CAPITOLO 6.

707 37 2
                                    

La notte era calata da poco quando sentirono degli strani rumori al piano di sopra, non si allarmarono, attesero. Toby irruppe nel salotto, con assoluta spontaneità, per quanto un killer che entrasse da una finestra potesse essere spontaneo. Sia che Jeff che Charity si meravigliarono di poter finalmente vedere il volto del proxy per intero; aveva dei lineamenti delicati, per niente riconducibili a quelli di un assassino, dei comunissimi occhi marroni ed i capelli del colore del miele. I due dopo si accorsero che si era privato delle accette ed il suo abbigliamento era più normale del solito.

-Siete pronti?- domandò.

Charity annuì distrattamente. Non sapeva cosa le aspettasse, aveva sempre condotto una vita abitudinaria e l'idea dell'ignoto la metteva a disagio. Stava facendo il passo più lungo della gamba, ma non poteva tirarsi indietro, non ora. Lei avrebbe varcato quella soglia e mostrato a Jeff, a Toby o a chiunque altro che non temeva niente e nessuno e che poteva arrivare in alto, persino più in alto di Jeff.



Non era solita lamentarsi, una delle sue regole era quella di tenere duro in qualsiasi caso. Quella volta non lo fece, quando sentì la ferita alla gamba riaprirsi. Si fermò, sotto lo sguardo annoiato di Jeff.

-Muoviti e fai meno lagne!- la incalzò.

Ma lei non gli diede retta, prese il coltello dallo stivaletto e stando attenta a non tagliarsi si strappò il tessuto dei jeans che era ormai sporco di sangue. Solo allora constatò che i punti applicati da lei stessa sulla ferita avevano ceduto. Sapeva che sarebbe successo, aveva fatto quell'operazione utilizzando del normale filo per cucire, avrebbe dovuto aspettarselo. Il dolore le trafisse esattamente quel punto, come se Jeff la stesse accoltellando in quell'esatto momento.
Vide Jeff ormai lontano, mentre Toby si avvicinava per constatare le sue condizioni.

-E' tutto ok?

La ragazza si limitò a scuotere il capo, continuando a tastare la ferita.

-E' stato Jeff?- domandò il castano senza giri di parole.

Stavolta lei annuì. Dopo che Jeff ebbe visto che il suo compagno si era fermato per dar retta alla ragazzina, era tornato indietro per protestare. Charity era seduta per terra con la gamba distesa, mentre Toby era accovacciato e lo guardava con aria di rimprovero. Il killer sorrise sadicamente, vederla per terra agonizzante non faceva altro che accrescere il suo piacere e provocare il suo lato più nascosto che premeva per venire fuori e nutrirsi di altro dolore.

-Manca poco, ce la fai a resistere per un po'?- domandò preoccupato il proxy.

Non ce l'avrebbe fatta, lo sentiva. Erano appena usciti da una piccola cittadina e rimanere fermi lì non era affatto sicuro, ma non riusciva a proseguire, quello stronzo di Jeff aveva fatto proprio un bel lavoro con quel coltello.

-Non ci riesco.

Toby incenerì il killer con lo sguardo, lui lo conosceva bene, lo stava rimproverando. Lo aveva ammonito così tante volte di non essere impulsivo, di non fare del male a chiunque gli capitasse a tiro, ma lui non lo aveva mai ascoltato. Non potevano sostare ancora molto in quella campagna, ma non potevano lasciare la ragazza lì, lo Slenderman li avrebbe stritolati in un solo istante. Intimorito da quel pensiero, Jeff si accovacciò a sua volta e la sollevò da terra, seppur controvoglia, disposto a trasportarla fino alla meta.

-Andiamo?- domandò scocciato.

Sentì un pugno sul petto, poi Charity scivolò via dalla sua stretta e lo spinse, facendolo barcollare.

-Non osare nemmeno toccarmi Jeff! Preferisco tagliarmi la gamba che dover essere sfiorata da te!- minacciò.

La sua espressione era spaventosa, nei suoi occhi si leggeva odio puro e sembrava che volesse uccidere con la sola forza del suo sguardo. Jeff non aveva mai visto così tanto sdegno e per qualche momento indugiò, poi scrollò il capo e la fulminò anche lui.

-Allora fottiti stronza!

Il killer ringhiò e si rimise sui suoi passi, senza prestare attenzione né a lei, né a Toby. La odiava, lo aveva fatto sentire dannatamente stupido e lui odiava sentirsi impotente, non poter fare quello che voleva quando gli pareva ed ora il desiderio di ucciderla sembrava implacabile.

Dopo circa un'altra mezz'ora di cammino, nel cuore della notte, giunsero nel bel mezzo di un bosco.

-Siamo arrivati- annunciò fiero Toby.

I due killer si guardarono attorno con aria confusa, erano nel bel mezzo del nulla, avevano camminato per tutte quelle ora per raggiungere un punto sperduto in un bosco? Charity stava per andare su tutte le furie, ma vacillò per un secondo. Poteva essere una trappola, l'avevano portata in quel posto per ucciderla. Ma prima che i suoi dubbi potessero concretizzarsi videro una baracca che prima non c'era. Sbatterono le palpebre più volte, increduli.
Toby gli rivolse un sorriso enigmatico e li invitò a raggiungere la casa di legno, il cui aspetto fuori era affascinante. Era imponente e dall'aspetto rustico, un posticino niente male.
Vi entrarono dentro e constatarono che all'interno era altrettanto bella che all'esterno, non era particolarmente ricca di decorazioni o altro, ma decisamente piacevole per alloggiarvi.

-Gli altri devono essere usciti- comunicò il proxy.

Charity lo guardò interrogativa, altre persone vivevano lì? Era certa che fosse il rifugio dello Slenderman, poi collegò il fatto che essa si trovasse tra la vegetazione visti i vari avvistamenti del gigante proprio in quei posti.

-Credevo che foste solo tu e lo Slenderman- contestò Jeff.

-Lui ha grandi progetti, vedendo gli altri lo capirete.

Quella frase era altrettanto enigmatica, a tal punto che la ragazza si sentì provata razionalmente. Senza chiedere il permesso si accomodò e distese la gamba ferita, che non aveva smesso nemmeno per un secondo di farle male. Il castano sembrò accorgersene e con fare sbrigativo si diresse in un'altra stanza, ritornando con una sorta di cassetta del pronto soccorso. Glie ne era eternamente grata. Le disinfettò la ferita, sotto lo sguardo stizzito di Jeff che sembrava indispettito nel vedere Toby ricucirle la ferita che con tanto piacere lui le aveva inferto. Nel bel mezzo dell'operazione vennero interrotti dal rumore della porta che si apriva, i sensi dei due si misero subito in allerta. Fecero capolino un gruppo di persone. Vi fu uno scambio di sguardi confusi, solo Toby sembrava perfettamente calmo e capace di gestire la situazione.

Jeff e Charity non vedevano l'ora di avere delle spiegazioni e di scoprire chi fossero i loro "coinquilini".

Insanity ||Jeff The Killer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora