Rosa?

17.7K 658 40
                                    

15. Rosa?

Dopo una notte agitata, la mattina mi alzo e mi vesto velocemente per intercettare Devon prima di colazione.
«Devon» lo chiamo venendolo entrare in sala grande insieme ad alcuni compagni dai quali si allontana per venire verso di me.
Fa per baciarmi ma lo allontano.
«Devon io…noi non ci possiamo più vedere. Non siamo fatti per stare insieme e mi dispiace. Davvero volevo che questa cosa funzionasse ma…sono quasi certa di amare un altro ragazzo» affermo mentre la consapevolezza si fa strada nella mia mente e nel mio cuore.
«Ok, è Lysander?» mi chiede senza lasciare trasparire emozioni.
«No, no! Io e Lys siamo solo amici e per favore non chiedermi chi sia. Scusami, davvero io ti voglio bene ma non nel modo giusto»
«Per quel che vale questi mesi per me sono stati fantastici, ti auguro di essere felice» mi dice prima di allontanarsi e io, dopo un’iniziale fitta di dispiacere, mi sento decisamente più libera.
A colazione noto che Scorpius non c’è ma a lezione, due ore dopo, lo vedo e, sebbene abbia occhiaie spaventose quasi quanto le mie, non sembra così distrutto come diceva Lysander.
Passo nuovamente il pomeriggio rinchiusa nella mia stanza a studiare e i giorni seguenti si ripetono uguali, gli unici cambiamenti sono le mie occhiaie sempre più marcate e il viso di Scorpius sempre più stremato, come non manca di farmi notare ogni giorno Lysander.
La mattina a lezione, il pomeriggio in camera con Lysander, la sera nel letto e la notte in bianco.
Quando finalmente posso fare il test chiudo le mie compagne fuori dalla stanza e con mani tremanti tiro fuori il sacchetto dal cassetto del comodino dov’è stato rinchiuso una settimana.
«Lys ti prego leggi tu cosa bisogna fare, io non ce la faccio» gli dico passandoglielo.
«Ok, allora c’è scritto che il test è sicuro solo al 75% per cui è consigliabile farne almeno due per aumentare le probabilità di una corretta interpretazione. Quell’elfo è un genio, ne ha presi già due! Comunque devi bere questa fialetta e poi ingoiare questa» dice tirando fuori una piccola bottiglietta e una pastiglia.
«Poi si aspettano tre minuti e se la lingua è rosa sei incinta, se è blu non lo sei»
«Ok» dico prima di bere dalla fiala e ingoiare la pastiglia.
Controlliamo entrambi gli orologi e allo scoccare del terzo minuto apro la bocca per mostrare a Lysander la lingua.
«É rosa» dice e io sento il mondo crollarmi addosso.
«Ehi però non è sicuro! Devi ancora fare il secondo, aspettiamo qualche minuto e poi bevi. Andrà tutto bene Rose» cerca di consolarmi asciugandomi le lacrime.
Poco dopo rifaccio il test e dopo tre minuti apro nuovamente la bocca.
«É blu stavolta!»
«E quindi che significa?» chiedo alzandomi per guardarmi la lingua.
«Non lo so ma sai cosa devi fare ora, hai detto che dopo il test gli avresti parlato»
«Ma come faccio ad andare da lui e dirgli "ehi ciao, sai sono stata un’idiota. Ti amo davvero ma visto che siamo un disastro adesso sono incinta perché ci siamo dimenticati di fare l’incantesimo contraccettivo. Siamo entrambi idioti, non solo io"»
«Non lo sai ancora se sei incinta e tu intanto vai da lui. Qualcosa da dirgli ti verrà in mente, vi amate questo è quello che conta»
«Miseriaccia non posso presentarmi con questa faccia» dico guardandomi allo specchio.
«Smettila di trovare scuse e muovi il culo! Vai!»
Provando almeno un centinaio di discorsi diversi attraverso il castello e, grazie ad un paio di ragazzini, entro nella Sala Comune e mi dirigo verso il dormitorio del settimo anno.
Apro la porta e trovo Scorpius seduto su una sedia con una ragazza seduta sopra, entrambi hanno la camicia aperta ma per il resto sono ancora vestiti.
Imbarazzata e skockata balbetto un «Scusa» e mi giro per andarmene.
«Merda» lo sento dire prima di alzarsi e corrermi dietro.
«Ti prego Rose, non andartene. Posso spiegare» mi supplica afferrandomi il polso.
«Ho notato che sei impegnato, non voglio disturbare» dico senza voltarmi e ricacciando indietro le lacrime.
Come ho potuto essere così stupida?
«Ti prego, Rose, ti prego» e il tono straziante nella sua voce mi convince a voltarmi e seguirlo. Voglio sentire cosa ha da dire.
«Fuori» ordina alla ragazza ancora seduta sulla sedia.
«Come scusa?» chiede lei incredula.
«Ho detto fuori. Ora.» con uno sbuffo, lei raccoglie le sue cose ed esce dalla stanza.
«Scusami, io..io non sapevo come fare. Non sto più vivendo, da una settimana a questa parte»
«Neanche per me è stata una bella settimana,» dico incorciando le braccia sul petto e sedendomi sul letto «eppure non mi porto a letto gente a caso»
«E cosa potevo fare se non cercare di riprendere la mia vita?» esclama lui camminando avanti e indietro, poi, sedendosi al mio fianco, mi prende una mano e continua «Quando hai mollato Devon credevo avessi deciso. Credevo avessi scelto me. Ma poi non mi hai detto nulla, non mi guardavi e io sono a dir poco morto dentro per cui cosa ci fai qui? Non che non ti voglia, sia chiaro, solo non voglio lasciare che la speranza prenda piede, se capisci cosa intendo»
«Non volevo farti del male» dico sinceramente.
«Sono io che non sono fatto per essere innamorato» risponde lui semplicemente.
«Siamo io e te che siamo autodistruttivi e assolutamente non ci saremmo dovuti innamorare ma, come dice Lys, l’amore capita» gli dico senza guardarlo ma stingendo la sua mano.
«Lo sai che quella di poco fa non conta nulla vero? Che tutte le altre non contano nulla? Che sei tu l’unica che voglio? Che io ti amo ancora?» mi dice avvicinandosi e sollevandomi il viso per guardarmi negli occhi.
Il suo sguardo è sereno e sincero, così diverso dallo sguardo torbido e malizioso che ha di solito.
Perdendomi in quei suoi occhi di ghiaccio mi avvicino per baciarlo e appena le nostre labbra si toccano sento il cuore allargarsi e alleggerirsi, come se fosse pieno di elio.
«Ti amo così tanto» mi sussurra sfiorandomi le labbra.
«Ti amo anch’io» rispondo e la verità delle mie parole è così bella che non riesco a descriverla.
Approfondendo il bacio mi fa sdraiare sul letto e io lo tiro sopra di me, ma subito lo blocco.
«No, aspetta. C’è un’altra cosa che devo dirti» gli dico ricordandomi del test.
«Dimmi»
«L’ultima volta, nel bagno dei Prefetti, non…non abbiamo fatto l’incantesimo contraccettivo» gli confesso e lo vedo sbiancare.
«Oggi con Lysander abbiamo fatto il test, due volte, la prima era positivo e la seconda negativo e io non…non lo so ecco. Però ho paura»
«Ti prego dì qualcosa» lo supplico dopo un po’ di silenzio.
Senza rispondermi si alza e va alla scrivania, prende un foglio e si mette a scrivere.
«Cosa stai facendo?» chiedo confusa.
«Scrivo a mio padre, lui è medimago. Mi faccio mandare un test ospedaliero, sono più sicuri» mi spiega piegando il foglio e legandolo alla zampa del suo gufo, chiuso nella gabbia a sonnecchiare, che subito prende il volo.
«Hai davvero scritto a tuo padre?» chiedo incredula.
«Si, sa che ho una vita sessuale piuttosto attiva anche se non mi è mai successo di aver rischiato di mettere incinta una ragazza. Anche se un po’ è colpa tua!»
«Come sarebbe colpa mia?!» domando sorpresa, non mi sembra il caso di addossarsi le colpe.
«Nessuna ragazza mi ha mai fatto impazzire così tanto da dimenticare l’incantesimo, nemmeno da ubriaco» mi risponde sedendosi al mio fianco e sorridendo.
«Non fasciamoci la testa prima di essere caduti ok? L’importante adesso è che io e te abbiamo chiarito, comunque sia in qualche modo facciamo» mi dice guardandomi negli occhi.
«Non sapevo di questo tuo lato, avrei smesso di odiarti prima»
«Solo chi se lo merita lo conosce, i miei genitori, Albus e ora te. Non mi apro facilmente»
«Ma quando lo fai doni tutto te stesso» gli dico accarezzandogli una guancia.
«Con me o tutto o niente. Magari è solo una mia impressione ma mi sembri…strana»
«La mia mente si rifiuta di accettare che ti amo, e che tu mi ami e che hai appena detto che "in qualche modo facciamo", al plurale, cioè insieme»
«Non sono così meschino, se ti amo ti sto accanto qualsiasi cosa accada. E perché piangi ora?»mi chiede sorridendo dolcemente.
«Perché mi ami così tanto» dico incredula e felice.
Lui avvicinandosi e sorridendo mi bacia dolcemente gli zigomi umidi, poi gli occhi e infine la bocca.
Veniamo distratti da un toc toc sul vetro, il gufo è di ritorno un pacchettino e una lettera.
Per prima apre la lettera e poi prende il pacchetto.
«Colloportus» dice chiudendo la porta e poi comincia a leggere le istruzioni.
«Ok bevi questo e poi sdraiati e tira su la maglietta» mi dice serio, alzandosi e passandomi l’ennesima fialetta di liquido che io bevo prima di coricarmi.
Spremendo una crema gelatinosa sulla mia pancia comincia a spalmarla e poi ci appoggia sopra un rettangolino con un display.
«Ora dobbiamo aspettare cinque minuti» mi dice prendendomi la mano e controllando sistematicamente l’orologio.
«Controlliamo» dice dopo cinque minuti densi di silenzio e ansia in cui ci siamo semplicemente tenuti per mano.
Prende l’aggeggio sulla mia pancia e so il risultato ancora prima di sentirlo, lo leggo sul suo viso.
«É negativo» dice lui sollevato.
«Merlino grazie!» esclamo io alleggerita da un peso che da circa una settimana mi stava sul cuore.
Prendendo un fazzolettino dal comodino mi pulisce la pancia prima di sdraiarsi su di me e baciarmi.
«Sei venuta da me solo perchè pensavi di essere incinta?» mi chiede.
«No, sono qui perchè mi sono accorta di amarti» gli rispondo con un sorriso, carezzandogli la guancia.
«Perchè hai voluto aspettare una settimana, dopo che hai mollato Devon, per decidere? Sono stato malissimo, vederti ogni mattina era come una pugnalata. E in più non potevo dire nulla ad Al»
«Avevo paura. Paura dei miei sentimenti, dei tuoi e che qui dentro ci fosse qualcuno» dico indicandomi la pancia.
Scivolando in basso mi alza la maglietta e mi bacia la pancia.
«Care ovaie della mia ragazza» comincia lui, serio, parlando con il mio ombelico.
«Ma cosa stai facendo?» lo interrompo ridendo.
«Shhh, qui stiamo facendo un discorso serio. Allora, dicevamo! Io amo davvero tanto la persona dove siete però ci avete fatto prendere un grosso spavento, magari prima o poi mi farà piacere che voi incontriate i miei amichetti ma non credo di essere ancora pronto per diventare papà quindi niente cazzate ok? Continuate il vostro normale ciclo, magari senza farmela incazzare troppo dato che abbiamo appena smesso di dirci di tutto ogni volta che ci vediamo. Intesi?»
«Non posso credere che tu stia parlando con le mie ovaie» dico ridendo di gusto, adesso che la tensione si è sciolta è così bello poter essere felici.
Lui si infila sotto la magietta cominciando a baciarmi il petto ed io d'un tratto smetto di ridere, impegnata a controllare ben altre sensazioni.
Un momento dopo mi toglie la maglia e io comincio a slacciargli la camicia con mani veloci e tremanti.
Cominciando a baciarmi il seno infila una mano direttamente nei miei slip, stimolando il clitoride già gonfio e bramoso.
«Amico, ti avevo chiesto il dormitorio libero!» sentiamo esclamare alle nostre spalle e voltandoci vediamo Albus appena entrato con un sacchetto di carta in mano.
«Rose?! Cosa…io…Scorpius!» dice lui confusamente notandomi mentre io cerco di coprirmi.
«Ciao Al» dice Scorpius alzandosi e passandomi la maglietta che subito indosso.
«Cosa diavolo stavate facendo? Cioè no, perché? Voi vi odiate!» esclama Albus confuso.
«Ci odiavamo» precisa Scorpius.
«É un po’ complicato Al ma…ci amiamo. E stiamo insieme» provo a spiegargli io.
«E da quando?» chiede lui avvicinandosi.
«Che stiamo insieme?» chiede Scorpius e poi guardandomi e sorridendo continua «Tecnicamente da venti minuti, mezz’ora al massimo»
«Ah e…per le mutande di Merlino quello è quello che credo sia?! Ho bisogno di sedermi» dice avvicinandosi e raccogliendo da terra la confezione vuota del test di gravidanza prima di sedersi sul suo letto.
«Al non sono incinta» provo a tranquillizzarlo.
«E io non l’ho stuprata, lo so che lo stai pensando»
«Scusa Scorp. Avrei da farvi migliaia di domande ma non credo di voler sapere la risposta per cui…adesso andatevene che tra poco arriva Annalisa. Festeggiamo il nostro anniversario»
«Ok, allora noi andiamo» dico alzandomi cercando di togliermi da questa situazione imbarazzante.
Scorpius mi prende la mano scendendo le scale e non la lascia nemmeno quando attraversiamo la Sala Comune sotto gli occhi di tutti.
«Sarà strano» gli dico appena arrivati in corridoio.
«Si abitueranno» mi dice spingendomi contro il muro appena girato l’angolo.
«E noi invece? Ci abitueremo?» chiedo ridacchiando e sperando vivamente di non abituarmi mai alle sue carezze.
«Ogni tanto potremmo litigare e insultarci, giusto per ricordare i vecchi tempi» mi sussurra baciandomi il collo mentre le mani sono già sotto la gonna a stringermi il sedere.
«Abbiamo appena scoperto, con estremo sollievo, di non aspettare un bambino. Vuoi correre di nuovo il rischio?» gli chiedo sentendo la sua eccitazione appoggiata al mio stomaco.
«Mh perché no? Tanto io e le tue amiche abbiamo un patto»
«Tienilo nei pantaloni ancora qualche minuto, andiamo nel mio dormitorio» gli dico allontanandolo.
«Sarà dannatamente doloroso» si lamenta staccandosi e incamminandosi verso la torre Corvonero
«Non te ne farò pentire!»

Stasera posto l'epilogo:))

Finché Si Odia Si Ama Ancora [Rose×Scorpius]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora