Pretesto

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Margot lasciò il suo nascondiglio dopo che Leonard l'ebbe liquidata. "Vattene, prima che sia troppo tardi."
Fu come se Black Jack avesse sentito tutto il terrore di Margot passare attraverso le redini con cui la regina lo teneva, scappando rapidamente e girando di tanto in tanto la testa per assicurarsi che Leonard non la stesse inseguendo.
Lo stallone scappò rapidamente, scendendo lungo la collina ad una velocità tale che Margot saltò via, cadendo pesantemente per terra e rotolando lungo la pendenza del prato ancora umido.
Margot sentì Black Jack arrestarsi alla base della collina, saltellando sul posto in attesa che la regina ritornasse in groppa. Si sollevò sulle braccia, tossendo. Aveva il vestito completamente sporco e un dolore alla spalla. Si mise in piedi, avanzando verso il suo cavallo. Tornò in sella e partì al galoppo, diretta al castello. Il cancello era aperto e non si aveva ancora notizia dell'esercito di Monaco, nè degli alleati.
Alleati.
Margot pensò a lungo sul significato di quella parola. Anche il re del Belgio era stato un alleato, eppure aveva mosso guerra al suo regno. La regina contò sulla fiducia nei confronti di Pierre per l'esercito che le stava mandando, ma quello italiano? Poteva fidarsi ancora di Alessandro, o era un re approfittatore che stava solo mandando il suo esercito per combattere e appropriarsi del Principato?
Margot scosse il capo e, tremante, si fermò nella zona antistante il castello, lasciando il suo cavallo da solo. Lo indicò a due serve che la guardarono con tanto di occhi. "Riportatelo nella stalla." E spalancò le porte del palazzo. Due guardie le bloccarono l'ingresso, ma quando si resero conto fosse la regina, la lasciarono passare e Pierre fu la prima persona che Margot vide. Il re francese afferrò Margot per le braccia, esaminandola infuriato.
"Dove sei stata?" sputò, con la mascella serrata. Non l'aveva trovata da nessuna parte, tutti i peggiori pensieri si erano impadroniti della sua mente.
Margot smorzò un singhiozzo e si accucciò contro il petto del suo fidanzato, aggrappandosi con due pugni. I suoi occhi erano sgranati e sembravano sempre rivedere la scena di pochi minuti prima. Chiese a Pierre di portarla in biblioteca e quando furono nell'immensa sala si andò a sedere su una poltrona. Il re francese chiuse la porta, ordinando poco prima che nessuno facesse irruzione. "Ho fatto in modo che nessuno potesse chiedersi dove fossi, dicendo ti fossi chiusa nelle tue stanze, al sicuro, ma non ti permettere mai più a fare una cosa del genere, hai capito?" quasi urlò di fronte a Margot, inginocchiandosi davanti la regina e prendendole le due mani gelide. Spostò lo sguardo sul suo abito e sui suoi capelli sfatti, il viso sporco di terriccio e le mani graffiate. La regina ruotava piano la spalla ferita. "Cosa hai fatto?" chiese, arrabbiato e preoccupato per lei allo stesso tempo.
Margot chiuse le palpebre e strinse le labbra. "Pierre, ho paura."
Il re le appoggiò una mano sulla guancia. "Perché? Sei una regina, devi saperla mascherare."
Margot scosse il capo. "Pierre, è il Belgio che ci ha fatto guerra."
Il re drizzò il collo, rimanendo immobile con gli occhi puntati sulla fidanzata. "Come sarebbe a dire?"
Margot ingoiò a vuoto e si passò la mano sotto l'occhio per rimuovere una lacrima inesistente. Puntò i suoi occhi in quelli azzurri di Pierre, annuendo con il capo. "É re Leonard a capo della spedizione."
Pierre si mise di scatto in piedi con le sopracciglia aggrottate e la bocca leggermente schiusa. "Non posso credere a quello che mi stai dicendo. Non ha senso!"
Margot si strofinò la fronte, pensierosa. "E invece sì, e l'ho capito solo ora."
"Perché mai il sovrano belga dovrebbe dichiarare guerra contro di te quando, chiaramente, vi eravate accordati e l'alleanza avrebbe giovato entrambi gli Stati?"
Margot si mise in piedi a sua volta, iniziando a fare avanti e indietro, riflettendo su quanto avesse scoperto fino ad allora. Il pavimento sembrava sul punto di essere consumato dalle falcate pesanti della regina. Pierre seguiva i suoi movimenti, incredulo.
"Ascolta." Finalmente Margot si fermò di fronte al re, prendendogli le mani e stringendogliele. "Io non so se sei venuto a conoscenza di tutta la mia vita e di quello che mi è capitato."
"Certo, mon amour, io conosco ogni singola parte di te e di quello che sei."
Margot strinse le labbra, guardandolo. "Io ho ucciso una persona, Pierre."
Il re tenne il suo sguardo inchiodato sulla regina. "Lo so, ma è stato per legittima difesa. Ti hanno persino assolto dalla colpa."
"Sì, ma ciò non toglie il fatto che io abbia ucciso il principe di Scozia."
"Harold Styles aveva altri piani nella sua testa. Se non lo avessi fermato, ti avrebbe uccisa per strapparti Monaco e appropriarsene deliberatamente, rivendicando la legittimità del trono dopo il matrimonio."
Margot abbassò il capo, stringendo gli occhi. Al solo pensiero, la macchia scarlatta sul petto di Harry si fece più vivida che mai nella sua mente. Scossa la testa, volendo allontanare a tutti i costi quell'immagine. "Pierre, tutto quello che sta accadendo è legato a quel misfatto."
Pierre le prese il mento tra le mani, dandole un leggero bacio sul naso dopo aver avvicinato il volto della regina al suo. "Qual è il legame tra le due cose apparentemente diverse l'una dall'altra?"
Margot appoggiò le sue mani sulle guance del re, sentendo una lacrima formarsi e annebbiarle la vista. "Re Leonard è uno Styles."

Nothing is like it used to be - The WarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora