Charity rincasò dopo circa un'ora e riferì che era il turno di Jeff, il quale aveva ancora quell'atteggiamento da zombie e si diresse meccanicamente fuori dall'abitazione. Avvertiva la presenza dello Slenderman dal rumore graffiante che gli attanagliava la testa, poi eccoselo comparire davanti in tutta la sua imponenza. Non nascose un sorrisetto ironico e se Slenderman avesse avuto gli occhi lo avrebbe certamente fulminato. Con nonchalance si mise a sedere sull'erba, bagnandosi a contatto con il terriccio umido il maglione blu che Toby gli aveva prestato, ma non gli importava più di tanto.
-Non mi deludi mai Jeff- commentò.
Il killer guardò il cielo distrattamente, lo Slenderman conosceva bene quell'atteggiamento. Fingeva di essere disinteressato, distratto, ma captava ed analizzava alla perfezione ogni sua singola sillaba.
-Lo sai cosa potremmo fare io e te insieme, ma tu credi di diventare un burattino- concluse lui.
-E non è forse così? Guarda Toby, costretto a farsi chilometri a piedi per un tuo ordine!- affermò sprezzante.
Per quanto potesse volere bene a Toby, non approvava affatto la sua scelta di vita. Lui era un proxy ed era dipendente dall'uomo alto, ma lui non voleva fare quella fine.
-Però in cambio ha la completa protezione, niente lo ferisce o lo uccide, ha un rifugio sicuro, ha del cibo e vive in un'ottima condizione, mia pare che sia uno scambio equo- ribatté Slenderman.
Se da una parte Jeff era contrariato all'idea di dover essere totalmente assoggettato allo Slenderman, dall'altra non gli dispiaceva affatto godere di tutti quegli agi.
-E se tu accettassi, potrei aiutarti a sbarazzarti della tua follia- disse lentamente, scandendo ogni singola sillaba.
Jeff rimase interdetto per qualche secondo.
Tu non ti sbarazzerai mai di me, sentì affermare a quella maledetta voce nella sua testa. Ed iniziava a crederci anche lui, come avrebbe mai potuto essere fermato? Per sette anni era stato succube di quella follia omicida che lo aveva portato prima ad uccidere i suoi genitori e poi a scatenarsi contro chiunque gli capitasse sotto tiro ed ormai iniziava a convincersi che qualsiasi cosa dicesse quella stupida voce fosse vera.
Non ti fanno ridere tutte queste sciocchezze? Andiamo Jeffrey, ridi!
E Jeff lo fece, era la risata di un pazzo, una risata incontenibile. Voleva smettere, voleva dare tregua ai suoi polmoni perché stava ridendo così tanto da togliersi il fiato, ma non ci riusciva. Nella sua mente irruppe di prepotenza uno stridio fastidioso, simile al suono delle unghie sulla lavagna, così forte da fargli pensare che gli sarebbe esplosa la testa. Lo Slenderman lo voleva riportare alla realtà e vi riuscì. Pian piano il rumore si affievolì, sparendo quasi del tutto e Jeff respirò a pieni polmoni l'aria circostante.
Se l'uomo alto avesse avuto la faccia starebbe sicuramente inarcando il sopracciglio per deriderlo e immaginando la sua espressione Jeff si rabbuiò.-Se ritornassi normale, come potrei accettare me stesso poi? Come potrei portarmi dietro il fardello di tutto il male che ho fatto?-
Ed il killer sembrava quasi dispiaciuto, sembrava che volesse riparare a tutto ciò che aveva fatto, spazzare via anni di dolore, morte e macerie.
-Sai Jeff, non importa che tu sia pazzo o no, in te c'è sempre stato del male e questo è certo.
Jeff ammutolì. Pensava che la sua pazzia fosse la madre della sua cattiveria, del suo sadismo, ma nel profondo del suo cuore sapeva che in lui vi era anche del vero male. Lo Slenderman sapeva leggere le anime delle persone, non sapeva come facesse, ma sapeva decretare alla perfezione chi fosse buono o meno. Si convinse che liberarsi dei suoi demoni era la scelta più saggia, avrebbe continuato a fare quello che gli piaceva, ma avrebbe agito meno di impulso e sarebbe stato sempre abbastanza lucido per valutare le sue azioni.
-Ci sto!- esclamò il killer convinto.
Per un attimo vide un sorriso trionfante balenare sul volto dello Slenderman, ma poi capì che era solo la sua immaginazione a giocargli brutti scherzi, così decise di congedarsi e ritornare nella casa.
Ma sentì ancora una volta quel dannato stridio, meno forte di prima, ma abbastanza intenso da farlo voltare verso il suo precedente interlocutore.-Jeff, sappi che ogni nuovo inizio comporta sempre della sofferenza.
Quelle parole arrestarono i battiti del suo cuore per un secondo, non sapeva perché ogni parola detta dallo Slenderman lo facesse sentire così insicuro, così timoroso, ma quella frase fu quella che lo aveva sconvolto di più. Prima che potesse chiedergli cosa intendesse, lui era scomparso, lasciando Jeff da solo in mezzo al bosco sotto il cielo stellato.
STAI LEGGENDO
Insanity ||Jeff The Killer.
FanfictionCharity Montgomery vive a New York e dietro la sua immagine di comune studentessa diciannovenne si nasconde una personalità assassina. Il suo sogno è quello di seminare il panico tre le strade della Grande Mela. Il famigerato Jeffrey Woods alias Jef...