CAPITOLO 1.

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E' strano come certa gente si senta intimidita dal buio. Tutti temono che dagli angoli più oscuri possa sbucare da un momento all'altro un terribile mostro. Invece lei provava un senso di sicurezza quando la notte la avvolgeva col suo manto. Si rannicchiava in quegli angoli oscuri, forse perché era lei stessa il mostro che la gente temeva.
Si ritrovò nel bel mezzo della città a vagare come un'ombra solitaria.

Lo spettacolo delle persone che ridevano e si scambiavano affetto tra di loro la disgustava. Nonostante volesse immediatamente stroncare la felicità di quella gente falsa e subdola, doveva attendere il momento giusto.

I suoi occhi si soffermarono su un ragazzo, forse suo coetaneo, il quale aveva l'aria di volersi godere a pieno la serata, circondato dagli amici e dai peggiori vizi di questa terra. Il ragazzo sembrò notarla perché improvvisamente ammutolì e si intrattenne a fissarla, ricevendo qualche gomitata da suoi compagni che dovevano aver notato il suo interesse. Una volta che ebbe capito di aver catturato la sua attenzione decise di avvicinarsi.

-Ehy bella cosa ti serve?- domandò il più spavaldo fra la compagnia.

Il ragazzo accanto si affrettò ad ammonirlo e lei finse di essere in imbarazzo per quel commento.

-Mi sono persa. Mi domandavo se qualcuno potesse indicarmi come arrivare al mio hotel e magari accompagnarmi, visto che non passano autobus a quest'ora- spiegò timidamente.

Il ragazzo che prima aveva attirato la sua attenzione si fece avanti e le offrì di accompagnarla, intimando uno dei suoi amici a prestargli le chiavi della macchina. Lei gli sorrise, mettendosi una ciocca ribelle dietro l'orecchio in modo da reincarnare perfettamente la tipica ragazza dolce e timida.

-Qual è il tuo hotel?- le chiese una volta che furono in macchina.

-Il Crosby Street Hotel- rispose.

Il ragazzo trattenne un verso di stupore, dopo aver constatato che la ragazza alloggiava in uno degli hotel più costosi della città. Una volta giunti a destinazione, la ragazza prese la sua borsetta e fece per uscire, ma si arrestò, era il momento giusto. L'ingenuo si era fermato abbastanza lontano dall'edificio a da occhi indiscreti, forse anche lui aveva i suoi piani per quella notte e fu proprio quel fattore che lei sfruttò.

-Posso ringraziarti?- domandò, sorridendogli maliziosa.

Il ragazzo ricambio immediatamente quel sorriso caricò di malizia e lussuria e si sporse con l'intenzione di baciarla. Prima che loro labbra potessero toccarsi, il ragazzo spalancò gli occhi e del sangue cominciò a zampillare dalla sua bocca a causa della coltellata da lei inflittagli nello stomaco. Il sorriso della ragazza era mutato in un ghigno diabolico ed i suoi occhi facevano intendere che non avrebbe avuto alcuna pietà. Infine, un'ultima coltellata diritta al cuore e quello si accasciò sul sedile, ormai privo di vita. Charity contemplò la sua opera per alcuni secondi, poi uscì dall'auto con nonchalance, pronta a ritornare al college.

Buttò maldestramente la giacca sulla sedia, constatando che fosse perfettamente pulita da eventuali schizzi di sangue, poi decise di andare a farsi una doccia. Era solo una normale diciannovenne, che era riuscita per miracolo a nascondere la sua seconda vita, evitando qualsiasi rapporto con i suoi coetanei e pianificando la sua vita passo dopo passo. Era tra le più brillanti del suo college, ma la sua condotta non lo era altrettanto. I suoi genitori sembravano non curarsi dei numerosi richiami o cercavano di compensare le mancanze della loro figlia con i soldi, pertanto era sempre riuscita a cavarsela e nessuno sospettava mai di lei.
Dopo essersi infilata il pigiama, appurò che fosse l'una di notte passata, così si infilò nelle coperte e ripercorse mentalmente l'omicidio di quella sera. C'era qualcosa di eccitante nell'aver stroncato le aspettative di quel ragazzo, il modo in cui aveva annullato la sua esistenza in pochi secondi la faceva sentire dannatamente potente, era lei che decideva chi doveva morire e chi no. Trasportata dall'intensità di questi pensieri si addormentò.

Il trillo della sveglia riecheggiò nella stanza esattamente alle sei del mattino, facendola sobbalzare. Come sua consuetudine accese la televisione sul canale dove fra un'ora avrebbero trasmesso il telegiornale, era sempre molto attenta a rimanere aggiornata su cosa accadesse nel mondo, infine scese di sotto per rifilare qualcosa da sgranocchiare come colazione alla mensa.
Una volta rientrata in camera e consumata la sua colazione, lo stupido programma che precedeva il TG lasciò il posto a quello. La notizia in primo piano era proprio quella di un omicidio avvenuto nei pressi del Crosby Street Hotel, le immagini mostravano la macchina della vittima e la scena del crimine già setacciata dalla polizia. Charity sorrise compiaciuta quando vide la faccia sconvolta della giornalista che documentava i fatti.

"E' avvenuto intorno alle tre di stamattina il ritrovamento del cadavere di Tyler Clay , rinvenuto nella sua auto. La polizia dichiara con sicurezza che si tratti di omicidio e molti indizi riconducono all'assassino, che da mesi ha scatenato il panico qui in città..."

La ragazza si lasciò cullare dalle gravi parole della giornalista, finalmente il mondo avrebbe saputo di lei, non vedeva l'ora che tutti andassero in panico per causa sua.

"...Jeff the killer!" terminò la giornalista.

Rimase interdetta per qualche secondo, chi diamine era quello? Cercava di illudersi che quello fosse un soprannome attribuitole, ma sentiva che il suo sogno di gloria sarebbe presto andato in frantumi.

"Solitamente il famigerato killer pugnala più volte le sue vittime. Infine, sfigura orribilmente i loro volti, incidendovi spesso un macabro sorriso. La polizia si è ritrovata più volte faccia a faccia con lui, eppure i tentativi di fermare la minaccia..."

Ora era certa che non si trattasse di lei, non si era mai ritrovata faccia a faccia con la polizia, pertanto era chiaro che il suo operato fosse stato confuso con quello di qualcun altro. Il fatto che ci fosse un altro killer in giro per la città e che le rubasse la scena non era per niente di suo gradimento. Era sempre stata la prima in qualsiasi cosa si cimentasse e nessuno le avrebbe levato il podio, tanto meno quel Jeff.
La guerra era ufficialmente iniziata.

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Salve ragazzi/e!
Dopo mesi ho deciso di rimettermi in campo con un'altra storia. Adoro le creepypasta e la storia che mi ha sempre affascinata è stata proprio quella di Jeff e mi sono detta perché non scrivere di lui? Ed ora eccomi qua.

Vi lascio con questo primo capitolo che spero sia di vostro gradimento, buona lettura!

Insanity ||Jeff The Killer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora