Il lupo perde il pelo ma non il vizio

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Ecco qui il secondo aggiornamento!
Buona lettura! 😘

Margot attese che il sole tramontasse, prima di poter mettere in atto il suo ritorno a palazzo senza essere vista. Sentì la madre e Amanda scherzare con i gemellini, Louis uscire di casa ed Esteban continuare a saldare la corda all'albero per la realizzazione dell'altalena. La regina era nel rifugio, tolse il lenzuolo grigio dal letto che Scarlett le aveva offerto e se lo legò intorno al collo con un piccolo nodo, lasciando un lembo da parte a mo' di cappuccio. Non avrebbe mai pensato di compiere nuovamente una cosa del genere, non dopo ciò che la prima fuga aveva comportato nella sua vita. Dal piano di sopra non giungeva più un rumore, probabilmente erano tutti in giardino. Strappò un pezzo di carta pulita dalla lettera di Pierre, ruppe un piccolo lembo del cuscino per rimediare una piuma e ne intinse il gambo nel calamaio appoggiato alla finestra. Scarlett aveva lasciato l'inchiostro lì al rifugio senza alcuna penna in quanto, costando parecchio, ne possedeva solo una e la usava principalmente lei. La prestava ai reali, ovviamente, ma Margot non avrebbe mai potuto chiedergliela in prestito in quel preciso momento. Abbozzò due righe sul foglio e lo appoggiò piano sul letto di Evelyne, stando attenta a non far colare l'inchiostro. Si sollevò dunque il cappuccio improvvisato sulla testa e si arrampicò sulle scale di legno, spingendo dall'interno la botola per uscire all'aria aperta. Impiegò un po' di tempo e forza prima di spingere il legno e arrampicarsi sul bordo. C'era vento, quella sera, per cui il lenzuolo si attorcigliava al corpo della ragazza. Margot richiuse il legno della botola e si assicurò che nessuno l'avesse vista, dopodiché girò intorno alla casa per liberare un cavallo dalla carrozza. Si avvicinò ad uno stallone bianco, sciogliendo i nodi che lo tenevano legato al mezzo, poi si attorcigliò le briglie intorno al polso e si allontanò, accarezzando il dorso del cavallo per non farlo agitare o, peggio, nitrire spaventato. Andò sulla strada e si sistemò per salire in groppa quando un rumore alle sue spalle la fece immobilizzare.
"Cosa stai cercando di fare?" disse Louis sgomento. Aveva una giacca sulle spalle ed un busta in mano ricolma di fieno. Margot si girò verso di lui con le mani ancora appoggiate sulla sella del cavallo pronta a saltare. Era stata colta in flagrante. Non poteva nemmeno dire nulla a sua discolpa. Qualsiasi cosa sarebbe stata vanificata da Louis. Sospirò sconfitta e tolse le mani dalla sella, girandosi verso il ragazzo.
"A te cosa sembra?"
Louis le si avvicinò con gli occhi socchiusi e le labbra strette. Un soffio di vento gli fece smuovere il ciuffo di capelli dagli occhi. "Che stai per fare uno sbaglio madornale."
Margot sospirò, lasciando una carezza sulla criniera incatenata del cavallo. "Louis, sono la regina di questo Principato, non posso semplicemente starmene nascosta qui. Ho un dovere verso il mio popolo."
Louis allargò la busta e prese una manciata di fieno, avvicinandola al muso del cavallo che la divorò subito, continuando a ruminare anche dopo averla terminata. "Pierre tiene alla tua sicurezza."
Margot alzò gli occhi al cielo. "Lo so. Altrimenti non mi avrebbe lasciata qui a Montecarlo per una settimana. Ma..." guardò le briglie attorcigliate al suo polso magro. "Nonostante è come se lo fossimo, Pierre non è ancora mio marito. Non è ancora il re consorte di Monaco, quindi sono io ad avere la totalità del potere, per adesso. Sono io che devo prendere le decisioni, qui. Legalmente, Pierre ancora non potrebbe, ma lo fa per il mio bene."
Louis andò dagli altri cavalli, ponendo il fieno nello scomparto, poi tornò dalla regina. "Come pensi di procedere, allora?"
Margot sollevò le spalle. "Ho lasciato un messaggio nel rifugio, in cui ringrazio Scarlett e rincuoro mia madre, decretando la sua permanenza qui fino ad un mio nuovo ordine. Almeno loro tre è necessario che siano al sicuro. Anzi" disse, puntando il suo sguardo sul viso di Louis. "Voi quattro."
Il cocchiere scoppiò a ridere, portandosi una mano sulla pancia, per poi divenire serio di colpo. "Oh, no. Non hai capito proprio niente." Saltò in groppa al cavallo che Margot aveva preso con sè. La regina sgranò gli occhi. "Non ti lascerò mai tornare da sola, con gli eserciti in agguato."
Margot si leccò le labbra e sciolse le briglie dal suo polso, ponendole in mano di Louis. Il ragazzo le porse una mano e la regina salì in groppa sul retro, agganciandosi con le braccia al torso di Louis. "Non voglio ti accada niente."
"Lo stesso vale per me" rispose il cocchiere. "Pronta?"
Margot annuì contro la sua schiena e sentì i muscoli di Louis contrarsi quando scrollò le redini del cavallo e partì. Il vento le fischiava nelle orecchie e le spostava pesantemente il lenzuolo di dosso. Aveva le mani ben ancorate al busto di Louis mentre procedevano veloci lungo le strade di Montecarlo. Percorsero lo stesso tragitto dell'andata, passando attraverso boschetti e scorciatoie per evitare di essere visti. Quando arrivarono sul sentiero nel bosco del castello erano forse le due del mattino e gli eserciti erano in subbuglio in pianura. Si bloccarono al basso muretto di mattoni, legando il cavallo ad un ferro arrugginito incastonato tra le pietre. Iniziarono a procedere a piedi, l'uno accanto all'altra. "C'è altro che devo sapere e che non mi è stato detto?"
Louis scosse il capo. "Italia, Francia e Monaco contro Scozia e Belgio. Nessun cambiamento, a parte l'intervento di re Alessandro."
"Perché Leonard non sta chiedendo aiuto alla Germania? Ora sono numericamente inferiori ai nostri eserciti."
Louis strinse le labbra, scuotendo il capo. "Ho paura, Margot, che Leonard stia confabulando qualcosa di tremendo e che questa guerra che stanno combattendo sia solo un'avvisaglia."
Margot si morse il labbro, scostando un grosso ramo dalla sua traiettoria. "Lo temo anche io."
"E sono sicuro che Pierre ed Alessandro lo sappiano benissimo."
Margot scorse la porticina del passaggio segreto e si aggrappò al braccio di Louis. "Da questa parte" disse, tirandolo a sè. Quando entrarono nel palazzo, Margot si liberò del lenzuolo e camminò spedita lungo i corridoi. La gente cercava di dormire, addossata ai muri, con i bambini che stringevano i loro pupazzi tra le braccia. La regina non poteva abbandonarli. I rumori degli spari e delle spade che si scontravano tra loro andò a sfumarsi sempre più, fino a quando non si propagò un silenzio irreale. Louis si immobilizzò, appoggiando la sua mano sulla pistola appesa al fianco, mentre Margot rimaneva ferma con gli occhi fissi sul portone di ingresso. Quando questo venne aperto, apparvero le figure di Pierre e Alessandro, sfiniti e sporchi di terra e fango. Pierre aveva una mano premuta contro una spalla completamente sporca di sangue. Aveva uno sguardo addolorato stampato in faccia, ma quando sollevò gli occhi su Margot li sgranò.
La regina corse verso di lui.
"Cosa diamine ci fai qui?" sibilò Pierre con voce graffiante. Louis si avvicinò al re Alessandro, inchinandosi rispettoso.
"Vorrebbe qualcosa, Maestà?" chiese il cocchiere, ma il re italiano sollevò la mano, evitando di rispondere. I suoi occhi scuri erano puntati sulla regina che tentava di scostare la mano di Pierre per vedere il grado della ferita.
"Non posso restare a Montecarlo, Pierre. Devo rimanere qui, e non m'importa di quanto pericoloso sia per la mia vita. È questo il mio posto e devo occuparmi del mio regno."
Louis sorrise sollevando un lato delle labbra e Pierre finalmente lo notò. "Dove sono gli altri?"
"Al sicuro. Sono a Montecarlo."
Pierre serrò la mascella e strinse gli occhi. "Sei fuggita, non è vero?"
Alessandro scoppiò a ridere, portandosi poi una mano alla bocca per attutire il suono. "Il lupo perde il pelo, ma non il vizio."
Margot lo incenerì con lo sguardo, ma poi ritornò sul suo uomo. "Ti basta sapere che gli altri sono al sicuro e non si muoveranno da lì a meno che non lo dica io."
Pierre chiuse gli occhi e sospirò pesantemente, abbassando il capo e scuotendolo rassegnato, ma una fitta di dolore strappò sul suo viso una smorfia. Margot gli scansò la mano e guardò Alessandro. "Come se l'è procurata?"
"Un proiettile l'ha sfiorato. Gli è andata benissimo."
Margot aiutò Pierre a procedere lungo il corridoio, poi incontrò lo sguardo di un'infermiera, ordinandole di curare la ferita del suo fidanzato e di tenerlo a letto per il tempo necessario. "Cosa?!" urlò Pierre, guardando Margot con tanto di occhi. "Devo essere a capo del mio esercito!"
Alessandro scosse il capo. "Domani è domenica, il giorno della settimana che tutti riservano alla preghiera. Non dimenticarti che anche molti belgi hanno perso la vita. Leonard ha mandato un messaggero due giorni fa in cui chiedeva tre giorni di lutto."
"Un gesto magnanimo da uno come lui."
"Un'arma a doppio gioco, direi" sibilò Pierre tra i denti, stretti per il dolore.
Alessandro annuì. "Ovviamente. Cosa ti aspetteresti da un sovrano che ha coltivato lo scoppio di una guerra per tre anni?"
Margot fece un cenno all'infermiera  di portare via Pierre, il quale leggermente zoppicava, poi la regina affiancò Alessandro, spostandosi lungo il corridoio. "Come va la situazione nei villaggi?"
Alessandro serrò la mascella. "La gente si lamenta e alcuni messaggeri hanno sedato delle rivolte nei campi distrutti."
"Il popolo si sta rivoltando?" Margot si passò una mano tra i capelli. "È terribile."
"La gente ha fame. Sono pronti a ricorrere a qualsiasi mezzo violento per cercare di catturare la tua attenzione e farsi dare le scorte di cibo."
"Scorte che il regno non ha, o almeno, non a sufficienza."
Alessandro si bloccò nel corridoio, guardando Margot dritta negli occhi. Tra loro, ogni formalità era svanita. "L'unica cosa che posso consigliarti è di mandare immediatamente delle lettere agli altri Paesi non direttamente interessati alla guerra. Se acconsentono, potresti mandare dei messaggeri nei villaggi a dare il lieto annuncio e così mettere da parte uno dei tanti problemi."
Margot annuì. "Sì, ci avevo già pensato. Ne invierò quanti più possibile, sperando di ricevere almeno una risposta positiva."
"E sperando anche che gli Stati non si siano resi tanto neutrali da non interessarsene nulla."
Alessandro spostò lo sguardo sulla gente dormiente nei corridoi, facendolo vagare in ogni angolo. "Non voglio distruggere le tue speranze, Margot, ma non riesco a scorgere una fine diversa a questa guerra." Il re italiano guardò dritto negli occhi della regina. Si era sempre mostrato un tipo spavaldo, divertente e coraggioso, ma in quel momento la regina non potè non scorgere una lieve preoccupazione. "La gente, i soldati, gli innocenti stanno morendo. Questa è una guerra di logoramento e non finirà fino a quando una delle due parti coinvolte non metta da parte la volontà di difendersi e combattere, sia anche l'ultima cosa che fa." Margot sentì un groppo in gola impedirle di parlare, ma comunque non ce ne fu bisogno in quanto Alessandro continuò a confidarsi. "Devo ammettere che ho parlato con l'indovina che ti aveva predetto tutto ciò."
Margot sgranò gli occhi. "Cosa ha detto? Ha visto qualcosa? Mi stai dicendo tutto ciò perché è quello che Emèrie ha visto e quindi è la fine inevitabile a cui andremo incontro?"
Alessandro scosse le mani. "No, no. Sono mie supposizioni, data l'evidenza dei fatti. Ho partecipato a molte guerre, so benissimo le varie tipologie con cui si manifestano." Si passò una mano tra i capelli corti. "Ti dico ciò che l'indovina mi ha esposto e non so quanto possa essere veritiero. Lei ha visto altro. Ha detto che c'è solo un modo perché la guerra finisca."
Margot gli prese le mani, puntando i suoi occhi scuri sul volto abbronzato del re italiano. "Parlamene, sia che si tratti di una cosa negativa o meno."
Alessandro si liberò dalla stretta della regina, abbassandosi alla sua altezza e riducendo il suo tono di voce ad un sussurro appena udibile. "Una morte esemplare." Margot separò le labbra, ma Alessandro le posò un indice sulla bocca per evitare che parlasse. "La cosa peggiore è che non riesce a vedere da quale parte avverrà."

N/A
Tadaaaaan
Magari ora mi odiate per com'è finito il capitolo, ma 👐

Che ve ne pare?
Ma soprattutto: cosa pensate riguardo alla predizione di Emèrie?
Commentate qui sotto con le vostre supposizioni, voglio proprio sapere cosa passa nella vostra mente! :)

Ah, e poi spero che si sia notata l'ormai approdata maturità di Margot nel gestire la situazione, il suo cambiamento da Nothing is like it used to be.
Questo perché non si tratta più della principessa diciottenne che fugge dai problemi, ma di una regina che si prende le proprie responsabilità.......... che, ovviamente, le costeranno un po' ☺☺

A sabato prossimo!
Un bacio💜

Nothing is like it used to be - The WarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora