CAPITOLO 23

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La convalescenza di Jeff durò parecchio e Charity cercò in tutti i modi di farlo riprendere al più presto. Il loro piano era quello di trovarsi un altro posto in cui stare, lontano dal controllo dello Slenderman per poter proseguire da soli lungo la loro strada. Ma, era necessario che il killer recuperasse al più presto le forze.
Il killer si svegliò di soprassalto nel cuore della notte, vittima dell'ennesimo incubo. Si era ritrovato catapultato di nuovo nella sua vecchia casa ed un tranquillo pomeriggio di giochi con suo fratello si era tramutato nella più brutta delle visioni. Aveva visto la pelle candida di Liu cominciare a marcire; suo fratello era ricoperto di chiazze nere e la sua pelle cominciava a cadere in grosse porzioni scoprendo nervi, muscoli e persino ossa. La figura decomposta di lui lo stava strangolando sotto lo sguardo compiaciuto dei suoi genitori, mutatisi in figuri orripilanti come esso. Poi si era finalmente svegliato.
Al suo fianco, Charity dormiva beatamente in posizione fetale, era come se niente potesse turbare il suo sonno e Jeff la invidiò. 

Rimase a fissare lei e il panorama oltre la finestra e notò quanto il suo viso fosse sciupato e quanto fosse dimagrita a causa della scarsità di cibo. Non gli era sfuggito il fatto che la sua razione di cibo fosse sempre maggiore rispetto a quello della ragazza e, sebbene non l'avesse mai detto, apprezzava il suo gesto. 
D'altro canto il killer era entusiasta della sua decisione. Se, prima non gli andava giù il fatto di condividere un minuto del suo tempo con lei, adesso non si era affatto pentito di aver accettato di proseguire il suo cammino con lei.
Nel profondo, era consapevole che non sarebbe riuscito a rinunciare a Charity, nonostante i suoi sentimenti fossero incerti. 
Inoltre, la sua sete di sangue, la sua follia omicida, sembravano essersi dileguate, come se Charity fosse uno scudo che lo proteggeva da esse. Finalmente, riusciva a sentirsi parte integrante del mondo reale e non più parte del mondo sanguinoso e violento in cui era precedentemente intrappolato.
Mentre era intento a formulare questi pensieri, la ragazza si svegliò, stropicciandosi gli occhi. 

Il primo impulso di Jeff fu quello di sorriderle e darle il buongiorno, ma si trattenne.

-Preparo la colazione- affermò lei con la voce impastata dal sonno.

Il killer annuì e la osservò mentre era intenta a preparare la colazione per entrambi. 
Come al solito la porzione di lei era ridotta, per far sì che lui si nutrisse a dovere e si rimettesse al più presto. 
Avrebbe voluto ringraziarla, ma anche stavolta tacque. Non riusciva a mormorare neanche un debole "grazie", non era da lui. Ma, era consapevole che dirglielo non avrebbe cambiato l'importanza dei suoi gesti e delle sue cure e, soprattutto, di Charity stessa.

Dopo che ebbero mangiato, Jeff lasciò controllarle la ferita, alzandosi la pesante felpa bianca e lasciando che lei ispezionasse il torso magro e pallido segnato da una profonda cicatrice.

-Mi pare in buone condizioni- constatò lei.

-Già. Se faccio qualche movimento brusco mi fa male, ma per il resto riesco a far tutto- confermò il killer.

-Allora qualche altro giorno e potremo andarcene!- commentò entusiasta.

Anche da parte della ragazza vi era entusiasmo e curiosità per quel nuovo inizio. L'idea di poter apprendere da uno dei killer migliori che vi fosse in circolazione la rendeva euforica e anche l'idea di aver Jeff accanto non le dispiaceva. Anche lei, non riusciva a rinunciarvi. 

Jeff osservava il soffitto, domandosi che fine avesse fatto Charity. 
Ritornò poco dopo con in mano uno zaino, contenente le poche cose che era riuscita a racimolare; era visibilmente affannata e qualche goccia di sudore le imperlava il viso. Si buttò a peso morto sul letto, lasciando cadere lo zaino e prendendo aria a grandi boccate.

-Sono tutti in allerta per i furti, è stato difficile trovare una casa da cui fosse facile entrare ed uscire.

Jeff le si avvicinò e la sovrastò, sorridendo in maniera malsana.

Insanity ||Jeff The Killer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora