Rose é un'idiota.

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13. Rose è un'idiota.
(Se volete insultarla, questo é il momento giusto)

La scuola è riniziata da circa una settimana e nell’unica ronda insieme che abbiamo fatto, siamo stati in un lungo e imbarazzante silenzio. Non ha provato a parlarmi e, sia all’inizio che alla fine, mi ha salutato con un cenno del capo per cui mi sento sollevata da ogni decisione.
Anche se avessimo provato qualcosa l’uno per l’altra ormai, qualsiasi cosa fosse, è finita.
Il mercoledì pomeriggio sono in camera di Devon a baciarci e decido di portare ad un nuovo livello la nostra relazione, se non è gay è ora che lo dimostri.
Mentre ci baciamo comincio a tirar fuori dai pantaloni la camicia della divisa e gli accarezzo gli addominali scendendo sempre più giù.
«Rose» sussurra lui, un mezzo avvertimento.
Non gli rispondo ma mi metto a cavalcioni su di lui e gli tolgo maglioncino e camicia.
Lui fa lo stesso con me e poi comincia a baciarmi il seno. Finalmente un accenno di virilità e iniziativa!
Delicatamente ribalto le posizioni e lo bacio dolcemente sulle labbra mentre mi sfilo la gonna.
Un attimo dopo anche i suoi pantaloni finiscono per terra ma, mentre lui mi bacia il collo, la mia mente mi ricorda subdolamente che le labbra che sento sulla mia pelle non mi danno quelle sensazioni che dovrei provare.
Che il profumo che sento, per quanto buono, non è quello che vorrei.
Che le mani che mi accarezzano sono troppo delicate e non sento quell’energia, quel desiderio che mi incendiano.
Che questi dannati capelli scuri dovrebbero essere platinati.
Che questi occhi verdi che mi fissano non riescono a penetrarmi l’anima.
«Devon, scusa ma…non mi sento pronta» dico, ma è una bugia. Non è vero che non voglio fare sesso, è che non voglio farlo con lui.
«Tranquilla tesoro, non è un problema. Scusa se sono stato insistente»mi risponde baciandomi la fronte e passandomi i vestiti prima di rivestirsi a sua volta.
Lui crede di essere stato insistente? Davvero? Beh se sapesse…no, meglio che non sappia.
Dopo un po’ di baci esco dal dormitorio e, tornando al mio, passo davanti al bagno dei prefetti e decido che un bagno caldo e rilassante mi ci vuole.
Ricordando la parola d’ordine mi viene voglia di rinunciare ma poi mi do mentalmente dell’idiota e la pronuncio.
«Muschio bianco»sussurro irritata. Il profumo di Scorpius. Solo al pensiero sento una stretta allo stomaco e una vampata di calore.
Controllando che il bagno non fosse già occupato vado a prendere un paio di asciugamani e li metto vicino alla vasca.
Prima di svestirmi apro i rubinetti dai quali sgorgano fiumi di acqua colorata, bolle e schiuma trasformando presto la stanza in un miscuglio di odori e colori.
Una volta senza vestiti entro nell’acqua calda e, dopo un paio di bracciate, mi siedo su una delle panchine sommerse della vasca.
Sfortuna, o fortuna, vuole che io mi sieda vicino ad un rubinetto dal quale esce una densa schiuma che profuma di muschio bianco.
«Merlino, basta davvero il suo profumo per farmi eccitare?» chiedo alla sirena della vetrata mentre lei, ignara dei problemi di noi comuni mortali, continua a pettinarsi i capelli.
Un urgenza mi porta a sfiorarmi dove raramente avevo osato, cercando di darmi quel piacere che oggi mi sono negata dicendo di no a Devon.
«Se vuoi posso darti una mano»
Sussultando e allontanando la mano mi giro vedendo Scorpius appoggiato ad una colonna di marmo.
«Cosa ci fai qui?» chiedo arrossendo.
«Un bagno, che altro?» mi risponde sorridendo come da giorni non gli vedevo fare e togliendosi maglioncino e camicia.
«Benissimo, girati così esco e ti lascio la vasca»
«É abbastanza grande per entrambi» mi risponde tirandosi giù jeans e boxer in un colpo. Chiudo gli occhi e giro la testa, Merlino!
«Lo sai che puoi guardarmi quanto vuoi?» mi dice entrando nell’acqua mentre io tengo ancora gli occhi chiusi.
Percepisco grazie all’acqua che si muove che ora è davanti a me, più vicino di quanto la mia mente vorrebbe e troppo lontano per il resto del corpo.
«Apri gli occhi» mi sussurra all’orecchio cominciando ad accarezzarmi l’interno coscia e salendo sempre più in su, disegnando piccoli cerchi con le punte delle dita.
«Scorpius non possiamo» ma la frase suona debole perfino alle mie orecchie.
«Non pensare per un po', goditi il momento» mi dice baciandomi la gola e accarezzandomi dove più il mio corpo lo reclama. Già ansimo.
Mi bacia sulle labbra, un bacio rude, violento, passionale.
Abbandonando il suo lavoro, mi prende per i fianchi per farmi uscire dalla vasca e mi poggia sul pavimento di marmo.
Rimanendo nella vasca mi apre le gambe con le mani. Mi sento così esposta che, se solo mi fermassi a pensare, arrossirei ma al momento sento solo la bocca di Scorpius sulle mie cosce che bacia, lecca e morde la mia pelle.
Lentamente risale sempre di più fino a raggiungere il clitoride che comincia a stuzzicare con i denti e la lingua mentre due dita hanno raggiunto la mia apertura e adesso la stanno esplorando, muovendosi in circolo in maniera assolutamente deliziosa.
Sono quasi al limite quando lui si allontana lasciandomi insoddisfatta e, depositando una scia di baci lungo tutto il mio corpo, raggiunge il mio seno.
«Non verrai così» mi spiega «voglio farti venire mentre facciamo l’amore, voglio che gridi il mio nome» mi sussurra incendiandomi con le parole prima di sentire i suoi denti chiudersi sul capezzolo e succhiare, forte. Così forte da farmi gridare e inarcare la schiena dal piacere.
«Ti prego» lo supplico avvicinando il mio bacino al suo e sentendo distintamente la sua eccitazione che mi reclama tanto quanto io reclamo lui, un’ulteriore attesa sarebbe insopportabile.
Con una spinta decisa mi penetra iniziando a muoversi da subito, con un ritmo lento e deciso, implacabile  e straziante.
Sentendo l’orgasmo alle porte lo prego di andare più veloce e allungo le mani per cercare qualcosa a cui aggrapparmi, il marmo liscio però non fornisce appigli per cui stringo forte Scorpius a me mentre vengo, lasciandogli dei graffi rossi sulla schiena.
«Non deludi mai piccola» mi dice rallentando per baciarmi e farmi riprendere un po’ prima di continuare, inesorabile come prima.
«Sto per venire» mi sussurra dopo un tempo indefinito fatto di spinte decise, baci incandescenti e respiri affannati.
Con un’ultima spinta vigorosa riversa il suo seme in me mente io inarco la schiena e grido il suo nome, affogando in un orgasmo strepitoso.
Mentre ritorno in superficie lo sento baciarmi prima le labbra e poi la pelle imperlata di sudore uscendo delicatamente da me.
«Ti serve un’altra dimostrazione per capire meglio i problemi di Bingley e mollarlo?» mi chiede riprendendo fiato al mio fianco.
«Cosa te ne frega se sto con Devon o no? Tu non scopi e basta?» gli chiedo con una fitta al cuore ricordando milioni di conversazioni durante le quali ero a dir poco inorridita.
«Io…Merlino Rose non so cosa diavolo tu mi abbia fatto ma da quando abbiamo dormito insieme la prima volta non faccio altro che pensarti. E all’inizio mi sono detto che baciandoti mi sarei tolto la voglia ma dopo quel bacio nella Stamberga Stillante volevo sempre di più. E la sera della scommessa so di averti giocato un tiro molto basso ma non puoi nemmeno immaginare quanto ti desiderassi. Quanto desiderassi nuovamente sentire la tua pelle a contatto con la mia bocca. Sulla neve non aspettavo altro, solo il momento giusto per farti mia perché magari mi sarebbe passata questa malsana fissazione per la cugina del mio migliore amico. Invece no, è stato il sesso migliore della mia vita e mi sono accorto di volere di più da te, poco importa se sei fidanzata. Bingley è un tale idiota che sicuramente lo avresti lasciato una volta visto quanto siamo compatibili.
La mattina dopo, vedere il letto vuoto, è stato deludente e doloroso. Credevo davvero che avessi capito che provavo qualcosa, che per me non era stato soltanto sesso e sentirti ammettere quanto lontana fossi dalla verità pochi giorni fa mi ha fatto incazzare da morire. E sarei rimasto incazzato se non ti avessi sentito dire che basta il mio profumo a farti eccitare. Sai che non sono tipo da ragazza fissa ma per te potrei esserlo perché, Rose, da quattro mesi a questa parte ho in mente solo e sempre te»
Una volta finito il suo discorso io sono a dir poco allibita. Così shockata da non riuscire a proferire parola.
Miseriaccia, non può dire sul serio.
Ha parlato tutto il tempo stando steso sul pavimento a fissare il soffitto, esattamente come me.
«Io..io non so cosa dire» sussurro sinceramente dopo poco. Lui non mi guarda e non mi risponde per cui provo a continuare, a spiegarmi.
«Io…io sono così confusa. Non capisco davvero i sentimenti che provo per te...e c’è da considerare che sono ancora fidanzata»
«Ok, ci vediamo» dice alzandosi e cominciando a rivestirsi.
«Ti prego Scorpius, non…non fare così. Vederti così mi distrugge» confesso trattenendo le lacrime mentre lui si infila i pantaloni.
«Io ti ho detto ciò che provo, ora la decisione è tua» dice amareggiato guardandomi un’ultima volta prima di uscire dalla stanza.

(-2)

Finché Si Odia Si Ama Ancora [Rose×Scorpius]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora