Il futuro è incerto

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A passo felpato, Margot si avvicinò cautamente alla stalla.
Il mantello nero quasi sfiorava terra mentre i suoi passi silenziosi calpestavano il terriccio. Due uomini erano dietro di lei mentre si guardavano intorno per non essere visti, seguendo Margot sotto suo ordine. La regina si vide le spalle, poi bussò tre volte con il pugno chiuso sul legno della porta. Aspettò in attesa, mordendosi il labbro inferiore, quando finalmente Cecìle fece scattare la serratura. "Maestà!" disse, sorridendo.
Margot fece un cenno alle due guardie dietro di lei che si nascosero dietro gli alberi più vicini, poi fece spostare la giovane ragazza ed entrò nella stalla. Cecìle era una giovane ragazza di Montecarlo incaricata di addestrare i cavalli reali e di presiedere nella cura della stalla, portando avanti lo stesso lavoro che tempo addietro era appartenuto a Liam.
Margot fece chiudere la porta alle sue spalle, togliendosi il cappuccio da sopra la fronte. "Ciao, Cecìle" la salutò, scostandosi una ciocca di capelli dal volto. "E' pronto Black Jack? O non ti è stato mandato il messaggio?"
La ragazza dai folti capelli scuri e gli occhi sporgenti annuì. "Tranquilla, mia signora, è pronto lo stallone. Devo portare una qualche comunicazione?" chiese, mentre si avvicinava ad un cancelletto e toglieva la sicura. Prese le redini di Black Jack mentre il cavallo procedeva lentamente, lasciandosi andare a qualche nitrito.
Margot scosse il capo mentre Cecìle le poneva in mano le redini di cuoio. "Non preoccuparti, ho già provveduto ad avvisare Amanda ed Esteban."
Cecìle sgranò gli occhi color caramello. "E non si sono opposti?
Margot fece una risata sarcastica, mentre Cecìle prendeva gli altri due cavalli da dare alle guardie del corpo della regina. "Certo che no. Si sono raccomandati, questo è ovvio, ma sono io che comando qui."
Si arrampicò con maestria sulla sella, aggiustandosi il marsupio che aveva attaccato alla vita contenente le lettere che avrebbe ridistribuito in risposta al suo popolo. La sera era calata, il buio avrebbe giocato a suo favore.
"Ovvio, Maestà" disse Cecìle, andando ad aprire la porta più ampia perché le guardie prendessero i loro cavalli. "Ho fatto aprire il cancello secondo quanto mi ha chiesto!"
Margot annuì, sorridendole. "Grazie."
Cecìle si inchinò rispettosa mentre retrocedeva per far procedere la regina lungo la stalla, volta all'uscita. Quando Margot varcò l'apertura della porta, salutò con il capo la ragazza e piano partì al trotto, con le guardie che rimanevano a debita distanza con le pistole al fianco. Margot si assicurò che stessero dietro prima di attorcigliare le briglie intorno ai polsi e dare uno strattone a Black Jack per fargli aumentare la velocità. Si abbassò sul dorso del cavallo, passando attraverso la lieve apertura del cancello del palazzo e procendendo lungo la collina che l'avrebbe condotta fino a Monaco. Il mare in lontananza rifletteva il chiarore dello spicchio di luna che pian piano saliva verso il cielo, illuminando la terra di un bianco perlaceo. Quando Margot giunse nei pressi del villaggio, tirò le briglie per far rallentare il cavallo così da non fare troppo rumore e attirare l'attenzione. Avrebbe dovuto restituire venti lettere, così le tirò piano fuori dal marsupio, controllando gli indirizzi. Normalmente non si preoccupava lei di rispedire le lettere ma commissionava i messaggeri del palazzo, tuttavia si concedeva talvolta il lusso di poter uscire autonomamente, sempre scortata da due guardie fidate che non avrebbero mai fatto la spia. C'era ancora un po' di gente per le strade, donne e bambine che decoravano le vie per la festa di Autunno che si sarebbe tenuta entro una settimana, quindi già per le strade si sentiva una certa musica ricoprire il silenzio. Procedette lungo le vie da cui le lettere erano arrivate, imbucandole nella casella della posta con il cappuccio rigorosamente abbassato sul capo. Ovviamente quel vestiario avrebbe colto l'attenzione di qualcuno, ma comunque nessuno si sarebbe mai permesso di sbirciare quale volto si nascondesse sotto il cappuccio di velluto nero. Quando arrivò all'ultima casa, imbucò la lettera e fece cenno alle guardie di ritornare a palazzo, quando un urlo attirò la sua attenzione. Si girò di soprassalto, puntando lo sguardo su due contadini che spintonavano una giovane zingara. "Lasciatemi!" urlò quella, cercando di strattonare le sue braccia dalla loro presa. Margot strinse la mascella e con un gesto della mano fece partire le sue guardie proprio mentre la giovane donna veniva gettata a terra e tenuta ferma, nonostante si dimenasse fortemente. Margot si avvicinò con il cavallo, mentre le guardie abbandonavano il loro nascondiglio e scendevano dai loro stalloni, bloccando i due contadini. Non c'era nessun altro nella via. Gli uomini erano visibilmente ubriachi e Margot ebbe un conato di vomito. Mentre venivano scortati via, si avvicinò con Black Jack alla donna che aveva iniziato a piangere. Scese dalla sella facendo un piccolo salto, inginocchiandosi accanto alla ragazza. "Ehi, va tutto bene, tranquilla" disse, prendendole il mento e facendole sollevare la testa. La ragazza doveva avere al massimo venticinque anni, pelle scura e occhi neri come il carbone. Le labbra erano piene di tagli. "Li ho fatti portare via" disse Margot, prendendole una mano.
La giovane vide in viso la regina e gli occhi le si illuminarono. "Sua Maestà.." bisbigliò tra le lacrime.
Margot sorrise. "Shh" sibilò, "sono in incognito."
"Vostra Grazia" disse la giovane mettendosi dritta ed inginocchiandosi di fronte la regina, "non so come ringraziarvi!"
Margot scosse il capo e la fece rimettere diritta. "Non ce n'è alcun bisogno" disse, tenendo la mano della giovane nella sua.
"No, se non fosse stato per voi, io-"
"Non è successo. Pensa solo a questo" terminò la regina, interrompendo la giovane. "Qual è il vostro nome?"
"Emèrie" rispose la ragazza, tirando poco elegantemente su con il naso.
"Come hai fatto ad imbatterti in quegli uomini?" chiese Margot. Emèrie scosse le spalle
"Non ne ho idea. Penso mi abbiano semplicemente seguito."
Margot annuì. "Cosa fai nella vita?" chiese per fare calmare la ragazza ancora agitata.
Emèrie ingoiò a vuoto. "Sono un'indovina."
Margot strabuzzò gli occhi, "Davvero?" chiese stupita. Non le era mai capitata un'indovina davanti. "Puoi predire il futuro?"
La ragazza annuì con il capo. "Vuole conoscere il suo, Maestà?"
Margot schiuse le labbra. E se non fosse per niente una buona idea? E se si fosse fatta convincere più di quanto avrebbe dovuto? E se le avesse predetto qualcosa di funesto?
Fece per ritrarre la mano, ma Emèrie la tenne ferma. "Vostra Grazia, ovviamente non è attendibile. Certo, mi impegno, ma il futuro non è scritto. Dipende comunque da noi."
Margot si leccò le labbra, poi vide la sua mano. Ma sì, dai, non avrebbe infierito in alcun modo. Girò il palmo verso l'alto e annuì in direzione di Emèrie, "Vai" la esortò, "prima che possa cambiare idea."
La giovane sorrise e passò il dito sulle linee del palmo della mano, rigorosamente con gli occhi chiusi. Margot sentì un lieve solletico, poi le guardie riapparvero correndo dalla fine della via. "Sua Maestà, stia lontana!"
Margot sollevò l'altra mano, bloccandoli. "E' tutto sotto controllo", ma poi sentì la ragazza appoggiare il suo palmo su quello della regina, con gli occhi sgranati e fissi su un punto.
"Emèrie?" la chiamò Margot, e sentì una stretta al petto.
La giovane indovina guardò la regina con le labbra tremanti. "Le capiterà qualcosa di veramente bello, Vostra Grazia, ma.."
Le guardie appoggiarono le mani sulle pistole appese al fianco. Margot gettò loro un'occhiataccia, riportando poi lo sguardo su Emèrie. "Ma?" la esortò.
L'indovina continuò con voce instabile. "Accadrà qualcosa di davvero tremendo, Sua Maestà, un evento così funesto che potrebbe distruggere tutta Monaco" sussurrò e Margot strappò la sua mano da quella di Emèrie, rimettendosi in piedi.
"No" disse risoluta. Guardò le sue guardie. "Io non lo permetterò."
"Non è certo, Vostra Maestà!" disse la ragazza mettendosi in piedi a sua volta. "Il futuro è incerto!"
"Io non permetterò mai che accada qualcosa al mio regno." Si avvicinò a Black Jack e le guardie seguirono il suo esempio. "Va' a casa, Emèrie, si sta facendo tardi e non dovresti andare in giro a quest'ora da sola."
La giovane indovina annuì, con lo sguardo basso. "Mi scusi, mia regina."
Margot strinse le labbra, annuendo, poi fece un cenno alle sue guardie e partì alla volta del palazzo, lasciandosi Monaco alle spalle.
No, non avrebbe mai permesso che una giovane donna potesse predirle qualcosa di tanto funesto. Sarebbe stata più attenta. I suoi pensieri non sarebbero mai stati intaccati da tanta negatività.
Si allontanò sulla collina, lasciando che la luna le indicasse il sentiero di casa sua.

N/A
Ciao a tutti!
Comunque ci tengo ad avvisarvi che non é perché voglia tenervi con il fiato sospeso, ma non sto ancora aggiornando ogni sabato perché mi sto preoccupando di mettere da parte più capitoli possibili, curandoli nei dettagli e tutto :) Vi avviserò quando pubblicherò settimanalmente.
Intanto, eccovi qui il secondo capitolo ufficiale. Cosa ve ne pare?
Grazie davvero a tutte quelle persone che hanno votato e commentato il primo capitolo. Siete state più di quanto mi aspettassi. Vi voglio bene veramente!
(E fidatevi che vedo ciascuno di voi. Grazie, Wattpad, per rendermi i nomi di chi lascia una stellina alla mia storia!)

Alla prossima e, se volete, commentatemi con qualsiasi cosa vogliate. Voglio proprio sapere cosa vi aspettate da questa fan fiction e da Margot :)

Un bacione,
Elisa 🌻

P.s usando Mary Queen of Scotland come prestavolto, non ho potuto aspettare oltre e ho iniziato a vedere la serie tv "Reign". Ragazzi, il mio cuore esplode ad ogni episodio! ❤❤ (sia negativamente, sia positivamente eh ahahaha)

Nothing is like it used to be - The WarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora