Prologo

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Città nuova, casa nuova, vita... Uguale. In una famiglia come la mia non ci si può stupire per cose così comuni e stupide. Tanto, appena qualcuno avrebbe insinuato qualcosa (e ciò è sempre successo) via, trasferirsi in un altra città.

Almeno questa sembra carina. Mi pare si chiami Wolfen. È grande, ci sono un sacco di case e negozi. E già mentre scaricavo le mie cose dal camion ho notato un sacco di gente. Posso capirli, non ci devono essere stati molti trasferimenti in una cittadina piccola e sperduta come questa. I vicini ci hanno salutato e chiesto di noi.

Certo, ovviamente dobbiamo sembrargli una famiglia assolutamente normale. Un padre, una madre e cinque figli. Un po' affollata, ma normale. Quanto si sbagliano.

È un po' difficile vivere normalmente quando i tuoi genitori danno la caccia ai lupi. Cioè, persone cattive che si trasformano in lupi e uccidono le persone. E per questo per cacciarli bisogna essere speciali. Infatti io sono la loro unica vera figlia. Sangue del loro sangue. E senza nessun maledetto carattere distintivo.

E gli altri sono stati adottati. O rapiti, ancora non lo so. Ma nonostante questo siamo uniti. Non mi farebbero mai del male ma con le loro prede sono spietati.

Elec e Andrew sono gemelli. Hanno sedici anni, un anno in meno rispetto a me. E resteranno per sempre così. Vampiri. Sono stati morsi da un amico dei loro vecchi genitori. E mio padre li ha aiutati a crescere nella loro diversità. Hanno imparato a distinguere l'odore di un lupo vero da quello di un licantropo, il chè aiuta molto le mie altre due sorelle e mia madre.

Tecnicamente non sono sorelle di sangue ma sono entrambe delle Cacciatrici e quindi si sono abituate a stare sempre insieme. Avevano dieci e dodici anni quando le abbiamo trovate. Ora ne anno venti e ventidue. Usano delle frecce di argento, una con la balestra e l'altra con l'arco. Ogni tanto provano a farmi fare qualche tiro ma sono una frana. Mamma invece preferisce le pistole con proiettili d'argento fatti da lei. Possono uccidere qualunque cosa per questo in missione è meglio non farla arrabbiare.

Poi c'è mio padre.

Nessuno di noi sa cos'è veramente. Ma mamma non fa mai niente se lui non è d'accordo. Lui sa tutto e non sbaglia mai. È un padre premuroso. Ormai ha quasi raggiunto la cinquantina di anni, ma è ancora forte e vigoroso. I suoi capelli non sembrano pensare nemmeno un po' ad imbiancare, né la sua barba è mai incolta. I suoi occhi grigi ogni tanto sembrano spenti, ma osservano sempre tutto, vispi e attenti. Cura il suo aspetto quasi tanto quanto si prende cura di noi. Ma è terribilmente spietato con i nemici.

Ricordo di quella volta nel New Jersey, in una città chiamata Cavertown, dove stavamo cacciando un licantropo. I gemelli erano subito partiti all'inseguimento e avevano iniziato a combattere. Non avevano ancora i canini sviluppati quindi potevano solo stremarlo.

Neanche le altre due erano bravissime. Avevano cercato intrambe di colpirlo senza nessun risultato. Mamma cercava di aiutarle ma una delle due, la più piccola che si chiama Katrhine, si era avvicinata un po' troppo. Abbastanza che il suo odore fosse fiutato da quella bestia. E quello allora si girò senza badare più agli altri due e le corse incontro.

Lei era rimasta parallizzata. Non facemmo in tempo a muovere un muscolo che mio padre le andò davanti e respinse il mostro con una forza tale da schiantarlo contro una pietra. Questi non perse i sensi ma restò accasciato a terra.

Mio padre mi chiamò a sé e mi portò insieme a lui.
"Di che colore sono i suoi occhi?"
"Sono gialli..."
"Quindi è un..."
"Omega"
"Brava tesoro. Dai canini, da quanto tempo è che si può trasformare?"
"Sei mesi."
"Oh, che brava. Ora vai, ci penso io."
Ma proprio in quel momento quella bestia si alzò di scatto e cercò di mordermi. Mio padre lo prese per il collo e iniziò a stringere. Allora quello si ritrasformò in umano.

"La prego signore, non mi uccida, io non volevo, io..."
Il ragazzo era spaventato e scosso, ckme se non sapesse davvero cosa stesse succedendo. Non poteva essere più giovane di vent'anni, ma era comunque un licantropo, e questo mio padre non lo poteva accettare. Mio padre, che in quel momento sembrava solo una bestia, gli occhi iniettati di sangue e la mascella stretta.

"Tu hai provato ad uccidere non una ma ben due delle mie figlie. E ora, pretendi che io ti lasci vivere la tua misera vita da condannato?"
Iniziò a piangere. In quel momento disperato, il ragazzo sapeva che non poteva fare nient'altro se non piangere. Il suo viso stava iniziando a diventare blu, per mancanza di ossigeno.
"La prego... Io... Non volevo... Non è colpa mia..."
"No, ovviamente, ma del bastardo che ti ha morso. Verrai vendicato, ma per adesso puoi solo morire."
"No, la prego... Ho ancora tutta la vita da vivere."
Ripensandoci adesso, lui aveva ragione. Aveva tutta una vita davanti, un vita fatta di morte e omicidi...

"Avevi. Ora non più."

E con una mossa rapida gli ruppe l'osso del collo. Ero spaventata. Mi misi a piangere. Anche Kat era sconvolta. Se sei normale potresti trasformarti e diventare come loro mentre se sei una Cacciatrice anche un solo graffio può ucciderti. E questo lei e Julia lo sanno bene.

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