CAPITOLO 24.

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Jeff era disteso sul pavimento con lo sguardo perso, rivolto al soffitto, da cui pendeva un pesante lampadario. Sperava gli crollasse addosso e lo trafiggesse, almeno tutto avrebbe avuto una fine. 
Allungando una mano venne macchiato dal sangue, che sgorgava copioso dalle ferite della coppia che aveva appena ucciso. Infatti, pochi centimetri più in là giacevano una donna di mezz'età avvolta da un costoso tailleur bordeaux e suo marito, che doveva essersi infilato a fatica in un completo grigio che faceva a pugni con la cravatta a pois gialli e blu. 
Il killer si era intrufolato in casa poche ore prima ed era stato scoperto dai coniugi, appena rientrati nella loro uscita. La donna non aveva avuto nemmeno il tempo di strillare per la paura, subito, lui si era precipitato verso di lei e le aveva puntato il coltello alla gola, minacciando il marito di non fare un altro passo. 
Li aveva uccisi brutalmente ed ora i loro corpi giacevano in una pozza di sangue.
Eppure, quella sensazione non lo appagava, non provava quella scarica di adrenalina che lo attraversava mentre stroncava una vita. 

Si alzò, improvvisamente attirato dallo specchio issato sul muro a lui antistante e si specchiò, osservando il suo riflesso mostruoso e deturpato a cui era ormai abituato. Non si ricordava nemmeno come fosse prima, non riusciva ad attribuirsi i suoi morbidi capelli castani, i vividi occhi azzurri, la pelle candida. 
Improvvisamente, vide materializzarsi alle sue spalle una Charity dal sorriso appena accennato che lo guardava. Il suo cuore perse un colpo e uno spiraglio di luce si fece spazio in tutta quella tenebra, tuttavia, quando si voltò, le sue speranze andarono in frantumi perché non trovò nessuno.
Eppure, la ragazza era ancora riflessa nello specchio, come se fosse un fantasma intrappolato all'interno di esso. 
La sua immagine iniziò a deformarsi, mostrandola ormai in stato di putrefazione. I suoi occhi erano contornati di neri e brandelli di pelle le si staccavano dal corpo, rendendola terrificante.

-Mi hai uccisa- mormorò lei, puntandogli contro il dito.

Il killer arretrò sentendo una dolorosa fitta al petto che gli tolse il respiro per qualche secondo. Quell'accusa era così reale, capace di rievocare le sensazioni più terribili che aveva vissuto durante quell'omicidio.
Distolse gli occhi dallo specchio e si diresse in cucina, dove accese il gas. Buttò l'accendino, trovato nella tasca del padrone di casa e fuggì immediatamente non appena questa prese fuoco. 
Una mossa per niente da lui, perché avrebbe attirato l'attenzione e messo la polizia sulle sue tracce, ma, l'immagine fasulla di Charity lo aveva messo in crisi.
Si allontanò dalla casa che andava a fuoco e si calò il cappuccio della felpa, incurante che la gente, accorsa a bizzeffe per osservare il rogo di quella casa così lussuosa, lo potesse vedere o riconoscere. D'altronde, chi non avrebbe notato un ragazzo con i capelli corvini che passeggiava da solo nella notte con la felpa completamente macchiata di sangue? Eppure, non gli importava.
L'immagine terribilmente sfigurata di Charity era impressa nella sua mente, ma ciò che realmente lo turbava non era l'aspetto, bensì quell'accusa così reale che gli aveva rivolto.
Non avrebbe mai dimenticato lo sguardo deluso di lei nel momento in cui l'aveva pugnalata, uno sguardo da cui trapelava una tristezza immensa, non perché l'avesse uccisa, ma perché l'aveva tradita dopo tutto ciò che aveva affrontato insieme, seppure con qualche difficoltà.
Il suono delle sirene della polizia e dei vigili del fuoco gli arrivò ovattato, come se appartenesse ad un'altra realtà. Per lui il tempo era rimasto fermo a quel giorno, nell'esatto istante in cui aveva visto la vita scemare via dalla ragazza.
Era certo che lo avessero notato, perché vedeva i fanali delle macchine far luce alle sue spalle.

-Polizia, mani in alto!- sentì dietro di lui.

Continuò a camminare, senza badare all'ordine che gli era appena stato dato.

-Jeffrey Woods, mani in alto!- ribadì la stessa voce.

Non appena sentì il suo nome di battesimo, il killer si voltò furioso accecato dai lampeggianti.
Per un attimo fu tentato di portare le mani in alto ed arrendersi, lasciare che avesse la giusta punizione, tuttavia, non lo fece, rimase immobile.

Al suo fianco la figura, non più mostruosa, di Charity gli sorrideva complice. Era pronta all'attacco, teneva il coltello puntato in direzione dei poliziotti e incoraggiava Jeff a seguirla in quella lotta, come avevano fatto altre volte.
Il killer lasciò si scoprì il volto percorso dalle due orrende cicatrici e osservando per un'ultima volta la sua compagna di crimini ghignò sadicamente, sfoderando il coltello.

-Fatevi sotto!

FINE.

Insanity ||Jeff The Killer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora