N/A pt.1
Lo scorso capitolo, purtroppo, non ha ricevuto i commenti che speravo di leggere ma vabbè, spero che almeno sotto questo capitolo me ne lasciate qualcuno.
Anzi, fatelo.
Perché si scoprirà una cosa :)) e quindi voglio leggere le vostre reazioni!
Ci vediamo giù!Non c'è cosa più brutta che essere vigili e attenti, ma tutti ti danno per svenuta e priva di conoscenza. Avresti voglia di urlare, scuotere quelle persone per le braccia e gridare "Ehi!!, sono qui e ti sento", ma è davvero difficile quando non hai un briciolo di forza nè fiato per esprimerti.
Era un po' quello che Margot stava attraversando in quel momento. Capì di essere stesa su un lettino che procedeva rapidamente, scansando i massi per terra. Il suo corpo era tenuto fermo da delle fasce, voci acutissime le colpivano le orecchie frastornate e da dietro le palpebre scorse delle ombre che si muovevano rapide. Tentò di aprire gli occhi, ma nulla, erano come incollati. Sentiva solo l'aria passarle per la gola e la voglia di gridare loro che fosse sveglia, sebbene il suo corpo non stesse collaborando.
Alcune voci urlarono il suo nome, voci che non riuscì ad attribuire a nessuno. Non si ricordava neppure di come fosse finita su quel letto. Tutto aveva ripreso a girare solo dopo che uno scossone della barella l'aveva fatta entrare in dormiveglia.
Cercò di separare le labbra, ma neanche un fiato riuscì a richiamare i dottori che sicuramente erano intorno a lei. Aveva freddo.
Iniziò a sentire un tremolio all'interno del corpo che smosse i suoi muscoli come per degli spasmi. Il suo lettino si bloccò, e sentì finalmente una voce familiare.
Il suo medico di fiducia, Emmanuelle.
"Fermatela qui, liberatele la parte superiore e portatemi l'etere!" urlò.
Margot avrebbe voluto sollevare una mano per afferrare il polso del medico, dicendole che fosse sveglia, che stesse sentendo gli altri parlare di lei, ma non ci riusciva.
Ed era frustrante.
Le immagini dell'accaduto antecedente il suo ricovero erano come un sogno dai bordi sbiaditi, eppure ricordava perfettamente gli ultimi istanti, il suo viso vicino a quello di Leonard, il pugnale dentro lo stomaco del re e le gocce di sangue che precipitavano sulla neve ormai rosea. Ricordò il pollice di Leonard premere sulla sua ferita alla spalla, lo sguardo carico di dolore che entrambi cercavano di sostenere prima che le forze svanissero e li lasciassero cadere sulla neve sporca, entrambi feriti gravemente. Al ricordo della mano di Leonard, sentì la ferita bruciare e avrebbe tanto voluto gridare, ma non ce la fece. Le voci continuarono, scorse parole come "disinfettante", "guanti", "bende", "panni sterili" e "ago e fili."
Ma le voci iniziarono a sfumarsi perché alle narici di Margot arrivò uno strano odore. Era forte, quasi profumato, ma che le fece girare la testa. Tentò di parlare, di fermare i medici, ma fu tutto inutile. Sentiva l'odore scenderle lungo la gola e pian piano la sua conoscenza disperdersi. Cadde nuovamente in un buco nero, dove non vi era più alcun suono, nè odore, nè luce che si potesse scorgere.Il niente.
All'improvviso dei profumi le arrivarono alle narici, l'odore del disinfettante e dei medicinali le pizzicarono il naso, e delle figure apparvero dietro le sue palpebre chiuse. Non riuscì a capire di chi si trattasse, fino a quando le figure non assunsero delle forme, facendosi carico di dettagli e colori che fecero capire alla regina chi si trovasse di fronte.
Harry era in piedi e si stagliava su uno sfondo nero. Aveva le braccia lasciate penzoloni, il capo leggermente piegato in avanti e le spalle basse, in segno di sconfitta. Margot rimase basita di fronte l'immagine, non riuscendo quasi a capire perché stesse vedendo una cosa del genere.
Era morta?
Harry aveva gli occhi verdi puntati sulla regina, le labbra strette e i muscoli della mascella che si muovevano sotto pelle. Margot fu quasi sul punto di parlare quando una figura emerse dall'oscurità innanzi a lei, accostandosi al principe di Scozia. All'inizio anche questa era una figura ombrosa che procedeva a passo lento e pesante. Solo quando si mise accanto ad Harry, Margot riconobbe in essa Leonard. Sia Harry, sia il re belga indossavano dei pantaloni neri larghi e delle camicie chiare infilate in essi. Sia il collo, sia i polsini non erano legati, le cordicine erano lasciate penzolanti. Visti l'uno accanto all'altro, come se avessero una luce che si proiettasse solo sui loro corpi, Margot confermò la somiglianza tra i due. I loro capelli ricci erano lasciati morbidi sulle spalle, anche se quelli di Leonard brillavano di più per il loro biondo scuro. I loro occhi erano come delle pallottole nel buio. Harry aveva dei sottili baffi chiari che gli coprivano il labbro superiore, Leonard un pizzetto curato intorno alla sua bocca. I loro visi erano puliti, la pelle chiara e priva di tagli. Margot abbassò lo sguardo sulle sue mani, trovandole pallide e prive di sangue. Spostò di nuovo lo sguardo sui due uomini che aveva di fronte, i cui abiti erano integri e senza alcuna macchia scura. Poi d'un tratto entrambi portarono le loro braccia dietro la schiena e abbassarono il capo.
Si inchinarono.
Margot sentì un'ondata di calore finirle addosso. Leonard ed Harry, nonostante i loro anni di differenza, erano alti uguali, e quando si rialzarono dall'inchino, le loro spalle si sfiorarono. Guardarono Margot profondamente negli occhi, prima di girarsi ed iniziare a camminare verso il buio più profondo.
Furono degli schiaffetti sulla guancia a far riprendere conoscenza alla regina. Sentì leggermente una mano colpirle il viso, - una mano gelida tra l'altro -, e una voce che la chiamava. "Vostra Maestà, è ora che apra gli occhi."
Margot aggrottò le sopracciglia, sentendo una lieve tosse occuparle la bocca. Separò le labbra, tentando di leccarle, ma un tocco spugnoso lo fece al posto suo, bagnandole la bocca. Margot aveva la gola secca e i muscoli intorpidi. La sua spalla era immobilizzata, come intrappolata in qualcosa.
Fece tremolare le palpebre e quando le sollevò piano, fu costretta a richiuderle, stringendole. La luce nella stanza era troppo forte. Emmanuelle ordinò che venisse smorzata e fece accendere un piccola lanterna appoggiata accanto al letto della regina. Margot riprovò ad aprire gli occhi, questa volta riuscendoci. Abituò le pupille alla luce tenue prima di guardarsi intorno. Era da sola in una stanza, con solo Emmanuelle vicino al suo letto. Un'infermiera era accanto alla porta.
Margot guardò il suo medico che allontanò la mano dalla guancia della regina.
"Siete sveglia" disse, sollevata. Emmannuelle si sedette su una sedia lì accanto.
"Cosa-" tentò di dire Margot, ma la sua voce era rauca e bassissima. Non riuscì a sentirsi nemmeno lei.
Emmanuelle prese un bicchiere d'acqua e lo avvicinò alle labbra della regina. Fece segno all'infermiera di raggiungerle, dicendole di sollevare piano il capo di Margot e aggiustarle il cuscino. La ragazza circondò il viso della regina, poggiandole una mano dietro il collo per sollevarglielo. Picchiettò il cuscino, per poi riappoggiare il capo di Margot. Solo a quel punto l'infermiera abbandonò la stanza ed Emmanuelle fece segno alla regina di bere. "Si bagni le labbra, non ha bevuto per troppo tempo e potrebbe farla stare male." Margot, notando la vicinanza dell'acqua, si sporse piano per bere ma il medico le fece inumidire le labbra. "Piccoli sorsi" disse, piegando leggermente il bicchiere. Ma quando glielo staccò, la regina sentì l'esigenza di averne un altro po'.
"Cosa è successo dopo-" non finì la frase, non ce la fece.
Emmanuelle si tenne stretta il bicchiere in mano. "Non può capire il terrore, Maestà, quando l'hanno trovata." Margot rimase immobile, spostando lo sguardo sul suo corpo nudo coperto da una leggera coperta di cotone. Lanciò un'occhiata alla sua spalla, vedendola interamente fasciata con delle garze bianche e sterili. La fasciatura le aveva persino coperto il seno e parte della schiena. Guardò di nuovo la dottoressa. "Erano lei e Leonard i due corpi stesi al centro del balcone. Una donna aveva urlato la presenza di due figure - morte, si pensava - supine sulla neve. Le guardie che erano rientrate per riprendere delle armi accorsero e ruppero la porta finestra che era stata bloccata dall'esterno. Frantumarono i vetri pur di abbassare la maniglia ed uscire fuori. Quando vi scorsero, fecero scattare l'allarme in tutta la corte. Il combattimento si arrestò, tutti gli uomini guardarono in direzione del palazzo. Alcune guardie circondarono il suo corpo e vi presero tra le braccia, quando sulla scena apparvero delle guardie scozzesi che nessuno aveva visto a palazzo. Si posero in cerchio accanto a re Leonard e presero il loro sovrano, portandolo via ancora prima che il pugnale nello stomaco venisse rimosso." Margot separò le labbra per parlare. Aveva così tante domande da fare, ma la voce non la assistì. Emmanuelle si leccò le labbra, e riprese il racconto. "Le guardie vi portarono dentro e urlarono i nomi dei medici di turno, mentre altri uomini diedero ordine che il combattimento venisse arrestato. Ci fu solo un'altra esplosione, prima che gli eserciti si ritirassero. Si diffusero immediatamente messaggi tra la folla, molti di loro errati e che facevano vagare voci totalmente lontane dalla realtà. Si diceva che i rispettivi sovrani fossero morti." Il respiro della regina si bloccò. Il suo primo pensiero fu Pierre. "A palazzo tutti iniziarono a credere che voi foste morta. Ho visto accorrere persone così tanto velocemente che credevo non esistessero uomini così rapidi nella corsa. Non c'era un uomo che non fosse ferito, eppure chiedevano notizie della regina."
Margot ingoiò a vuoto. "Pierre.." sibilò.
Emmanuelle strinse le labbra. "Era ferito anche lui, eppure è venuto qui."
"Sa che.. ce l'ho fatta?" disse la regina con un filo di voce.
La dottoressa annuì. "Sì. Lo sanno tutti, ormai."
Margot si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, poi tenne lo sguardo fisso sul volto del medico. "E Leonard?"
Emmanuelle sollevò le spalle. "Non si sa niente di lui, se sia vivo o meno."
Margot ricordò immediatamente il suo strano sogno. Leonard era con Harry, il suo fratello defunto. "E' morto?" chiese.
"Ho detto che non lo so, Maestà. Ma non penso darà più fastidio, comunque. È fuori gioco" scherzò alla fine. Margot guardò la sua mano leggermente arrossata. Il sangue non si era tolto del tutto. Poi Emmanuelle riprese a parlare. "È stato firmato un armistizio, Vostra Grazia."
La regina sentì il cuore mancare un battito. "Cosa?" chiese, come se non avesse capito. Era...tutto finito?
Il medico annuì. "Vostra Madre, che ha assunto la reggenza del regno durante la vostra giacenza, lo ha firmato con i funzionari di re Leonard. È finita, Maestà. La guerra è finita."
Margot avrebbe voluto scoppiare a piangere per la gioia.
Il suo regno, per quanto piccolo e ormai debole, ce l'aveva fatta. Aveva resistito.
Gli occhi le si riempirono di lacrime. "Io-" Ma non c'erano parole a sufficienza ad esprimere la dissolutezza della sua paura e della sua ansia. Era come se un macigno fosse stato sottratto dal suo corpo e potesse tornare a respirare.
Allungò una mano, cercando quella del medico. Emmanuelle appoggiò il bicchiere sul comodino e strinse la mano della regina, sorridendole con gli occhi lucidi. I suoi capelli biondi fuoriuscirono un po' dalla cuffietta che aveva in testa, i boccoli biondi le accarezzarono la nuca. Le sue labbra rosee si piegarono in un sorriso ancora più pronunciato. Non c'era più niente da dire in quel momento.
"E la cosa più bella, in questo clima di gioia generale, è che voi state bene." Il medico appoggiò l'altra mano sulla pancia della regina. Margot notò il gesto e aggrottò leggermente le sopracciglia. "Siete riusciti a sopravvivere a tutto questo. Non potete capire quanto siete stati fortunati. Un miracolo."
"Sapere che Pierre sia vivo, mi ha colmato il cuore di felicità" sussurrò la regina con gli occhi pieni di lacrime.
Emmanuelle sorrise. "Ovviamente anche lui, Vostra Grazia."
Margot sollevò il sopracciglio, sentendo leggermente la pelle tirare e le lacrime continuare a scenderle sulle guance. "Perché "anche lui"? Non vi riferivate a noi?"
Il medico sorrise e scosse il capo. "Certo che no. Avrebbe dovuto dirmelo in anticipo, Maestà, data la vostra debolezza fisica degli ultimi giorni."
Margot separò le labbra. "Dirvi cosa, esattamente?"
Emmanuelle strinse la presa intorno alla mano della regina, facendo apparire delle rughe di espressione intorno alla sua bocca. "Del bambino, Vostra Grazia" esclamò, sorridente. "Siete incinta!"N/A pt.2
Margot è sopravvissuta...e non solo! Ehehe le sue scappatelle iniziali con Pierre non potevano non dare qualche esito ;-))))))Non ho nient'altro da aggiungere (inutile ripetere che desidererei avere dei commenti!! 😊😊) se non che mancano 5 capitoli (epilogo incluso) alla fine di questa storia!!
Ho pubblicato il prologo di quella nuova, comunque, che si intitola "Running out of time" e vi lascio il trailer qui sotto (se lo guardate, non potete non cogliere la presenza di un personaggio che conoscete benissimo e che apparirà in questa nuova storia. No spoiler!)
Passate in tanti!!
Un bacione a tutti 💜
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Nothing is like it used to be - The War
Fanfic(Questa storia è un sequel. Si prega di leggere prima "Nothing is like it used to be" per capirne meglio le dinamiche.) Ci sono cose che non si possono prevedere. Accadono e basta. Margot non avrebbe mai potuto prevedere di perdere suo padre e Liam...