Capitolo 15

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  Sono nella sala delle udienze e ho in mano un paletto insanguinato. Non sono disgustata, anzi sorrido compiaciuta guardando Stefan, seduto al tavolo della giuria.
  Stefan mi restituisce uno sguardo carico di sorpresa e odio. Si alza e si dirige a passo di carica verso di me e in mano stringe un paletto.
  Iniziamo a lottare ferendoci, ma senza riuscire a infliggere il colpo mortale. Il labbro mi sanguina e all'ennesima ferita che Stefan mi infligge, scoppio a ridere.
  -Hai davvero il coraggio di uccidermi?- gli chiedo guardandolo divertita.
  -Sì, sono pronto a farlo.- risponde guardandomi minaccioso.
  -Non ti credo, mi ami troppo per riuscire a farlo.
  -E tu? Non mi ami?
  -Ho smesso di amarti quando ho scoperto ciò che volevi fare!
  Mi getto su di lui e gli pianto il paletto nel cuore. Mi guarda a occhi sbarrati.
  -Serena...- geme e un fiotto di sangue gli usce dalla bocca. -Perché?
  Vedo la luce abbandonare i suoi occhi e il corpo diventare molle, senza vita. Il sangue mi inzuppa i vestiti, mi macchia le mani e a me tutto quello piace.

  Mi svegliai urlando come una disperata. Stefan si svegliò all'istante dal divano sul quale stava dormendo e corse verso il mio letto.
  -Cos'è successo? Stai bene?
  Lo controllai alla ricerca di una ferita qualunque e quando vidi che stava bene, gli posai le mani sulle guance e lo guardai con occhi lucidi.
  -Stai bene.- dissi in un soffio, visibilmente preoccupata.
  -Certo che sto bene, sei tu quella che...
  Lo abbracciai stringendolo forte. Stava bene, respirava ed era vivo. Quel sogno era stato vivido come tutti quelli precedenti, ma c'era qualcosa che mi aveva turbato molto di più. Non sapevo dire cosa fosse stato, ma ero molto più preoccupata.
  Stefan ricambiò l'abbraccio confuso e inspirai il suo odore, forte e deciso come lui.
  -Mi spieghi cos'è successo?- mi sussurrò all'orecchio.
  -Ho sognato che ti uccidevo e che... ne ero contenta.- dissi vergognandomi come una ladra.
  Omisi il particolare del "mi ami troppo per distruggermi", perché era ancora più imbarazzante del sogno stesso.
  -Da come ti sei svegliata, non mi sembrava che ti piacesse così tanto uccidermi.- disse ridacchiando e mi scappò un sorriso. -Stai meglio?- domandò più serio.
  -Puoi dormire con me? Tanto il letto è grande abbastanza per quattro persone.
  -In teoria dovremmo aspettare fino alla nostra notte di nozze.- rispose malizioso e si beccò un piccolo schiaffo sul braccio.
  Ridacchiò e si infilò sotto le coperte, guardandomi intensamente negli occhi.
  -Tirami un calcio e mi sveglio, d'accordo? Per qualunque cosa, svegliami.
  Annuii e mi coprii fin sotto il mento. Non avevo mai dormito con un altro ragazzo, all'infuori di Mirko, e mi faceva strano avere Stefan a qualche centimetro di distanza da me, ma mi sentii più al sicuro.
  Mio zio mi aveva raccomandato di non abbassare la guardia, infatti avevo uno dei suoi paletti nel cassetto del comodino, ma con Stefan accanto mi sentivo protetta. Per quella notte, riuscii a dormire tranquilla.

  Nei quattro giorni successivi, Stefan fu molto impegnato nell'organizzazione del funerale del padre e come gli avevo promesso, lo aiutai in ogni modo, anche se mi faceva fare poco o niente. Capii che voleva affrontare quella situazione da solo, così non gli ronzai intorno più del necessario.
  Avevo molto tempo libero e con mio zio mi allenai più di quanto non avessi mai fatto in precedenza. Nelle lingue non avevo quasi più problemi e così decise di continuare le lezioni di storia e politica in lingua rumena e tedesca, così come già avevano tentato di fare i miei genitori in precedenza.
  Dopo essermi consultata con mio zio, avevo deciso che non potevo aspettare che i Lovinescu commettessero un errore. La confessione di Alin Vidrean e le sue supposizioni potevano essere solo il frutto dell'odio che provava verso i Lovinescu, ma non volevo sottovalutarlo. Avevamo stabilito di cercare di entrare in possesso di qualche informazione e avevo deciso di coinvolgere Erica e Renzo, dato che erano i più fidati del clan Von Ziegler. Avevano molte conoscenze e, grazie ai pettegolezzi che giravano più velocemente di un messaggio e-mail, sarebbero riusciti a scoprire qualcosa anche se le fonti sarebbero state poco attendibili.
  -Peccato che il tuo fidanzato sia un Lovinescu.- affermò Erica, dopo che ci eravamo accordati su come procedere. -Per quanto mi stia simpatico e si sia dimostrato più volte molto premuroso nei tuoi confronti, non credo che fosse completamente all'oscuro di tutta questa faccenda.
  -Ha ragione.- confermò Renzo. -Ionut avrebbe sicuramente coinvolto suo figlio nel suo piano, a meno che, come ha detto Stefan, non avesse programmato di distruggere anche lui.
  -Ed è per questo che ho chiesto il vostro aiuto. Voglio vederci chiaro in tutta questa faccenda. Vi prego di cercare di scoprire anche qualche informazione riguardo a Lucian Lovinescu. Quel tipo non mi convince e ho il sospetto che la persona con la quale si sia accordato Ionut, sia proprio lui.
  -Stai tranquilla, tesoro. Ti proteggeremo con le unghie e con i denti.- affermò Erica abbracciandomi.
  Il giorno del funerale arrivò senza che me ne accorgessi e mi presentai alla tenuta dei Lovinescu molto presto, per infondere forza a Stefan e per dare l'impressione di essere due veri fidanzati.
  -Una buona impressione è tutto. Alle persone non interessa altro se non l'apparenza.- mi avevano detto molte volte sia Stefan che zio Wilhelm.
  Una domestica mi accompagnò alla camera di Stefan. Bussai alla porta e quando entrai, vidi una camera anonima. Non c'era nulla che facesse intendere quali fossero i suoi hobby e le sue passioni. C'erano solo un computer portatile e una televisione, ma per il resto era una camera comune.
  Stefan stava cercando di annodarsi la cravatta e notai che aveva gli occhi stanchi, accompagnati da un paio di occhiaie scure. Mi avvicinai lentamente, ma lui non si girò. Gli toccai la spalla e sembrò sorpreso di vedermi lì in quel momento.
  -Lascia, faccio io. Stai facendo un casino.- dissi iniziando ad annodargli la cravatta.
  -Potrei abituarmi a tutte queste attenzioni.- rispose sorridendo divertito.
  -Tu riprenditi il prima possibile, perché non voglio farti da balia per il resto dei miei giorni.
  Ridacchiò e mi sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, guardandomi negli occhi con un'intensità che mi lasciò letteralmente senza fiato.
  -Serena... io...
  Bussarono alla porta e ci allontanammo di scatto, come se fossimo due ragazzini che avevano appena fatto qualcosa di sbagliato. La porta si aprì ed entrò l'assistente di Stefan, del quale non avevo ancora imparato il nome, e riferì che tutti gli ospiti erano arrivati.
  Vidi Stefan ritornare il principe di sempre, con lo sguardo fiero e glaciale, pronto a celebrare il rito funebre di suo padre.

The Bloody and Dark PrincessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora