Tutto procedette bene per il mese successivo. Era la Vigilia di Natale e noi avevamo organizzato una festicciola in famiglia, invitando anche Stefan. Era rimasto scioccato fin da quando era entrato in casa nostra. Da noi il Natale era celebrato in gran stile, anche un po' troppo a dire il vero. L'albero addobbato e le decorazioni sparse un po' ovunque le trovava a dir poco inutili, ma non aveva protestato quando mia madre l'aveva trattato come un figlio per tutta la sera.
C'eravamo io, i miei genitori, Stefan e zio Wilhelm, che non vedeva l'ora di abbuffarsi con i piatti fantastici di mia madre e mio padre. I miei genitori, non sapendo cosa regalare a un principe guerriero e sanguinario come Stefan, optarono per una sciarpa e un cappello bordeaux. All'inizio avevo proposto una qualche arma, dato che le collezionava, ma i miei genitori le odiavano e avevano deciso per quelli.
Stefan cercò di non guardarli con disgusto quando li ricevette, ma cambiò espressione quando mia madre disse che li aveva fatti lei stessa lavorando ai ferri.
-Non dovevi perdere tempo a farmi queste cose.- disse sinceramente colpito.
I miei genitori avevano sempre diffidato di lui, ma non riuscivano a non lasciarsi prendere da quel lato materno che li contraddistingueva da tutti gli altri genitori. Avevano iniziato a trattarlo come un figlio da quando Ionut era stato distrutto e non riuscivano a trattarlo come un Lovinescu qualsiasi. Non era raro che mio padre gli desse delle affettuose pacche sulle spalle e mia madre lo sistemasse come un bimbo. Era divertente vedere mia madre che dal suo metro e cinquantacinque di altezza cercava di sistemare i capelli di Stefan, alto quasi due metri.
-Non ti preoccupare, è stata una sciocchezza.- rispose mia madre sistemandogli i capelli scompigliati.
Vidi Stefan guardare quei semplici regali con occhi diversi. Probabilmente non si aspettava un simile gesto d'affetto, sia per la sciarpa che per quella breve carezza.
Mio padre passò a mio zio dei guanti blu senza dita, sempre fatti da mia madre, e li apprezzò moltissimo.
-Questi mi scalderanno le mani nelle giornate invernali austriache.- disse ridacchiando e ringraziò i miei genitori.
Mentre a me, regalarono un album di fotografie raffiguranti me da piccolissima assieme ai miei veri genitori. In qualche foto appariva anche zio Wilhelm e notai che nell'ultima pagina, c'era la foto che mi aveva regalato zio Wilhelm quando ci eravamo visti la prima volta. Per la prima volta dopo tanto tempo, mi soffermai a guardarla per bene, notando nuovamente quanto io e mia madre fossimo simili. Guardai anche i genitori di Stefan e non riuscii a non sorprendermi di quanto assomigliasse a sua madre, Diana, ma emisi un verso di tenerezza, di nuovo, quando vidi Stefan. Indossava un completo, con tanto di cravatta, e cercava di mostrarsi adulto. Tutte le volte che guardavo Stefan da piccolo, non riuscivo a trattenere un verso di tenerezza.
-Quanto eri carino!- esclamai prendendo una guancia di Stefan e stritolandola. -Eri bellissimo! Guarda che tenero.
-Mi stai strappando la guancia.- rispose ridacchiando.
-Guarda che bel principino posato e regale.- continuai a canzonarlo, facendo scoppiare a ridere tutti.
-Quando ti ci metti, sei proprio petulante.- rispose sorridendo.
-Fino a ora mi hai dato dell'acida, della bambina, ma mai della petulante. Hai anche detto che sono rompiscatole, rozza e...
-Tieni, così taci.- disse passandomi una scatola.
La aprii e ci trovai una penna stilografica meravigliosa. Era d'argento, con piante rampicanti nere. Dentro alla scatola c'era anche un piccolo quaderno nero. Quel quaderno era il diario inutilizzato di mio padre.
-Con l'aiuto di tuo zio, abbiamo pensato che potessero farti piacere e...
Non lasciai terminare la frase a Stefan, che lo abbracciai forte. Non potevo credere che avesse pensato a un regalo del genere, ma probabilmente ancora non lo conoscevo a fondo come credevo.
-Grazie mille. E'... non riesco a descriverlo. Grazie anche a te, zio.- dissi abbracciando anche mio zio.
-Di nulla, Serena.
-Direi che tocca a me. Non sono regali tanto originali, però...
Ai miei genitori avevo regalato un paio libri di storia di vampiri presi direttamente della biblioteca del castello Von Ziegler e furono molto grati di quei regali, soprattutto perché provenivano dalla biblioteca reale ed erano molto rari. Per mio zio ero riuscita a trovare una foto in bianco e nero di lui e Astrid, di circa ottant'anni prima, che sorridevano e si guardavano con la complicità di due fratelli. Per poco mio zio non si mise a piangere davanti a tutti, ma dato che c'era Stefan si trattenne.
-Ti ringrazio di cuore. Credevo che questa foto fosse andata perduta con gli anni.
-L'ho ritrovata tra gli effetti personali di mia madre, in una scatola nell'armadio. Invece questo è per te.- affermai passando un pacchetto a Stefan.
Dentro c'era una foto incorniciata della festa di Halloween e Stefan la guardò con uno sguardo indecifrabile.
-Hai sempre detto che non hai avuto molti amici e pensavo che questo potesse farti ricredere, dato che ormai tutti si sono affezionati a te e...- iniziai con voce acuta, ma Stefan mi sorrise.
-Grazie. Significa molto per me.- rispose continuando a sorridermi teneramente.
-Ah, c'è anche qualcosa che è un po' più... da te.- aggiunsi.
Stefan tirò fuori un khanjar con l'estremità dell'elsa raffigurante una tigre lavorata nei minimi dettagli. Ci era voluto un po' prima che riuscissi a capire quali armi avesse e quali no, perché ne aveva veramente tante e di tutti i tipi. Dai pugnali alle spade vere e proprie.
-Oh... questa non me l'aspettavo proprio.- affermò allargando il sorriso e impugnando il khanjar.
-Ci è voluto un po', ma ce l'ho fatta.
-Ti sei veramente impegnata, eh?- chiese divertito, con un sopracciglio alzato.
-E allora?
-E allora ti ringrazio.- rispose dandomi un affettuoso bacio sulla nuca. -Non vedo l'ora di provarlo.
La mia vita sembrava essere migliorata di molto e mi sentivo bene come non mi sentivo da mesi. La mia nuova (o quasi) famiglia allargata era riunita lì a festeggiare, a ridere e a passare una piacevole serata insieme. Le cose non potevano andare meglio di così.
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The Bloody and Dark Princess
VampireNon sapevo come eravamo arrivati a questo, sapevo solo che faceva male. Molto male. Non riuscivo a sopportare tutto ciò. Era come se mille lame gelide mi trafiggessero il cuore, e non solo figurativamente. Come si era arrivati fino a quel punto? Noi...