Capitolo 23

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  Non provai dolore, soltanto tanta sorpresa. Stefan mi guardò esterrefatto e il suo sguardo da guerriero che aveva avuto da quando era diventato mio prigioniero, lasciò spazio alla preoccupazione e al senso di colpa. Sembrava che si fosse appena svegliato da un brutto sogno. Estrasse il paletto, premendo con le mani sulla ferita per cercare di fermare il sangue e un colpo di tosse mi fece sputare altro sangue. Chiusi gli occhi cercando di respirare regolarmente e aspettando il colpo di grazia, che non arrivò mai perché Stefan urlò al suo esercito di ritirarsi.
  -Perché ci ritiriamo?- riuscii a sentire in lontananza da Octavian.
  -Perché siamo troppo deboli.- rispose secco Stefan.
  -Ma...
  -Non obiettare e muoviamoci! Ritirata!
  Sentii l'esercito dei Lovinescu allontanarsi e le grida di giubilo dei miei eserciti, ma anche delle voci preoccupate attorno a me e aprii gli occhi. Molti dei soldati e il generale Sadoveanu mi stavano fissando preoccupati e quando videro che ero ancora viva, si affrettarono a caricarmi su una barella improvvisata e a portarmi nel castello.
  -Chiamate il medico, la principessa è stata ferita!- urlò Sadoveanu, facendosi largo fra i curiosi e la servitù.
  Arrivati in camera mia, i soldati mi adagiarono sul letto e zio Wilhelm mi raggiunse. Per poco non urlò vedendomi ricoperta di sangue e con un buco nel petto. Avevo tantissime ferite, lividi su tutto il corpo, lo zigomo sinistro viola, dove Stefan mi aveva dato il ceffone, e il braccio sinistro disarticolato, ma la cosa più preoccupante era il buco nel petto.
  -Serena, resisti ti prego. Non mollare.- mi supplicò mio zio, stringendomi una mano.
  -Se non sopravvivo, sarai tu il sovrano di entrambi i clan. Avete sentito tutti?- dissi alzando un po' la voce, ma un attacco di tosse mi fece sputare altro sangue.
  Tutti i presenti annuirono preoccupati, tranne zio Wilhelm.
  -Tu ce la farai, lo so. Non sarò io a regnare, ma tu. Sei stata fantastica sul campo di battaglia, ti ho vista.- mi disse con gli occhi pieni di lacrime.
  Arrivò il medico e iniziò a visitarmi. Disse a una domestica di andare a prendere tanto sangue e tirò un sospiro di sollievo.
  -Qualche centimetro più in là e vi avrebbe preso il cuore, ma avete il polmone sinistro forato. Posso mettere dei punti, ma dovrete bere sangue e un miscuglio di erbe che vi preparerò.- disse il medico.
  Zio Wilhelm e tutti i presenti tirarono un sospiro di sollievo. Ringraziai qualunque divinità esistente, perché un vampiro poteva essere ucciso solo se decapitato o pugnalato al cuore con un paletto. Ma perché Stefan aveva mancato il mio cuore? Ero convinta che lui fosse il tipo da non sbagliare nemmeno un colpo. Aveva evitato di uccidermi di proposito? La sua mano aveva tentennato?
  Tutti i presenti uscirono, tranne zio Wilhelm, che ebbe l'ingrato compito di aiutare il medico mentre mi metteva i punti senza anestesia. Cercai di non gridare, ma era quasi impossibile. Il dolore era troppo forte, soprattutto quando dovettero rimettermi in sede il braccio che Stefan aveva disarticolato.
  Quando il medico finì, tremavo come una foglia ed ero sudata fradicia. Il medico dette un sacchetto di pelle a mio zio.
  -Qui ci sono due dosi del miscuglio di erbe e domani ve ne farò avere dell'altro. Deve berlo due volte al giorno, mescolato al sangue, e deve bere molto sangue. Nel giro di un paio di settimane la ferita dovrebbe essere chiusa. È stata molto fortunata.- spiegò a mio zio.
  Il medico uscì e zio Wilhelm mi fece bere l'intruglio di erbe mescolato al sangue. Dopo che l'ebbi bevuto fino all'ultima goccia, caddi in un sonno profondo e senza sogni.

  Mi svegliai il giorno seguente verso tarda mattinata e vidi che zio Wilhelm dormiva su una poltrona accanto al mio letto. Sorrisi a quell'immagine così dolce e mi sentii in colpa per averlo fatto rinchiudere in isolamento, ma sapevo che approvava la mia decisione e non avrebbe serbato rancore. Feci per mettermi a sedere, ma un dolore lancinante al petto mi fece gemere. Zio Wilhelm si svegliò all'istante e venne ad aiutarmi.
  -Non devi fare sforzi. Devi stare a riposo per un po' di tempo.- mi disse sistemandomi cuscino e coperte.
  -Com'è andata la battaglia?- chiesi, dato che avevo la mente annebbiata e ricordavo ben poco.
  -Si sono ritirati. Hanno visto che i loro soldati stavano cadendo come mosche e hanno deciso di limitare le perdite.
  In quel momento mi ricordai tutto. La battaglia con Stefan, i suoi sfottò e tutte le ferite che mi aveva inferto. Ricordai anche con chiarezza lo sguardo pieno di sorpresa e senso di colpa che mi aveva riservato quando si era reso conto di ciò che aveva fatto e anche che aveva ordinato alle sue truppe di ritirarsi.
  -Ho chiamato i tuoi genitori e sono venuti qui con Erica e Renzo.- continuò zio Wilhelm.
  -Hai messo delle guardie a proteggerli?- domandai, già preoccupata al pensiero di due mezzosangue in mezzo a dei vampiri retrogradi.
  -Ovviamente. Vuoi che vada a chiamarli?
  Annuii e bevvi del sangue, mentre zio Wilhelm andò a chiamarli. Non appena entrarono, mi sommersero di domande riguardanti il mio stato di salute, dicendomi che si erano preoccupati moltissimo.
  -La prossima volta che rischi la vita, ti ammazzo con le mie mani.- mi minacciò Erica con gli occhi lucidi.
  -E noi l'aiuteremo.- aggiunse mio padre.
  -Ora sto bene. Devo stare a letto, bere sangue e sarò...
  Un attacco di tosse mi fece sputare del sangue e tutti si allarmarono all'istante.
  -Tranquilli, il medico ha detto che è normale che i primi giorni accada. Ha un polmone forato e il braccio sinistro è appena stato rimesso in sede.- li tranquillizzò mio zio.
  -Dovete tornare a casa. Qui non siete al sicuro.- dissi loro.
  -Anche tu non sei al sicuro, tesoro.- rispose mia madre.
  -Io non sono mai al sicuro, mamma. Da quando ho deciso di diventare principessa, sono in costante pericolo. Per esempio prendi Stefan, lui voleva uccidermi dopo il matrimonio.
  -Però mi sembra strano.- iniziò Erica. -Perché mi è sempre sembrato molto protettivo nei tuoi confronti e ti guardava in un modo... Sembrava che sarebbe stato disposto a uccidere per te e non a uccidere te.
  -E' un bravo attore e ci ha ingannati tutti.
  Bussarono alla porta e il generale Sadoveanu entrò nella camera.
  -Vedere che vi siete ripresa mi rende immensamente felice, principessa.- mi disse inchinandosi.
  -Sono altrettanto felice di vedere che anche voi state bene, a parte qualche lieve ferita.- risposi.
  Iniziò a farmi un resoconto della battaglia. Avevamo perso pochissimi soldati e tutti i feriti erano stati curati a dovere, ma mi disse una cosa che mi lasciò stupefatta.
  -Stamattina è arrivato un messaggero dal clan Lovinescu e richiede la vostra presenza per una riunione del Consiglio per questa sera. Hanno anche chiesto una tregua di ventiquattro ore per la riunione e per raccogliere i morti.
  -Non ci andare.- mi dissero Erica e Renzo insieme.
  Riflettei qualche istante. Ero obbligata ad andarci, per discutere su eventuali trattative o trattati di pace. Durante le lezioni di storia e politica con i miei genitori, avevo notato che in tutte le guerre c'era una costante: la riunione di entrambe le fazioni dopo il primo attacco. Se erano alleati e avevano creato un Consiglio di entrambi i clan, si riunivano, altrimenti i sovrani e i generali avrebbero avuto un incontro informale e veloce direttamente sul campo di battaglia.
  -Manda un messaggero al castello Lovinescu. Possono venire a raccogliere i caduti e quando la luna sarà alta, sarò al loro castello.- risposi.
  Il generale Sadoveanu si inchinò e si congedò. Renzo ed Erica iniziarono subito a cercare di dissuadermi dall'andare a quella riunione, ma sia i miei genitori che mio zio spiegarono loro che ero obbligata ad andarci.
  -Ovviamente non andrò da sola. Ci sarà zio Wilhelm e anche l'intero corpo delle guardie speciali. Non corro alcun rischio, state tranquilli.
  -E se dovessero uccidervi tutti?- chiese Erica visibilmente preoccupata.
  -Ho un asso nella manica. Se entro dodici ore non torno al castello Vidrean, zio Wilhelm diventerà reggente e sarà lui a condurre la guerra. Se entro una settimana non mi ritrovate, vorrà dire che sono effettivamente morta e allora lo zio sarà il re dei clan Vidrean e Von Ziegler. Sceglierà uno di voi due come suo consigliere.
  Tutti sbiancarono, ma dissero che era la scelta più giusta.
  -Sarebbe un onore per uno di noi essere scelto come consigliere di tuo zio, ma ciò non accadrà perché tornerai.- affermò deciso Renzo.
  Mi ritrovai a sorridere per la loro premura, nonostante quella circostanza tanto seria. Misi tutto per iscritto, con tanto di sigillo reale, sia quello dei Vidrean che dei Von Ziegler, e feci firmare tutti i presenti come testimoni.
  -Ce la farai ad andare al castello dei Lovinescu in queste condizioni?- mi chiese zio Wilhelm.
  -Sì, queste erbe sono miracolose.
  Avevo un brutto presentimento, ma non potevo rifiutare di andare. Sarei parsa come vigliacca ed era ciò che non dovevo apparire, soprattutto in quel momento. Avrei fatto vedere a quel branco di vampiri di che pasta ero fatta.

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