Il segreto

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Scusate per l'attesa ma spero che questo capitolo mi faccia perdonare. Vedrete ;)

Hermione_Agnese_02

Afferro la maniglia. È fredda, congelata, ma tengo la presa comuque. I rumori nella camera si fanno sempre più sommessi. Forse non dovrei...

Conto fino a tre.
Uno... Giro un poco la maniglia.
Due... Sto per aprirla.
Tre... Spalanco la porta

Non riesco a credere ai miei occhi. Davanti a me c'è un licantropo, un ragazzo. È un Omega, ha gli occhi gialli. I suoi capelli sono neri e il suo mi sembra un viso conosciuto. Digrigna un po' i denti lasciando intravedere i canini ma è ferito al braccio e la ferita non sembra curarsi. I miei devono averlo ferito con una pallottola d'argento. In un attimo prendo il mio amato coltellino.
"Cosa ci fai tu qui? Chi sei? Cosa vuoi?"
Eppure l'ho già visto da qualche parte, ne sono sicura. Il ragazzo cade in ginocchio e abbassa la testa. Non mi avvicino a lui ma guardo la stanza. Un letto, dei libri di scuola, una scrivania con un computer e tanti vestiti sparsi per terra. Questa è una camera da letto. Ma di chi? Zia non ha figli... Forse.
"Avanti, rispondimi, chi sei, cosa vuoi."
Il ragazzo alza la sua testa. I suoi occhi sono marroni, il suo naso non è più arricciato, non ha più peli sulle guance, i denti sono tornati normali e gli artigli si sono ritirati. Lo riconosco in un attimo.




È Mikol.
Il coltello mi cade per terra. Non so davvero cosa dire. Lui è lì, davanti a me, in una camera nella casa di mia zia. Il suo telefono squilla. Lo ha lasciato sul letto, prima che lui possa anche solo muoversi lo afferro. Mamma c'è scritto.
"Ferma Charlie, cosa vuoi fare? Perché sei a casa mia?"
"Casa tua?... No, questa è casa di Lucy, mia zia." Entrambi ci guardiamo fissi. Potrebbe mai essere... Il telefono continua a squillare. Rispondo. Riconosco subito la voce. È proprio lei.
"Mikol, tesoro mio, stai bene? Ti hanno preso? Perché non hai risposto subito?"
Rimango in silenzio e metto vivavoce.
"Mikol? Ci sei? Tutto bene?"
"Zia. Sono io. Charlie. Mikol sta abbastanza bene anche se l'hanno colpito ma ha il mio coltello d'argento puntato addosso. Che ne dici, è il momento delle spiegazioni?"
La chiamata si interrompe bruscamente.
"Riesci ad alzarti?"
"Sì"
Prendo una sedia.
"Riesci a sederti?"
"Sì"
E lui si siede. Proprio come me, vuole delle risposte. Raccolgo il mio coltellino da terra e glielo punto addosso.
"Scusa Mik, è solo per precauzione"
"Perché non sei sconvolta?"
"Sconvolta da cosa? Dal fatto che ti puoi trasformare in un lupo o che forse siamo parenti?"
"Da tutte due."
"Nah, la prima non più di tanto in realtà."
"Ascoltami Charlie, devo assolutamente chiamare Alexander"
"Wait, anche lui lo sa? Aspetta, chi altro lo sa?"
"Ti spiegherò tutto più tardi. Ora chiamalo"
Prendo il suo telefono e glielo passo. Lui con il braccio ancora integro digita il numero e mette vivavoce.
"Hey Mikol, che c'è?"
"Mi hanno ferito di nuovo Alex. Tu sai quello che devi fare."
"Dove ti trovi?"
"Sto a casa mia."
"Tua madre lo sa?"
"Sì, sta venendo qui. Datti una mossa"
"Vengo subito"
Spegne la chiamata e appoggia il cellulare. Tra noi due si crea un silenzio imbarazzante. Sento uno scricchiolio dietro di me. Mikol alza lo sguardo e sembra stia per dirmi qualcosa. Io sento solo le mie gambe appesantirsi e cado per terra.

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