Capitolo 10

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QUESTO SARÀ IL PRIMO CAPITOLO DAL PUNTO DI VISTA DI MAURA. HO PENSATO CHE DESCRIVESSE MEGLIO LA STORIA. SPERO VI PIACCIA. UN BACIO. SARA😘

Apro lentamente gli occhi. Sono abbracciata a Jane, con la faccia tra i suoi riccioli ribelli. Le accarezzo piano una guancia, per puro istinto, e senza volerlo la sveglio. Vedo che apre gli occhi, rivelando quelle iridi color nocciola che amo tanto, mi fa un sorriso dolce che ricambio di buon grado. I suoi sorrisi mi fanno sciogliere ogni volta. Mi sporgo leggermente e appoggio le mie labbra sulle sue in un bacio dolce, ma carico di passione e desiderio. Dopo un po' ci stacchiamo, ma non sciogliamo il contatto visivo.

J:- Maura sono le dieci, forse ci dovremmo alzare. La colazione chiude fra 30 minuti...-

Cavolo é vero! Ci prepariamo, passandoci intimo e abiti in sincronia, come abbiamo fatto queste due fantastiche settimane. Anche se... Tra due giorni Jane partirà... Come farò non potendola vedere... baciare... toccare. Questi pensieri affollano la mia mente per colazione, e, senza volerlo, mi chiudo in me e tengo sempre lo sguardo basso. Jane se ne accorge e quando siamo sole in camera mi fa sedere sul letto appena rifatto e mi prende il viso tra le mani.

J:- Ehi Maur... Cosa succede?- mi dice guardandomi dolcemente. Io a quelle parole non resisto più e scoppio a piangere. Un pianto liberatorio che mi tengo dentro da quando mi sono svegliata. Lei mi prende tra le braccia e mi culla finché anche l'ultimo singhiozzo non si é placato.

M:- Sc... Scusami Jane... É solo che...- solo a pensare quelle parole ricomincio a singhiozzare. Finalmente dopo altri venti minuti buoni che sono tra le braccia di Jane, con lei che mi accarezza la testa, riesco a parlare -É solo che tra due giorni te ne andrai e quando io sarò a Boston e tu a Quantico... io non so come farò ad andare avanti senza di te, senza il tuo sorriso, le tue battute, i tuoi abbracci, i tuo baci... Io... Io vorrei solo che tu restassi ancora con me... Non mi sento pronta a lasciarti Jane- appena pronunciate quelle parole le lacrime ricominciano a scendere, senza che io possa fare nulla per fermarle. Come non posso fare nulla per fermare Jane.

All'improvviso lei mi prende il viso tra le mani e asciuga una ad una tutte le lacrime che mi rigano il volto, come avevo fatto io la sera del nostro primo bacio.

J:- Amore... Ehi... È tutto ok... Tranquilla... Ascolta nemmeno io sono pronta a lasciarti, non dopo tutto questo. Non dopo quello che ho capito di provare per te e che ho visto ricambiato. Maura... Ascoltami... Io... Io stamani mattina mi sono svegliata presto e dono uscita. Sai per fare cosa?- le faccio segno di no con la testa. -Per chiamare Cameron e spigargli tutto questo. Per spiegargli che non sono più disposta a lasciarti... e che per questo... che per questo ho cambiar idea e non andrò a Quantico!- la guardo attonita, chiedendomi se quello che ho sentito lo ha detto davvero o me lo sono immaginato.

M:- Cosa?!-

J:- Gli ho detto che ho cambiato idea e che non posso venire a Quantico perché questo vorrebbe dire rinunciare a te. Lui ha capito e mi ha detto che non c'è problema. Dopo ho chiamato Cavanaugh e ho spiegato tutto anche a lui -mi dispiace se non ti ho chiesto il permesso prima di dirgli della relazione, ma ha promesso di non dirlo a nessuno.- e ha detto che sarà più che felice di ridarmi il mio posto di detective alla omicidi. Per ultimo ho chiamato la compagnia aerea, cancellando il mio volo per Quantico e prenotandone uno per Boston!- la mia testa a quelle parole impazzisce.

Le salto letteralmente addosso, spinge,sola sul letto e cominciando a baciarle ogni parte del viso prima di fiondarmi su quelle labbra da cui ormai sono dipendente. Appena mi sono ripresa dalla notizia bomba usciamo per tornare alla Tour Eiffel. É il monumento preferito di Jane ed il mio ( dopo il Louvre ovviamente ). Ci fermiamo al secondo piano e pranziamo nel ristorante che c'è lì, prendendo un posto da cui c'è una vista spettacolare. Restiamo a camminare e chiacchierare lungo la Senna. Fino alle cinque e mezzo. Jane mi ha detto che ha avvertito l'hotel che avremmo mangiato fuori la sera. Quando le ho chiesto spiegazioni mi ha detto che é una sorpresa. Torniamo in hotel perché mi ha detto che deve prendere alcune cose. Io la aspetto nella hall e, quando la vedo scendere con un borsone le rivolgo uno sguardo interrogativo a cui lei risponde con la sua faccia "aspetta e vedrai" alzo gli occhi al cielo e la seguo fuori. É quasi il tramonto. Chiamiamo un taxi e Jane gli passa un bigliettino con scritte le indicazioni. Il viaggio dura circa quindici minuti e mi accorgo che l'ultimo pezzo é in salita.

Quando scendo non riesco a credere ai miei occhi...

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