Margot si sporse su Niall, abbracciandolo forte. Il ragazzo le circondò il busto con le braccia muscolose, solleticandole con una mano i capelli sulla nuca. "Sei qui, finalmente" sussurrò Margot, stringendo gli occhi. Pierre arrivò vicino a loro e Niall, osservandolo, si staccò piano dalla regina, inchinandosi rispettosamente di fronte il re francese.
"I miei omaggi" disse a capo chino. Pierre gli si avvicinò, appoggiandogli una mano sulla spalla per invitarlo a rimettersi dritto.
"Ben arrivato, signor Niall" disse Pierre con fare autorevole. Margot si passò le mani graffiate sul davanti della camicia da notte e solo in quel momento si ricordò di come effettivamente fosse vestita. La polvere, intanto, continuava a cadere copiosamente dalle pareti, sbriciolando la pittura che finiva addosso alla gente sparsa per il castello.
"Non sapevo la situazione fosse così tragica finché non l'ho vista con i miei stessi occhi" disse Niall, guardandosi attorno. Margot annuì, tirando su con il naso.
"Hai portato il carico?" chiese allora, guardando l'uomo al suo fianco. Pierre sollevò il mento, osservando il tanto discusso Niall in viso. Non era poi di così bell'aspetto, pensò. Non c'era di che preoccuparsi... Ma poi rammentò che Margot fosse stata con lui per un po', condividendo momenti anche molto intimi, per cui strinse le mani in pugno al solo pensiero.
Non era male, allora, il signor Horan, se la sua Margot ne era stata innamorata tempo prima. La regina girò il capo verso Pierre e, notando le sue mani strette e lo sguardo perso sul viso di Niall, gli si avvicinò, prendendo la sua mano e aprendogliela piano. La strinse poi con la sua, piena di graffi, facendo incrociare le loro dita. Pierre notò il comportamento della sua amata e sorrise, leggermente.
Allora lo aveva scelto per davvero.
Ah, la paranoia.
Niall annuì, guardandosi intorno. "Certo, Vostra Maestà."
Margot sollevò la mano. "Ti ho detto che non voglio alcuna formalità. Vero, Pierre?" disse, girandosi a vedere il suo fidanzato negli occhi azzurri. Il re francese annuì. No!, doveva portargli un certo rispetto. "Ma certo" disse invece. Andiamo!, lui non era quel genere d'uomo altezzoso che voleva mostrarsi superiore - cosa vera, in fin dei conti, era un re dopotutto, ma non amava per niente dimostrarlo. Se Niall fosse stato un amico, allora sarebbe andato tutto bene.
Margot sorrise, guardando il suo amico in viso. "Dunque ci conviene andare a discuterne in un luogo migliore."
Alessandro apparve sulla scena, indicando Niall con l'indice spianato nella sua direzione. "E' lui, l'inglese?"
"Sì, Maestà" salutò il biondo, inchinando il capo rapidamente.
"Bene." Alessandro si sfregò le mani, spostando lo sguardo sui presenti. "Conviene andare in biblioteca."
Margot annuì, facendo segno a tutti di seguirla lungo la rampa delle scale.
Quando si richiusero la porta alle spalle, si disposero in cerchio intorno all'imponente tavolo. Margot con la mano spostò di lato alcune carte e soprattutto la polvere che vi si era accumulata sopra. Addossò i documenti tutti su un lato, ponendoli l'uno sull'altro, dopodichè si appoggiò con le mani aperte sul tavolo, restando in piedi.
"Procediamo" esordì e Niall, in mezzo tra Alessandro e Pierre, uscì dalla sua tasca il reso conto.
"Ti ha visto qualcuno?" chiese subito il re francese, muovendo leggermente la spalla ferita. Alessandro si tastò la garza che, invece, aveva sul braccio.
Niall scosse il capo. "Non dovrebbero, ho cercato di essere il più discreto possibile."
"Beh, con così tanta dinamite, come non esserlo" disse Alessandro sarcasticamente.
Niall ingoiò a vuoto e aprì il suo resoconto sul tavolo, spianandolo e mantenendolo per gli angoli. Tutti e tre i sovrani si sporsero in avanti per leggere quanto ci fosse scritto sopra. Fortunatamente tutti riuscivano a parlare e a comprendere l'inglese perfettamente. "Dunque" iniziò Niall, facendo scorrere i suoi occhi blu lungo le scritte. "Qui leggo un totale di centocinquanta confezioni, pari a duecento mila franchi."
Pierre storse la bocca. Era una spesa non indifferente.
"Sì, questo lo sappiamo. Abbiamo già spedito il denaro" esclamò Margot, stringendo le labbra.
Niall annuì, puntanto gli occhi sulla regina. "Esattamente. Io comunque devo ripetere le cose perché tutti sappiano e comprendano l'andamento della vendita."
"Come ti sei procurato tutto questo materiale?" chiese d'un tratto Pierre, guardando Niall di sottecchi. "E, soprattutto, sfuggendo alla vista della regina e dei funzionari di Stato. Non mi pare l'Inghilterra sia propensa ad aiutare qualcuno in questa guerra."
"Infatti Sua Maestà non è a conoscenza di nulla" rispose Niall a labbra strette.
"Ma le navi, allora-"
Ma Niall interruppe subito Pierre sul nascere. "Sono di proprietà privata dei nobili presso cui lavoro."
"Fai il fabbro, giusto?" domandò il re francese, assottigliando gli occhi.
Niall si contenne, tralasciando quella sorta di paternale che Pierre stava portando avanti. Aprì la mano sul suo reso conto, così che il re potesse notare una buona volta la fede che brillava al suo anulare sinistro. Non osò dire più niente ad alta voce, Pierre aveva colto il messaggio.
"Sì, sono un fabbro."
Margot alzò gli occhi al cielo. "Continuiamo, per favore?"
Alessandro spostò lo sguardo da Niall e Pierre a Margot, fermandosi sulla regina. Sollevò la mano per coprire la sua bocca. "Ma che hanno, questi due?"
La regina scosse il capo e mimò con le labbra "Lascia stare", non volendo in alcun modo che anche il re italiano si mettesse in mezzo.
"Dicevo" riprese Niall, scorrendo con l'indice i dati. "Questa dinamite che ho procurato è di diretta appartenza della gente che ha mi ha assunto per le loro commissioni, e siccome sono molto affidabile e fedele al mio lavoro - insieme a mio cognato, con cui collaboro per la realizzazione delle carrozze-"
"Ehi, me ne servirebbe giusto una per me e.. mia moglie!" esclamò Alessandro. "Potresti farmela a buon prezzo, non trovi?"
Margot sbattè la mano sul tavolo, "Per favore, ragazzi, non abbiamo tempo!"
Un nuovo scoppio scosse il castello e i presenti si misero le mani sulla testa a protezione. Altra polvere e pietre caddero dal soffitto, precipitando pesantemente sul tavolo a cui erano appoggiati. "Okay, okay" fece Alessandro, sollevando la mani. "Va' avanti."
"Quindi" obbedì Niall, spostando la polvere dal suo documento spiegazzato. "Solo i nobili in questione sono a conoscenza di questa esportazione. Ovviamente non diranno niente perché aspirano ad elevarsi ancora di più nella scala sociale, per questo apprezzano tale vendita e il guadagno che ne hanno ricavato."
"Perfetto" parlò di nuovo Pierre, portando il suo sguardo su Margot. "Quindi non dovremmo avere problemi con la corona inglese."
"No" confermò la regina. Si girò verso Niall. "Hai usato i passaggi segreti per portarla nelle stanze delle segrete che ho fatto sgomberare?"
"Assolutamente sì" rispose il ragazzo inglese, "non abbiamo trovato alcuna difficoltà. La dinamite è posta dove mi hai indicato nelle lettere."
"Meraviglioso" esclamò Margot, battendo le mani tra loro. "Ora" disse, prendendo della carta pulita dalla pila al suo fianco. Sfilò la penna stilografica dal suo astuccio e ne intinse la punta nell'inchiostro. "Quale sarebbe il migliore schema per attaccare?"
"Beh" disse Niall, facendo dei calcoli mentalmente. Pierre intanto si allontanò dal tavolo, dirigendosi con le mani strette dietro la schiena verso la finestra che dava sulla battaglia. "Si potrebbero usare le catapulte e gettare loro addosso la dinamite."
"Ovviamente non quando stanno combattendo" disse Pierre dalla sua posizione. "Altrimenti molti dei nostri uomini perirebbero."
"Appunto" fece Alessandro. "Se considerassimo l'arrivo delle armi da Parigi, allora saremmo sicuri che i soldati della prima fila e noi due" disse, indicando sè e Pierre "ne saremmo muniti. Con i fucili si colpirebbero i fanti e i cavalieri."
"Sì" confermò Pierre, girandosi e dando le spalle alla finestra. Il suo viso era reso scuro dalla luce che proveniva alle sue spalle. Margot intanto provò a disegnare qualcosa sul foglio che aveva davanti, sentendo solo appena quello di cui gli uomini nella stanza stavano parlando. Abbozzò gli alberi intorno e che si vedevano dalla cima della collina, poi le tornò in mente l'immagine di qualche ora prima, quando Leonard era nel bel mezzo della piana, con poco distante quello che era sicuramente il sito in cui risiedeva l'accampamento nemico, nascosto al di là degli alberi che continuavano a perdere le proprie foglie, spogliandosi.
Pierre si riavvicinò al tavolo, mentre parlava animatamente con Alessandro e Niall.
Margot abbozzò delle capanne, ne disegnò il perimetro e studiò i movimenti. "Scusate" li interruppe. "E se circondassimo il loro accampamento con una serie di esplosivi gli uni legati agli altri, in modo da accendere una sola miccia che, per contatto, accenderebbe le restanti, e facessimo saltare in aria le loro tende?"
I tre uomini si bloccarono di fronte tale proposta. Margot spostava lo sguardo su ognuno di essi.
Pierre si accarezzò la barba, immaginando la scena. Annuì lievemente. "Non ci avevo pensato."
"Ma sai con certezza che il loro accampamento sia facilmente perimetrabile?"
"Ci spero" disse Margot. "Però ho paura che si incendi il boschetto dietro cui - presumo - si siano bloccati."
Alessandro si passò la mano tra i capelli corti. "Dobbiamo mandare qualcuno."
"Posso andare io, tanto non mi conosce nessuno" propose Niall, spostando lo sguardo sui presenti.
"Non serve che tu faccia l'eroe del momento." Il re francese inchiodò i suoi occhi azzurri in quelli dell'inglese.
Niall si girò verso Pierre, aggrottando le sopracciglia, perplesso. "Non è quello a cui aspiro."
"Posso chiederlo a Louis" disse allora Margot.
L'inglese si girò verso di lei. "Tomlinson?"
"Sì. E' abile nelle scappatoie e riuscirebbe a non farsi vedere."
Niall sollevò entrambe le sopracciglie. "Stiamo parlando dello stesso uomo che ha fatto scappare le guardie scozzesi e il principe Harry in persona verso casa mia a Londra?"
Margot scosse il capo, rabbrividendo al ricordo, sebbene lei - al tempo - si fosse nascosta nella cantina di casa Malik per evitare l'incontro con il principe. "E' cambiato e migliorato, da allora. Sono passati anni, Niall."
Il biondo inglese annuì. "Okay, facciamo come vuoi."
"Bene" Margot si avvicinò alla porta, la aprì e fermò una serva che passava rapidamente di fronte l'imponente porta. "Ehi tu" la chiamò e la fanciulla si girò spaventata.
"Ai suoi ordini, Vostra Maestà."
"Fa' venire il cocchiere reale qui da me, subito."
La giovane si inchinò e scese subito le scale. Margot richiuse la porta, rientrando nella stanza e Niall annuì, sovrappensiero.
"Che autorità."
La regina sorrise. "Nel frattempo che Louis venga, voi sareste d'accordo?"
"Dobbiamo articolarlo bene, questo ipotetico piano" disse Pierre, leggermente infastidito. "Non possiamo incappare in nessun errore o ci costerebbe la vita."
Qualche minuto dopo, Louis entrò in biblioteca. "Mi avete chiamato?" Poi si bloccò, vedendo Niall nel mezzo della sala.
Il biondo sollevò la mano."Ehilà!"
"Horan!" disse il cocchiere, avvicinandosi all'amico e lasciandogli una pacca sulla spalla. "Come stai?"
"Bene, e tu? Ti vedo in forma-"
"Scusate!" li interruppe Pierre, "Non siamo qui per un incontro amichevole. Tomlinson, devi andare a studiare l'accompamento nemico."
Louis sbiancò. "Come ha detto, Maestà?"
Margot gli appoggiò una mano sulla spalla. "Devi dirci la posizione precisa in cui è situato e la zona circostante."
Louis assottigliò lo sguardo. "State escogitando un piano?"
"Un attacco" disse Pierre, "a sopresa."
"Buon Dio" disse Louis, "allora corro subito."
E se ne andò.
I tre sovrani e Niall rimasero nella biblioteca e attesero che Louis tornasse.
STAI LEGGENDO
Nothing is like it used to be - The War
Fanfiction(Questa storia è un sequel. Si prega di leggere prima "Nothing is like it used to be" per capirne meglio le dinamiche.) Ci sono cose che non si possono prevedere. Accadono e basta. Margot non avrebbe mai potuto prevedere di perdere suo padre e Liam...