CAPITOLO 16.

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Era l'alba e nessuno dei aveva chiuso occhio. Jeff teneva del ghiaccio sulla caviglia, Charity si fingeva disinteressata. La verità era che non voleva ammettere di essere seriamente preoccupata per lui. Cosa poteva esserci di così terribile da strappare delle lacrime a quell'assassino senza cuore?

-Sono stanco, possiamo partire domani?- chiese lui.

La ragazza non fece in tempo a rispondere, perché avvertirono dei tonfi alla porta.

-Polizia, uscite con le mani bene in vista!

Fu il panico. I due si guardarono, incerti su cosa fare, poi capirono che vi era una sola cosa da fare:dovevano scappare.
I poliziotti al di fuori della casa stavano cercando di sfondare la porta. Constatarono che l'edificio era circondato, infatti due uomini armati erano sul retro della casa. L'unica soluzione era quella di ucciderli o almeno stordirli per poter scappare via per il sentiero verso il bosco. Jeff fece cenno a Charity, poi uscirono dalla finestra, trovandosi due pistole puntate contro.

-Mani in alto, siete in arresto- esclamò uno dei poliziotti.

La ragazza era immobilizzata per il panico, non sapeva cosa fare. Era la fine. Era sul punto di gettare la sua arma e arrendersi.

-Non credo proprio- intervenne Jeff con tono calmo.

Charity lo vide mentre scagliava il suo coltello contro l'altro uomo, centrandolo alla fronte con una precisione da cecchino. Si affrettò ad imitarlo, ma l'ansia gli giocò un brutto scherzò e mancò il suo compagno di molto, mentre Jeff era già fuggito. Poi un dolore sordo l'attraversò e le fece digrignare i denti. Era game-over per lei. Il proiettile l'aveva colpita poco sotto il ginocchio e lei crollò proprio su questo. Vide il killer voltarsi al suono dello sparo e vide l'espressione perplessa sul suo volto. Jeff non sapeva cosa fare, se fosse ritornato indietro avrebbero potuto prenderlo, ma non poteva abbandonarla così, non voleva. Mandò tutto al diavolo e corse in direzione del poliziotto, afferrando il coltello sferrato da Charity, poi gli tranciò la gola di netto e quello crollò a terra, esanime. La ragazza era distesa a terra, e stringeva i denti per il dolore, emettendo dei mugoli. Il killer la prese in braccio e corse più veloce che poteva. Vide dietro di sé il resto dei poliziotti che osservavano allibiti i loro colleghi morti, poi si lanciarono all'inseguimento dei due killer. Jeff accelerò, ma Charity costituiva un ostacolo. Poi scorse a pochi metri in più il là la loro salvezza. Vi era una sorta di fossa, un piccolo burrone. Fece fare un ultimo sforzo alle sue gambe, poi quando fu sicuro di aver seminato i poliziotti vi si nascose dentro ed attese, sperando che andasse tutto bene.

-Dove diamine sono andati?- sentì borbottare.

-Andiamo a destra, voi andate a sinistra!

Infine si assicurò che quelli si fosse allontanati abbastanza. Poi la sua attenzione passò a Charity. Gemeva dolorante e perdeva molto sangue. Jeff si era già ritrovato in quelle condizioni, sapeva cosa fare. Era importante che bloccasse l'emorragia, a tirar fuori il proiettile ci avrebbe pensato dopo. Strappò un pezzo della maglia di Charity e l'avvolse intorno alla zona ferita, badando a stringere bene.

-Grazie- mormorò la ragazza.

Questa volta era stato lui a salvarla.
Quando fu sicuro di poter uscire dal nascondiglio, Jeff riprese Charity in braccio e si inoltrò nella vegetazione, stando ben attento a qualsiasi rumore sospetto. Il cammino, durante il quale la ragazza si addormentò, fu lungo e Jeff cominciava a risentirne. Cominciava a credere di essersi perso o forse che quel maledetto bosco fosse infinto, poi intravide l'asfalto e via via che avanzava vide materializzarsi davanti a lui una piccola cittadina. Era l'imbrunire e non era sicuro cercare un posto dove stare così presto. Per il momento Charity era a posto, l'emorragia era stata fermata, ma doveva rimuovere al più presto il proiettile e metterle i punti, non gli restò altro che aspettare per un'altra ora, in modo da poter agire protetto dalla notte.

Charity si svegliò e constatò che si trova ancora immersa nel bosco, tuttavia riusciva a scorgere la strada e sentì il rumore di alcune macchine che passavano. Vide il killer accanto a lei intento ad osservare la strada, gli strinse la manica della felpa per riportare la sua attenzione su di lei.

-Come stai?- domandò calmo.

-Sto meglio, ma ho paura di non riuscire a camminare- spiegò lei.

Jeff annuì e si prese un attimo per riflettere sul da farsi. Trascinare un ragazza con un proiettile nella gamba all'interno della città era troppo rischioso, avrebbe attirato l'attenzione, ma lei non poteva camminare, poi un'idea gli balzò in mente. L'afferrò bruscamente tra le braccia e si piazzò sul ciglio della strada.

-Fai finta di essere svenuta- le ordinò.

Charity annuì e lasciò che braccia, gamba e testa le cadessero a penzoloni, tenendo gli occhi chiusi. Jeff adocchiò una macchina, un fuoristrada che andava in direzione della città. Si coprì il volto con il cappuccio della felpa e fece finta di gesticolare per invocare l'aiuto dell'autista, il quale accostò accanto a loro.

-Oh Dio, che le succede?- chiese l'uomo allarmato, scendendo dal camion.

Indossava una camiciona a quadri ed berretto bizzarro con il logo di qualche squadra di football e studiava la ragazza svenuta.

-Stavamo facendo un'escursione ed un animale ci ha attaccati, poi lei è svenuta. La prego, ci accompagni al pronto soccorso più vicino!- esclamò il killer con finta disperazione.

Il soccorritore annuì con aria titubante e gli disse di poggiarla sui sedili posteriori, così lui fece. Jeff e l'uomo si misero rispettivamente al sedile del passeggero e quello del guidatore.

-Conoscete la zona?- chiese l'autista.

Il killer rivelò il suo volto e l'uomo rabbrividì nel vedere il viso deturpato dagli enormi squarci, cominciò a tremare, indeciso se supplicare o meno per la sua vita. Jeff non ci pensò un attimo e gli rifilò un coltellata in pieno petto e quello si accasciò sul sedile. Scese dalla macchina e si caricò il cadavere sulle spalle, inoltrandosi nuovamente nel bosco e nascondendolo il più lontano possibile, in modo da confondere chiunque l'avesse mai trovato, poi ritornò in macchina e prese posto al sedile del guidatore.

-Non andare troppo veloce o ci noteranno- raccomandò Charity, la quale si era distesa lungo i sedili posteriori, attenta a procurarsi meno dolore possibile alla gamba.

Il killer annuì e mise in moto l'auto, stando ben attento ai cartelli stradali.
Qualche minuto più tardi si era ormai addentrato nella cittadina, come la precedente, anche quella era piccola e tranquilla. Spense il motore della macchina e scese per poter studiare l'ambiente, ora si trovavano nel centro della città e solo pochi negozi erano ancora aperti. Ne notò uno, più in fondo dall'aria abbastanza trasandata con un vecchio cartello con su scritto "VENDESI", decise che avrebbero passato la notte là.

-Ok, lasciamo la macchina sul retro, provo a sfondare la porta e quando starai meglio penseremo alla macchina ed al resto- disse Jeff.

Fece esattamente come aveva detto e riuscì a sfondare la porta di quel vecchio edificio, trascinandovi dentro Charity. I due si blindarono dentro e si abbandonarono a peso morto sul pavimento, enormemente sollevati per avercela fatta.

Insanity ||Jeff The Killer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora