualche bacio ma non concederci.

Ora come ora ripensandoci non saprei se era veramente quello che lui voleva o se piuttosto fosse quello che volevo io, ma di certo mi ha fatto illudere di questo. Non volevo soffrire come mia madre, non volevo una storia seria, solo per non innamorarmi realmente della gente, perché per me amore voleva dire sofferenza.

In macchina non facemmo altro che cantare e provare il duetto della recita di Natale... si avvicinava sempre di più. Ogni volta che lo sentivo cantare mi rendevo conto che la sua voce era davvero stupenda e che avrebbe avuto successo nella vita per quella voce.

Quando arrivammo mia madre accolse entrambi con abbracci, non credo che lui fosse abituato a ciò però ricambiò l'abbraccio.

«Tua madre non ti abbraccia?» scherzai.

«Mia madre è partita per un lungo viaggio per il mondo quando avevo cinque anni, naturalmente un viaggio che dura ancora, diciamo che non credo farà mai ritorno.» rispose sorridendo ed entrando in casa.

Diciamo che a me piuttosto mi aveva spiazzato, mettiamola in questo modo: ero un'idiota, parlavo sempre a sproposito.

«Allora tu sei Harry...» disse mia madre. Ecco, cominciava col solito interrogatorio.

«...e sei della B.R.I.T. ...» continuò. «... e studi canto...» ancora. «...e...»

«... e basta ma'? Sembri un poliziotto, non è un criminale lascialo in pace per favore!» e come sempre le rispondevo.

Mi alzai e mi diressi in cucina, ma prima lanciai un'occhiata a Harry che se la rideva sotto i baffi e rispondeva tranquillo a ogni domanda che mia madre gli poneva, perché, naturalmente, aveva ignorato il mio rimprovero e continuato il suo terzo grado.

Scossi la testa e buttai giù un bicchiere d'acqua, ogni volta che mi sentivo a disagio, o meglio, che mia madre mi metteva a disagio, mi veniva una sete tremenda.

Tornai in salotto e mi sedetti accanto a mia madre. Osservai entrambi, forse per all'ora poteva sembrarmi un pensiero stupido, ma ora come ora non più; vederli divertire così mi piacque e in quel momento pensai addirittura che per mia madre poteva essere davvero un buon genero. Scossi la testa e Harry mi guardò interrogativo. «Un pensiero stupido lascia perdere.» gli risposi. Lui sorrise, non so se lui avesse mai capito cosa mi era passato per la testa in quei piccoli istanti, non me lo ha mai detto, ma il bello è anche questo: un po' di mistero.

Guardai l'orologio. «È quasi ora, ci andiamo a preparare?» gli chiesi. Lui annuì e salimmo le scale verso le nostre stanze.

Entrai nella mia e mi buttai sul letto, non mi ero mai sentita così confusa in tutta la mia vita, Harry era così diverso dagli altri da farmi impazzire. Mi rotolai giù dal letto e mi avviai a gattoni all'armadio. Mi alzai e scesi il mini vestitino bianco che mi aveva regalato Niall per il compleanno appena passato; mi venne da sorridere al pensiero che davvero me lo sarei messo, credo che fino a qualche tempo prima non mi sarei mai vista in un vestito bianco che arrivava solo a metà coscia. No, era uno scherzo, non mi ero mai messa un vestito in tutta la mia vita!

Lo gettai sul letto e presi dei jeans dall'armadio.

«Perché non te lo metti?» chiese una voce alle mie spalle. Sussultai, Harry nella mia stanza? Che diavolo ci faceva?

Mi tolse i jeans dalle mani e li riappese, poi mi porse il vestito e si stese sul letto.

«Forse e meglio se esci dato che devo cambiarmi.» gli dissi.

«Ma hai il bagno in camera! Poi voglio un po' curiosare qua dentro.» disse ridendo.

Sbuffai ed entrai nel bagno dentro la mia stanza.

Mi infilai il vestito alla svelta e mi guardai allo specchio notando che Niall aveva davvero gusto e che non mi stava niente male. Presi delle scarpe nere dalla scarpiera e sorrisi guardando il mio tatuaggio: il primo atto di ribellione a mia madre e mio padre, infatti mi veniva da ridere perché, per farmelo regalare da mio padre -che ero costretta a vedere almeno una volta al mese-, lo avevo ricattato dicendogli che era solo colpa sua e di quella donna da quattro soldi che si portava a letto se non avevo ancora un fidanzato e non mi fidavo del sesso maschile. Mi ero pure messa a piangere, lo ricattavo per tutto, ma credevo che se lo meritasse, mi aveva fatto soffrire troppo.

Uscii dal bagno e Harry sorrise. «Visto? Ti sta bene.»

Sorrisi al quanto intimidita e poi scesi le scale.

«Divertitevi alla festa e salutate Niall e la sua famiglia!» mi urlò mia madre dalla cucina schioccandomi un bacio da lontano, sorrisi, meno male non era uscita dalla cucina altrimenti mi avrebbe fatto volare in camera per cambiarmi. Ma forse lo sospettava già, lei capiva sempre tutto di me e forse aveva capito pure cose che io in quel momento non comprendevo ancora: i miei sentimenti nei confronti di Harry.

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Ehi, la scrittrice ha deciso che ci saranno più o meno 30 capitoli.Quindi ha già deciso come andrà a finire.

Siccome nell'ultimo capitolo ci sarà un colpo di scena ci sarà un sequel, quindi un secondo libro. Che ne pensate?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto

Nel prossimo capitolo ci saranno alcuni punti forti,non scandalizzatevi.

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