I Giorni ...

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Il giorno dopo, Agnese raggiunse Piero a Milano per effettuare il test di paternità.

-'quando scoprirai che è tuo cosa farai?'- chiese Agnese certa del risultato di quel test

-'mi prenderò tutte le mie responsabilità come padre. Null'altro'- chiarì Piero

-'hai delle responsabilità anche nei miei confronti. Mi hai messo incinta rovinandomi per sempre la vita'-

-'un figlio non è una rovina'- disse convinto lui guardandola negli occhi –' riconoscerò il bambino, non gli farò mancare nulla, potrà vivere anche con me se tu non vuoi ma non ho la minima intenzione di stare con te. '- chiarì di nuovo il tenore

-' non ti ha lasciato ancora quella?'- chiese sarcastica –' eppure aveva tutto l'aria di farlo quando ha saputo del bambino'- si lasciò sfuggire lei

-'cosa vuoi dire?'- chiese lui confuso provocando una risata in Agnese e permettendo a Piero di capire finalmente cosa era successo –' quindi sei stata tu a dirglielo?'

Angelica il giorno prima non gli aveva voluto dire come aveva scoperto della gravidanza di Agnese.

-'certo. Sono andata da lei e le ho fatto vedere l'ecografia'- spiegò fiera lei

Piero non riuscì ad articolare neppure una parola, tutti i suoi pensieri erano orientati verso Angelica, alla sofferenza provata nell'aver scoperto in quel modo la verità, nel dolore che aveva provato a tenere tra le amni quell'ecografia e soprattutto nell'ascoltare Agnese parlare di lui e di quel bambino.

Accompagnata Agnese in albergo, Piero la fece scendere dall'auto ricordandole di non far parola con nessuno di quella sua gravidanza, di chiamarlo se avesse avuto bisogno di qualcosa ma soprattutto di non contattare più Angelica. La sera stessa Agnese se ne ritornò in Sicilia, mentre Piero preparava la valigia. Tra due giorni sarebbe andato finalmente a Napoli. Aveva bisogno di Angelica, vederla, abbracciarla, amarla e sentirsi amato. Dopo la scoperta di quella gravidanza la sentiva più fredda e distaccata e temeva seriamente di perderla.

Fu lei ad andarlo a prendere all'aeroporto e accompagnarlo in albergo.

Fu straziante per Angelica rivederlo dopo tre settimane di lontananza e percepirlo come un estraneo. Per quanto amasse ancora quell'uomo non riusciva più a vederlo come suo. Nella mente ripensava a quella ecografia e alle parole di Agnese '' Piero deve stare con me e con suo figlio'', e aveva ragione, aveva tremendamente ragione. Ogni bambino ha diritto di crescere con entrambi i genitori.

Trascorsero il pomeriggio in camera, come succedeva sempre quando si ritrovavano dopo un lungo periodo di lontananza, ma stavolta parlarono soltanto, parlarono tanto.

Piero chiese ancora perdono per non avergli comunicato di quella gravidanza appena l'aveva scoperto ma si giustificò dicendo che voleva dirglielo di persona e non tramite telefono, raccontò dell'incontro con Agnese, del test di paternità e di come si sarebbe comportato nel caso quel bambino fosse suo. Lui desiderava affrontare tutto avendo accanto Angelica, aveva bisogno di averla accanto, di essere amato e capito da lei così come aveva bisogno di amare lei, solo e unicamente lei.

Angelica dal canto suo non riusciva ad accettare quella situazione. Piero era molto protettivo verso chi amava e di certo sarebbe stato molto presente nella vita di quel bambino, Agnese voleva Piero e avrebbe fatto di tutto pur di far capitolare Piero ai suoi piedi approfittando di quella creatura. E lei? Lei che ruolo aveva in tutto questo? Il ruolo della matrigna, della cattiva egoista che non permette ad un padre di stare con la madre del suo bambino. Del terzo incomodo che avrebbe aspettato a casa ogni volta che Piero si sarebbe recato a trovare il bambino a casa di Agnese. Sarebbe riuscita a vivere in questa situazione?

La risposta non tardò ad arrivare.

Il giorno dopo, Piero e Angelica stavano pranzando in un ristorante a Via Caracciolo quando arrivò una chiamata a Piero, era da parte di uno dei legali de Il Volo.

-'Ciao Guido, dimmi'-

-'Piero mi sono arrivati i risultati'

-'e..?'

-'è tuo'- si imitò a dire l'avvocato non sapendo se dire 'auguri' per la paternità o 'mi spiace' vista la situazione ingarbugliata

-'grazie'- e staccò senza aggiungere altro.

Non ebbe bisogno di spiegazione. Angelica sapeva chi era Guido, aveva capito il motivo di quella chiamata e non le fu difficile intuire il contenuto.

-'mi spiace ma io non ci riesco'- si alzò e fece per allontanarsi dal tavolo ma Piero la trattenne

-'ti prego parliamone'

-'di cosa Piè?'- chiese mentre iniziò a piangere

-'stai con me, ti prego. Ho bisogno di te. non mi lasciare '- ammise ammorbidendo la presa

-'congratulazione'- riuscì a dirgli per poi andarsene via.

Piero credeva essere la reazione a caldo di quella scoperta, ma si sbagliava. Angelica non lo contattò più, ne rispondeva ai suoi messaggi e alle sue chiamate. Tentò di contattarla tramite la sorella ma nulla, Angelica si era chiusa e non accennava ad avere alcun rapporto con chi la potesse portare a Piero.

 E così trascorse giorni che si trasformarono in  settimane, settimane che si trasformarono in mesi.

Di nuovo l'uno senza l'altra. Riusciranno mai a stare insieme ?

Grazie di tutto ... 

Buona lettura

Luna Nascosta - (sequel di L'Ultima Volta)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora