Capitolo 6

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  -Serena?!- chiese Erica a occhi sbarrati.
  Ero scioccata tanto quanto lei e non avrei mai immaginato di trovarla lì, al castello. Notai che accanto a lei c'era anche Lorenzo Galvani, per gli amici Renzo, un mio vecchio amico di infanzia che continuavo a frequentare nel mio gruppo di amici. Aveva occhi castani dall'espressione scherzosa, corti capelli castani ed era piuttosto alto.
  -Serena, ma... ma...
  -Non posso credere che tu sia la nostra principessa!- affermò sorpreso Renzo.
  -Vi prego di portare rispetto alla...- iniziò zio Wilhelm, ma lo bloccai con un cenno della mano.
  -Va tutto bene. Loro sono i miei amici, quelli dei quali ti ho parlato. Sono cresciuta con loro.- spiegai velocemente a mio zio e al piccolo capannello di gente che si era formato attorno a noi.
  Mi avvicinai a loro e li abbracciai velocemente, dicendo alle loro orecchie che ci saremmo visti sul balcone cinque minuti dopo.
  Erica mi sorrise felice e io feci altrettanto.
  -Sono orgogliosa e onorata di avervi come mia principessa.
  Erica e Renzo si inchinarono davanti a me e io dovetti trattenermi dal non scoppiare a ridere. Quelli erano gli stessi amici che mi prendevano in giro e che mi mandavano al diavolo ogni volta che uscivamo e in quel momento si stavano inchinando davanti a me con reverenza. Non riuscivo a crederci. Avrei voluto riprendere l'intera scena col mio cellulare.
  -Ti ringrazio per il tuo complimento, Erica. Spero che entrambi possiate godervi la serata. Non voglio di certo che i miei ospiti si annoino a un evento tanto gioioso!
  Anche loro dovettero trattenersi dal ridere, ma sapevano che se l'avessero fatto, mi avrebbero fatto passare per una sovrana poco credibile.
  -Dubito fortemente che ci annoieremo.- iniziò Renzo. -Spero di poter scambiare qualche parola con voi al più presto, principessa Serena.- mi fece il baciamano, anche in quell'occasione dovetti trattenere una risata, e si congedarono.
  -Quindi loro appartengono al tuo gruppo di amici?- mi chiese mio zio all'orecchio.
  -Sì. Non c'è nulla da temere, sono amici molto fidati e nessuno dei due mi ha mai confidato di essere... sono entrambi vampiri?- chiesi pensierosa.
  -Certo, sono anche nobili, molto vicini alla famiglia Von Ziegler, ma non avrei mai pensato che li avresti incontrati nella tua vita.
  -A questo punto mi viene da pensare che conosco più vampiri e mezzosangue che umani.
  Quanti dei miei amici erano vampiri? Quanti mezzosangue? Sapevano prima che ero la principessa dei clan Von Ziegler e Vidrean oppure erano completamente all'oscuro?
 Tante domande si erano formate nella mia mente, ma non ebbi tempo di riflettere perché mio zio mi accompagnò verso un gruppetto di tre vampiri. Sembrava che in quel punto della stanza fosse più buio o forse era solo una mia impressione. Erano vicini a delle armature munite di lancia e le stavano osservando con estremo interesse, ma quando notarono che ci stavamo avvicinando, si girarono verso di noi.
  Per poco non restai a bocca aperta quando vidi "l'uomo dei miei sogni". Era quello che avevo sognato la notte prima, quello che mi aveva pugnalato al cuore con un paletto nella sala degli specchi ed era proprio come lo avevo sognato. Alto circa due metri, pelle pallida, naso dritto, capelli neri come una notte senza luna e senza stelle e occhi azzurri come il ghiaccio. Il fisico scolpito ma non pompato, era perfettamente fasciato dal mezzo tight scuro fatto su misura. Lo guardai con aria di sfida e superiorità, mentre mio zio faceva le presentazioni. Gli altri due vampiri non li notai nemmeno.
  -Principessa, questo è Stefan Lovinescu, principe del clan Lovinescu.- concluse zio Wilhelm, indicando Stefan.
  -Il vostro futuro sposo aggiungerei.- affermò Stefan con sguardo divertito e malizioso, con un accento rumeno che gli donava quel tono sensuale in più alla voce, già di per sé sensuale.
  Mi prese la mano e me la baciò, inchinandosi davanti a me.
  -Sono lieto e onorato di conoscervi, principessa Serena. I clan e io abbiamo atteso il vostro ritorno per molto tempo e temevamo che questo giorno non sarebbe mai giunto.
  -Mi spiace di avervi fatto attendere, ma ora sono qui.- risposi con decisione, cercando di studiare quegli occhi misteriosi e affascinanti.
  Volevo capire cosa avesse in mente. Di certo per lui era un'occasione ghiotta e quel matrimonio gli avrebbe di certo giovato. Il controllo di addirittura tre clan di vampiri era un enorme potere, desiderato da chiunque avesse smania di potere, ovvero tutti i vampiri, soprattutto dai Lovinescu.
  I miei pensieri furono interrotti da una voce a me molto familiare, ma questa non mi sorprese piacevolmente.
  Possibile che la mia vita fosse un'unica e grandiosa riserva di sorprese?
  -Bene, bene, bene. Guarda un po' chi abbiamo qui.
  Ci girammo tutti verso quel ragazzino infantile e sbruffone: Mirko Almazi, il mio ex-ragazzo.
  -Anche tu sei un vampiro?- chiesi senza nascondere il mio stupore.
  -Certo, e sapevo da sempre che anche tu lo eri. Sapevo perfettamente chi fossi, quando mi sono messo con te.- disse con un sorriso maligno stampato sulle labbra.
  -Tu e lei che cosa?!- tuonò Stefan.
  Fece per avvicinarsi a Mirko, ma lo trattenni per un braccio. Dovevo sbrigarmela da sola, dovevo far vedere a tutti i presenti che ero capace di tenere a bada un piccolo vampiro idiota.
  Mi ricomposi e lo guardai con occhi glaciali e privi di ogni emozione, nonostante, parola dopo parola, io stessi morendo dentro.
  -Io e lei siamo stati insieme per quasi quattro anni. Volevo sapere com'era stare con una reale, con una di sangue blu, ed è stato molto istruttivo e divertente. Sarebbe stato il colmo se ti avessi morsa, rendendoti mia per l'eternità, ma sarebbe stato inutile e rischioso.
  Cercai di mantenere la calma e di pensare a una risposta. La gente si era fermata ad ascoltare e chi sapeva l'italiano, traduceva agli altri. Strinsi i pugni, mantenendo la mia maschera glaciale. Sarebbe stato un rischio se avesse rivelato a tutti che ero sprovvista di canini. Mi avrebbe portato alla rovina ancora prima di iniziare a regnare.
  -E perché mai? Sono curiosa di sapere dove tu voglia andare a parare.- affermai con voce dura e tagliente.
  Mi indicò e si rivolse a tutti i vampiri della sala da ballo.
  -Perché non sei all'altezza del compito che ti è stato assegnato. Questa ragazzina non sarà mai in grado di diventare una principessa. È una stupida, arrogante, infantile e sciocca ragazzina, che gioca a fare la principessa, ma...
  Non volli sentire altro. Sapevo che probabilmente stavo per commettere un errore, ma decisi che era il momento di dargli una lezione. Lo colpii con un violento e inaspettato schiaffo, che lo fece cadere a terra. Presi la lunga lancia dall'armatura, la feci ruotare velocemente proprio come lui e i miei passati insegnanti di aikido mi avevano insegnato tempo prima, e gliela puntai al petto, guardandolo con occhi pieni di rabbia. Mi guardò a occhi spalancati e pieni di timore, probabilmente non si aspettava una reazione come quella da parte mia. Una reazione da principessa infuriata.
  -Come osi rivolgerti a me in questo modo?! In casa mia per giunta! Che ti piaccia o no, io sono la tua principessa e sono pronta a punirti per avermi mancato di rispetto. Non permetterò a nessuno di fare ciò che tu hai osato fare questa sera. E adesso fuori da casa mia!- tuonai con una voce e con un tono che non ammettevano repliche, che non pensavo di avere.
  Mirko mi guardava con occhi spaventati e non avevo mai visto quello sguardo nei miei confronti. Si alzò velocemente, allontanandosi un poco. Le guardie si erano avvicinate ed erano pronte a intervenire a un mio segnale.
  -Non finisce qui!- urlò con rabbia.
  Alzai un sopracciglio mentre ritornavo in posizione eretta.
  -E' una minaccia? Dalla risposta che mi darai potrebbe dipendere la tua vita. Soppesa con giudizio le parole che sceglierai e ringrazia che non ti sbatto in cella seduta stante, perché sono molto tentata di farlo.
  Senza rispondermi, si dileguò. Rilassai i muscoli e passai la lancia a una delle guardie che si erano avvicinate. Guardai i vampiri che avevo di fronte, cercando di leggere le loro espressioni e vidi una nota in più di rispetto. Mi ero guadagnata qualche punto in più.
  Qualcuno decise che era ora di continuare con i festeggiamenti e tutti gli altri lo seguirono. Guardai zio Wilhelm per capire se avessi fatto la cosa giusta o meno e lui mi sorrise con complicità. Avevo fatto centro.
  -Chiedo scusa per la brusca interruzione, ma non potevo permettere a quella sottospecie di parassita di comportarsi in quel modo.
  -Siete stata fin troppo clemente, io l'avrei distrutto seduta stante.- disse ridacchiando un uomo molto somigliante a Stefan.
  -Lui è Ionut Lovinescu, padre di Stefan e sovrano del clan Lovinescu. Lui invece è Lucian Lovinescu.- presentò mio zio e anche questi si inchinarono a me.
  Ionut condivideva col figlio i suoi capelli neri. Era un bell'uomo, ma il suo volto era severo e incuteva timore. Lucian invece era la versione brutta del fratello, con i capelli neri ispidi e gli occhi grigi che osservavano ogni cosa come un sorcio.
  -Dove avete imparato a usare la lancia in quel modo?- mi chiese incuriosito Ionut.
  -Come poc'anzi vi ha detto quell'essere, abbiamo trascorso molto tempo insieme ed è stato lui a insegnarmi qualcosa. Non sono molto pratica del combattimento, lui ne era a conoscenza, ma probabilmente ha avuto paura che lo trafiggessi davvero.
  Ionut, Stefan e il terzo vampiro scoppiarono a ridere di gusto, assieme a qualche altro vampiro che era intorno a noi.
  -Be', una principessa non ha bisogno di conoscere l'arte del combattimento. Ci sono le sue guardie fidate a proteggerla.- affermò Stefan.
  -Concordo perfettamente.- risposi sorridendo divertita.
  Mi ero fatta passare per una principessa che sapeva solo ballare e stare dritta, ma che sapeva comunque difendere il proprio onore. Avevo fatto in modo che i Lovinescu mi sottovalutassero e quella era una cosa buona.
  -Vogliate scusarmi, ma devo intrattenere gli altri ospiti. Avremo occasione di parlare molto presto.- dissi con cortesia.
  -Ma certo, i vostri doveri vi chiamano.- rispose con altrettanta cortesia Stefan.
  Con un lieve inchino, mi allontanai assieme a mio zio e quando fummo lontani dalle loro orecchie, osai parlare.
  -Come sono andata?
  -Alla grande. Hai fatto capire a tutti che devono accettarti come principessa e che non devono osare mancarti di rispetto. Sei anche riuscita a farti passare per un'incapace con le armi, brava.- mi elogiò zio Wilhelm.
  -Ora scusami, ma devo parlare con un paio di vampiri. Posso farcela da sola.- rassicurai mio zio e lui annuì.
  Andai sull'enorme ed elegante balconata che si affacciava sul burrone e trovai Renzo e Erica ad aspettarmi.
  -Siamo soli?- chiesi guardandomi intorno. -Bene. Come mai non mi avete detto che siete dei vampiri?- li rimproverai scherzosamente.
  -Non potevamo andare incontro alla distruzione, lo sai. Pensavamo che fossi umana.- si difese Erica.
  -Almeno sapevate che Mirko è un vampiro?
  -Sì, e gli abbiamo chiesto più e più volte di lasciarti in pace. Immischiarsi con gli umani non è un bene, soprattutto per gli umani.- rispose Renzo.
  -Ecco perché eravate così contenti quando mi ha lasciato. Pensavate che fossi umana e che potesse farmi del male.
  -Sì- ammise Erica. -ma non sapevamo che tu fossi la nostra principessa, altrimenti l'avremmo cacciato a pedate nel culo.
  Li guardai negli occhi con decisione, cercando di capire se mentivano o meno.
  -Davvero non lo sapevate? Eravate all'oscuro tanto quanto me?
  I due annuirono.
  -Serena, se avessimo saputo che eri la nostra principessa, ti giuro che l'avremmo obbligato a lasciarti. A quanto pareva, Mirko ne era a conoscenza e voleva renderti sua per sempre. Meno male che non l'ha fatto, altrimenti avrebbe scatenato una guerra di proporzioni bibliche. Oh, e complimenti per lo spettacolino di poco fa. È stato molto convincente.- disse Renzo cercando di convincermi con tutte le sue forze e complimentandosi con me.
  -Io mi sono avvicinata a te perché mi sembravi una brava ragazza, divertente e solare e lo sei tutt'ora, ma non l'ho fatto per interesse personale. Non lo sapevo ed è stata una sorpresa vederti qui stasera. Non mentivamo quando ti abbiamo detto che siamo onorati di averti come nostra principessa, soprattutto perché sappiamo come sei veramente. Stasera indossi la maschera della principessa glaciale ed enigmatica, pronta a uccidere chiunque, ma noi sappiamo che renderai questo oscuro mondo di vampiri un posto un po' più pacifico.- disse tutto d'un fiato Erica.
  Nei suoi occhi lessi che non stava mentendo. Stava dicendo la verità ed era preoccupata di perdermi. Di perdere la sua migliore amica. Quella che beveva con lei, ballava in modo scoordinato alle feste e con la quale sparava cavolate al telefono quasi ogni sera. Quella che si era scelta come sorella.
  -Ora capisco perché all'improvviso sei stata così piena di impegni, perché stavi imparando a diventare una buona principessa.- concluse la mia migliore amica.
  L'abbracciai senza pensarci due volte e lei ricambiò con foga, nonostante il contatto fisico non fosse il suo forte.
  -Mi dispiace di non avertelo detto. Non sai quante volte sono stata sul punto di farlo, pur di andare incontro alla distruzione!- sussurrò al mio orecchio.
  -Tranquilla, ora che anche io faccio parte di questo mondo, capisco la situazione nella quale eravate.- li rassicurai.
  Abbracciai anche Renzo e ci ritrovammo a sorridere con gioia e liberazione.
  -Allora, quanti dei nostri amici sono vampiri?

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