Capitolo 2

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  Il vento gelido mi sferza la faccia e nonostante abbia un caldo mantello, il freddo penetra in ogni fessura, in ogni intreccio dei fili che compongono quel mantello pesante. La tempesta di neve non cede e io arranco con la neve alta fino alle ginocchia.
  Vedo la figura di un ragazzo, un giovane uomo che mi dà le spalle, alto circa due metri. Mi avvicino di più e lui, sentendomi arrivare, si gira verso di me. E' un bellissimo giovane uomo di vent'anni circa, anno più anno meno. Ha capelli neri lunghi fino alle orecchie, una mandibola ben definita, il naso dritto e senza gobba, occhi magnetici e profondi color ghiaccio, che nascondono segreti oscuri e che intimidiscono chiunque osi incrociare lo sguardo con quel giovane. Le labbra carnose sono ricoperte di...sangue. Anche il mento e il collo lo sono. Mi guarda e mi sorride, mostrandomi dei canini molto appuntiti e affilati e io, che amo tanto i libri fantasy e sono cresciuta con genitori studiosi di storie folklore, capiscono che sono denti di...

  -Vampiro!- urlai mettendomi a sedere, col fiatone e il batticuore.
  Mi ero svegliata di soprassalto da un incubo che era stato così vivido e palpabile che ancora potevo sentire il freddo penetrarmi nelle ossa.
  Mi passai una mano sul volto e guardai la radiosveglia sul mio comodino. Erano le sei e mezza del mattino e avevo ancora mezz'ora per riposarmi, prima di dovermi preparare per andare all'università, ma quel giorno non ne avevo proprio voglia. Se avessi finto un mal di pancia, forse i miei genitori mi avrebbero lasciata stare a casa a riposare, ma così facendo mi sarei trovata davanti a mille pensieri cupi, tra i quali quello strano sogno e Mirko.
  Decisi di alzarmi, di andare a farmi una doccia e di uscire presto di casa. Andai all'università che frequentava Mirko e lo attesi davanti all'entrata principale, un poco nascosta dai cespugli. Ero indecisa se continuare la discussione avuta il giorno precedente o constatare che le mie supposizioni fossero giuste e che avesse un'altra.
  Non ebbi nemmeno tempo di formulare un discorso carico di rabbia e decisione che lo vidi arrivare al fianco di una bellissima ragazza, tutta fru fru e vestita di rosa. Io non amavo il rosa e in quel momento lo trovai il colore più odioso del mondo.
  Mi nascosi un po' meglio, per non farmi beccare da loro e li vidi che si baciavano profondamente, anzi si stavano facendo la pulizia dentale a vicenda. Non mi aveva mai baciata così in pubblico, fortunatamente, ma vedere che si comportava da idiota con un'altra quando neanche ventiquattr'ore prima mi aveva scaricata, mi fece bollire il sangue nelle vene.
  Strinsi i pugni fino a far sbiancare le nocche e non seppi con quale forza di volontà, non mi misi a prenderli entrambi a calci, come aveva suggerito Erica. Si staccarono ridacchiando e andarono a cercare un posto nel quale appartarsi. Decisi che avevo visto abbastanza, anche fin troppo, così me ne tornai alla facoltà col tentativo e la speranza di riuscire a seguire qualche lezione.

  -E così il porco se la fa con una Barbie. Interessante...- disse Erica addentando il kebab che ci eravamo comprate.
  Era venuta a trovarmi al campus durante la pausa pranzo, per farmi tornare il buonumore, ma si era ritrovata con altre informazioni molto brutte.
  -Stasera si esce. Ho già informato tutti quelli del gruppo e ti accompagno a casa io, così puoi scolarti un bel po' di crema di whisky.
  -Grazie, ma stasera passo. Voglio solo diventare parte integrante del mio letto.- risposi.
  -Tu hai bisogno di uscire e di divertirti. Non puoi stare chiusa in casa a pensare a Mirko o peggio ancora a studiare. È venerdì sera!- protestò Erica.
  Lavorava in un bar dal mattino fino alla sera e quando andavo a trovarla, ogni tanto mi offriva un caffè gratis, soprattutto quando capitavano giornate brutte come quella. Ero grata di averla incontrata durante il mio cammino.
  -Non te lo dico spesso, ma sei la migliore amica che io abbia mai avuto. È stata una fortuna essere in classe insieme alle superiori.- dissi guardandola negli occhi con profonda sincerità.
  -No, così mi fai piangere e mi fai sbavare il trucco.- rispose asciugandosi teatralmente una lacrima immaginaria e io mi misi a ridere. -Se hai bisogno, chiama in qualsiasi momento. Sai che ci sono sempre per te, ma era giusto per ribadire il concetto.
  -Grazie mille ancora, davvero.
  -Dovere di sorella maggiore.- mi disse facendomi l'occhiolino.

The Bloody and Dark PrincessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora