La cella era piccola e asfittica. Non fosse stato per le sbarre che mi permettevano di vedere il corridoio, probabilmente sarei andata nel panico. C'era una piccola branda in legno con della paglia ammuffita e una piccolissima finestrella larga venti centimetri, dalla quale entrava l'aria gelida delle notti rumene primaverili e si poteva ammirare un piccolo fazzoletto di cielo stellato.
La guardia silenziosa era seduta su una scomoda sedia di legno di fronte alla cella. Era molto giovane, molto più di me, con i capelli castani e gli occhi verdi.
Provai a ripulirmi la faccia dal sangue e mi avvicinai alle sbarre.
-Guardia, parli solo rumeno?- chiesi nella lingua di mio padre, ma questa non mi degnò di uno sguardo.
-Parli solo rumeno?
-Non sono tenuto a parlare col prigioniero.- rispose in rumeno.
-Il tuo principe sa che sono qui?- insistetti.
La risposta la conoscevo già, ma se fossi riuscita a informare Stefan di tutta quella faccenda, forse sarei riuscita a salvarmi. Lui desiderava davvero che la guerra finisse, ma con la mossa di Lucian le cose sarebbero precipitate velocemente.
Entro qualche ora zio Wilhelm sarebbe diventato reggente ed entro una settimana il legittimo sovrano. La guerra sarebbe continuata più cruenta che mai, perché sapevo che zio Wilhelm avrebbe fatto di tutto per riportarmi al castello.
-Rispondimi.- gli ordinai.
Nonostante avesse un'espressione spaventata sul viso, non rispose. Era ligio al dovere, ma sarebbe crollato se avessi insistito e io ero testarda come un mulo.
Decisi che avrei provato a farlo cedere il giorno seguente, perché ogni parte del mio corpo mi doleva da impazzire, sia per le percosse subite poco prima da Lucian che per la battaglia avuta il giorno precedente. Dovevo risparmiare le energie per cercare di guarire le ferite senza bere sangue.
Il regno era al sicuro fin quando ci sarebbe stato zio Wilhelm che avrebbe fatto le mie veci. Speravo solo che qualche voce di corridoio, che i domestici e le guardie amavano tanto, giungesse alle orecchie di Stefan e che sarebbe venuto a liberarmi.
Solo a pensare a Stefan, il cuore iniziò a battere a mille nel petto e un senso di colpa pesante come un macigno mi schiacciava il petto. Ero stata una stupida. Avevo permesso che il dolore provocato dal suo tradimento mi offuscasse la mente e avevo compiuto azioni a dir poco stupide. Non riuscivo a credere di aver dubitato di Stefan e soprattutto di averlo ferito in quel modo. Solo in quel momento, chiusa in quella cella umida, mi resi conto di quanto dolore gli avessi provocato.
Cercai di consolarmi pensando che chiunque avrebbe fatto allo stesso modo, alla scoperta del progetto del proprio assassinio da parte di colui che si amava, ma ci riuscii ben poco.
Crollai in un sonno agitato non appena toccai la branda.
Sono nella sala delle udienze del castello Lovinescu, ma sono consapevole di non essere lì fisicamente. Sono semplicemente una spettatrice.
Vedo Stefan e Lucian entrare e parlare fittamente fra loro. Si fermano, ma parlano a voce troppo bassa perché io possa sentire che cosa si stiano dicendo.
Lucian tiene nascosto qualcosa dietro la schiena, ma non riesco a capire di cosa si tratta. Lucian e Stefan continuano a parlare tranquillamente e solo quando riprendono a camminare, capisco che cosa tiene in mano.
Provo a urlare, ma nessuno mi sente. Provo ad avvicinarmi, ma non mi muovo di un solo millimetro.
Lucian sogghigna maligno e pugnala Stefan alle spalle. Stefan spalanca gli occhi e la bocca dalla sorpresa e in un solo istante cade a terra. Una pozza di sangue si allarga sotto al corpo di Stefan.
Provo a urlare. Provo a chiamarlo. Urlo il suo nome con tutto il fiato che ho in corpo.Mi svegliai urlando il nome di Stefan con tutto il fiato che avevo in corpo, col viso rigato di lacrime. La guardia si era svegliata di soprassalto ed era caduta dalla sedia per lo spavento.
Mi guardò spaventata perché l'urlo che avevo fatto era stato raccapricciante. Anche io ero spaventata, ma non per me stessa.
La guardia si avvicinò cautamente alle sbarre, tenendo in modo incerto il paletto.
-Cos'è successo?- mi chiese osservandomi diffidente.
-Il principe Stefan è in pericolo.- dissi cercando di calmarmi.
-Era in pericolo quando l'avete fatto vostro prigioniero. Ora è al sicuro.- rispose duramente, ma con occhi timorosi.
Era giovane, ma molto coraggioso.
-Ti dico che è in pericolo. Ho avuto un sogno premonitore e Lucian lo ucciderà.
Sapevo che ogni tentativo di convincerlo era inutile, ma dovevo provarci a tutti i costi. C'era in ballo la vita di Stefan.
-Tornate a dormire e smettetela di raccontare fandonie.
Tornò a sedersi e non mi staccò gli occhi di dosso per un solo istante, fino a quando non si addormentò cinque minuti dopo. Era una pessima guardia, ma ero convinta che Lucian l'avesse scelto perché aveva troppo timore di lui, quindi avrebbe fatto ogni cosa che gli fosse stata ordinata.
Non riuscii a chiudere occhio per tutta la notte e pensai a come far cedere quella piccola e incosciente guardia. Doveva avere tra i quattordici e i sedici anni. Troppo giovane persino per le mie guardie del corpo speciale, però dovetti ammettere che mi fece tanta tenerezza, soprattutto quando lo guardai addormentato con la bocca aperta.
Si svegliò con un sonoro sbadiglio e quando notò che lo stavo osservando, si mise sull'attenti e strinse forte il paletto.
-Ben sveglio. Stanotte ho fatto io la guardia a te, ma domani è il tuo turno.- dissi accennando a un sorriso.
Lo vidi arrossire fino alla punta dei capelli, ma non smise di fissarmi per un solo istante. Voleva dimostrarmi che era in grado di svolgere il compito che gli era stato assegnato.
-Come ti chiami?- gli chiesi, senza ricevere risposta. -Vuoi che ti chiami "Guardia A"?
-Mi chiamo Flaviu.- borbottò. -E dovreste smetterla di parlarmi.
-Quanti anni hai, Flaviu?- continuai ignorando la sua affermazione.
-Ne ho quasi sedici e ora smettetela o finirò nei guai. Se l'altra guardia mi sente parlare con voi...
-L'alba non è ancora sorta, non preoccuparti.- risposi provando a sorridere, ma un attacco di tosse mi fece sputare sangue.
Lo vidi piuttosto preoccupato, ma non osò avvicinarsi alle sbarre.
-Sei molto giovane, non dovresti stare qui.- dissi con voce roca.
-Devo farlo per la famiglia Lovinescu. Il principe Stefan diventerà il mio re e non devo disobbedirgli.
-Ma tu adesso stai eseguendo gli ordini di Lucian, non del principe Stefan.
A quella risposta parve sorpreso. Non avevo detto altro che la verità, ma probabilmente non aveva ancora capito di essere una pedina nelle mani del lurido Lucian. Se Stefan avesse scoperto che mi trovavo lì, avrebbe dato tutta la colpa a Flaviu, ne ero certa.
Restammo in silenzio molto a lungo, fino a quando non sentii aprirsi una porta in lontananza.
-E' arrivato il cambio. Fai la brava guardia e non ti succederà niente. Ci vediamo stasera, Flaviu.- gli dissi accennando a un sorriso.
Arrivò una guardia molto più anziana di lui e gli fece cenno di lasciargli il posto. Flaviu mi rivolse un ultimo sguardo prima di andarsene.
Avevo piantato in lui il seme del dubbio e dovevo solo aspettare che quel seme germogliasse.
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The Bloody and Dark Princess
VampirgeschichtenNon sapevo come eravamo arrivati a questo, sapevo solo che faceva male. Molto male. Non riuscivo a sopportare tutto ciò. Era come se mille lame gelide mi trafiggessero il cuore, e non solo figurativamente. Come si era arrivati fino a quel punto? Noi...