CAPITOLO 21.

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Il cuore di Charity sembrò voler uscire fuori dalla cassa toracica non appena vide che Jeff era svenuto. Gli prese il polso fra le mani e lo tastò con due dita, tirando un sospiro di sollievo quando sentì il debole battito del suo cuore.
Nina sembrava altrettanto scossa dall'accaduto, ma le ci volle un po' per accorrere in suo aiuto. Quando Charity la vide avanzare precipitosamente si alzò di scatto e le puntò il coltello contro.

-Vattene o ti ammazzo- il suo tono era pacato, come se volesse darle un consiglio, piuttosto che minacciarla.

La ragazza col ciuffo lanciò un'ultima occhiata a Jeff, tremava visibilmente, ma non ribatté. Trattenne il respiro per un attimo, poi girò i tacchi e fece per andarsene.

-Aspetta!- la richiamò Charity.

Lei si voltò, passandosi la manica della felpa rosa sotto l'occhio, probabilmente stava piangendo.

-Perché hai ucciso Jane?

-Perché lo amo e volevo salvarlo- rispose, senza trovare il coraggio di alzare il capo.

La sincerità di quell'affermazione colpì la ragazza e quando finalmente rivolse il suo sguardo, un'ultima volta, verso Jeff, poté notare la tristezza dei suoi occhi.
Annuì, poi Nina abbandonò l'edificio.
L'attenzione di Charity si spostò sul killer; era terribilmente malconcio ed il suo viso era deturpato da innumerevoli graffi. La ragazza gli sollevò la felpa e poté constatare che la ferita era molto più grave di quanto credesse e ne fuoriusciva un'abbondante quantità di sangue.
Il disordine nella sua testa regnava sovrano, non aveva la più pallida idea di cosa fare ed era certa che se non avesse agito subito lui sarebbe morto.

Strappò un pezzo della sua canotta bianca e la usò per bloccare temporaneamente l'emorragia.

Tuttavia, d'improvviso l'atmosfera cambiò e tutto intorno a lei cominciò a sgretolarsi, fino a quando non si ritrovò catapultata in un vecchio parco giochi: le giostre, le altalene, gli scivoli, tutto era arrugginito e si potevano udire i pianti di numerosi bambini.

Si guardò attorno, cercando di capire come fosse arrivata lì. Si sentiva smarrita, intrappolata in quel luogo tetro, dove il dolore che sentiva sembrava essere amplificato.

-Svegliati!- urlò con tutta stessa, cercando di farsi forza.

Ma la sua mente era bloccata in quel dannato parco giochi ed ora i pianti disperati dei bambini sembravano più vicini. Iniziò a piangere angosciata, come aveva fatto a finire lì? Perché non si svegliava?

-Svegliati!- gridò di nuovo, ma la voce le morì in gola.

Davanti a lei vi era una giostra con i cavalli ormai ridotta ad un ferro vecchio, di fianco ad essa era stata abbandonata una scatola di legno con sopra disegnata la faccia sorridente di un pagliaccio. Era munita di una manovella, era certa che se l'avesse girata sarebbe uscito un pagliaccio con la molla.

Incredibilmente attratta da quell'aggeggio si avvicinò e cominciò a girare la manovella. Il rumore che essa produceva era fastidioso, era una versione distorta e decisamente più inquietante della canzone Pop Goes The Weasel. Eppure la sua mente era catturata da quella misteriosa scatola di legno, voleva vedere il pagliaccio sbucare fuori. La curiosità, l'attrazione per quella scatola sembrava aver annientato la sua preoccupazione nei confronti di Jeff, al contrario quella sembrava essere un ricordo lontano, indistinto, quasi come se fosse stato solo un sogno.
Continuò a girare la manovella per parecchi minuti, poi sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla, ma non se ne curò.

-Charity.

Non rispose e continuò a girare la manopola, rapita dal movimento della sua mano che girava ostinatamente quella manovella.

Insanity ||Jeff The Killer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora