Capitolo 3 - Poison Heart

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CAPITOLO 3 - POISON HEART


 La delicata bellezza della neve, che danzando scende sulla terra, mi ha sempre affascinato molto

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La delicata bellezza della neve, che danzando scende sulla terra, mi ha sempre affascinato molto.
E' una bellezza dolorosa, che mi riporta indietro di molti anni, a quel lontano bosco innevato.
Mi soprende sempre come a distanza di tanto tempo, ciò che resta del mio cuore faccia ancora così male, quando la neve cade.
Per una persona come me, che ha bruciato il suo cuore, che lo ha torturato e divorato, è sempre dolorosamente piacevole, sentirlo battere ancora una volta.
La neve, e lo sbiadito ricordo del sorriso di Misha, sono le uniche cose in grado di farlo battere in questo modo, lentamente, con un' amara, struggente dolcezza.
Quando le mie mani si coprono di sangue, quando le affondo nel corpo indifeso della mia vittima, quando vedo la luce scomparire dai loro occhi, il mio cuore ha un battito molto diverso. Selvaggio, brutale, eccitante.
Quando sono con Will, il mio cuore ha molti modi diversi di battere...
Quando vedo la sofferenza dipinta sul suo volto, le mani contrarsi dalla paura, gli occhi ardere di rabbia.... E' come sentire dentro di me la violenza del temporale.
Quando guarda i miei occhi, e poi gli attraversa, cercando disperatamente la mia anima, allora il battito assume un suono più tormentato, come le onde dell' oceano che si infrangono sulla scogliera.
Quando è così vicino a me, da poter sentire il calore del suo corpo ed il profumo della sua pelle, il battito è simile alle note delicate e possenti del pianoforte.
Nelle notti come questa, quando la neve cade così forte da coprire le ombre, sento il bisogno di camminare, sentire il suo tocco freddo sulla pelle, mentre lontani ricordi tornano alla mia memoria.
I capelli biondi di Misha mossi dal vento, si agitano tra i fiocchi di neve.
Ho camminato senza meta per ore, in balia delle emozioni, finchè in lontananza ho intravisto la sua casa...
Curioso, come i piedi mi abbiano portato nel posto dove volevo essere, senza che io lo abbia chiesto.
La casa sembra quasi scomparsa, sotto tutta quella neve.
Eppure, dalle finestre una luce gialla mi attira verso di lei, come un faro nella tormenta.
Cammino, fino ad arrivare sul portico della casa.
Mi affaccio alla finestra, curioso ed incerto.
Vedo Will sdraiato accanto al camino, circondato dai suoi cani.
Sembra rilassato, felice.
Rimango per un po' ad osservarlo giocare con Winston, ridere, scaldare le mani vicino al fuoco.
E' stranamente piacevole, vederlo così tranquillo.
Ad un certo punto si volta, ed i suoi occhi azzurri incontrano i miei.
Stupito, forse un po' spaventato, si alza e si incammina verso la porta.
Faccio altrettanto, rimproverandomi per la mia leggerezza.
Apre la porta, ed il calore della casa mi penetra fino alle ossa.
"Dottor Lecter... Cosa ci fa qui a quest' ora?" Chiede lui con fare preoccupato, allacciandosi la felpa grigia.
"Stavo facendo una camminata e sono capitato da queste parti..." Rispondo, quasi sinceramente.
"E poi è rimasto a spiarmi dalla finestra?" Mi chiede lui, con un mezzo sorriso.
"Mi scuso per la mia maleducazione Will, non era mia intenzione spiarti... Sembrava solo molto piacevole stare dall' altra parte della finestra."
Lui mi guarda per qualche istante, studiandomi.
"Vuole unirsi a me?"
"Se non creo disturbo, mi farebbe piacere."
"Non si preoccupi, c'è sempre posto per un nuovo randagio in questa casa!" Esclama lui sorridendo e facendo spallucce.
Sorrido e varco la soglia, pensando alle sue parole.
"E così sono uno dei suoi randagi abbandonati, Will?"
"Forse. O forse sono io il suo."
Ci scambiano un lungo sguardo, prima che lui sospiri e si diriga verso il tavolino alla sua destra, dove c'è una bottiglia di wisky con due bicchieri.
"Sembra quasi che mi stesse aspettando..."
Lui ride, versandolo nei piccoli bicchieri di vetro.
"Non oggi, ma ormai sono abituato alle sue visite dottore."
"Spero che sia un' abitudine piacevole..."
Mi porge il bicchiere, sfiorandomi le dita più a lungo del necessario.
"Stranamente si."
Beve un sorso, guardandomi per qualche istante, prima di sedersi su uno dei cuscini sparsi sul tapppeto.
Mi sfilo lentamente il cappotto, bevo un sorso, mentre lui mi osserva silenzioso.
I cani mi annusano e mi girano intorno, li saluto, andandomi poi a sedere accanto al loro padrone.
il fuoco scoppietta davanti a noi, mentre lentamente il gelo della neve abbandona il mio corpo.
Rimango per un po' incantato a fissare le fiamme che danzano e si contorcono, immerso nei miei pensieri.
Poi il mio sguardo torna a posarsi sui fiocchi di neve che sbattono sulla finestra, e di nuovo, quel lento triste battito torna a farsi sentire.
"E' silenzioso questa sera... Qualcosa la turba?"
Come sempre, il ragazzo accanto a me capisce quando la scosto la mia maschera.
"Solo vecchi fantasmi che tornano a trovarmi, quando la neve cade..."
Dopo qualche minuto di silenzio, mi guarda pensieroso.
"Vuole parlarne? Sono un buon ascoltare, oltre che un pessimo paziente."
Sorridiamo entrambi.
"Ti ringrazio Will, ma non è una storia che mi piace raccontare..."
"Nemmeno a me?"
Lo guardo intensamente per qualche istante, chiedendomi se potrebbe mai capire, quello che ho seppellito in quel bosco.
"Non stasera... Forse, un giorno."
Lui annuisce, comprensivo.
"Quel giorno ci sarò..."
"Grazie..."
Lui sorride, ed un sorriso così dolce e al tempo stesso così malinconico, che mi fà quasi male.
Rimaniamo così, immobili, in silenzio, come sospesi nel tempo.
I suoi occhi azzurri, così profondi ed intrisi di luce, sembrano chiamarmi.
Sembrano volermi dire qualcosa...
I riflessi gialli ed arancioni del fuoco riscaldano il suo viso, ed io ho così voglia di sfiorarlo, di sentire il suo calore sulle mie dita, che inconsciamente allungo la mano verso di lui.
Will rimane immobile, tranne che per gli occhi, che mi scrutano curiosi.
Per qualche istante indugio a pochi centimentri dalla sua guancia, incerto se spingermi oltre.
Ma è come un richiamo, a cui non so resistere...
Le mie dita, si muovono da sole verso la sua pelle, finchè finalmente la sento.
E' calda, morbida.
La accarezzo lentamente con l' indice e l' anulare, mentre lui socchiude gli occhi.
Mi muovo sul suo viso come un pennello sulla tela... Delicato ma incisivo.
Il suo respiro diventa più pesante, il mio cuore inizia a battere, sempre più veloce, sempre più forte.
Non capisco cosa mi stia succedendo, so solo che non voglio distruggerlo in questo momento.
Non voglio sofferenza, sangue, dolore. Morte.
Solo il calore del suo corpo...
La mia mano scivola sul suo collo, lui inclina leggermente la testa, permettendomi di accarezzare i capelli sotto il suo orecchio, risalendo fino alla nuca.
Quei ricci castani, scorrono tra le mie dita, morbidi come seta.
Vedo le sue mani aggrapparsi con forza al cuscino, mentre si morde il labbro inferiore.
Un gesto che provoca una certa eccitazione dentro di me.
Quelle labbra così rosse e grandi, sono sempre state una grande tentazione...
Ho cercato di resistere, di concentrarmi sul mio piano, ma è più difficile di quanto pensassi.
L' unica cosa che voglio adesso, è possederle...
Mi avvicino a lui, sfiorando il suo collo con le labbra, su e giù, mentre lui trema debolmente al contatto.
Affondo le labbra sulla sua pelle, la chiudo tra di esse, la lecco.
E' così... Buona.
Sento il battito irregolare del suo cuore, sento la tempesta dentro di me.
"Hannibal..." Sussurra con un filo di voce.
Dischiude le labbra, ed io mi avvicino ad esse.
Sento il suo respiro sul mio viso, mentre il battito accelera.
Non avrei mai pensato, di poter desiderare tanto un' altro essere umano.
Sfioro le sue labbra con le mie, le appoggio su di esse, piano, poi sempre più forte, fin quando entro dentro la sua bocca.
Lui emette un gemito strozzato, che mi invoglia ancora di più a possederlo.
Stringo i suoi capelli, mentre affondo dentro di lui.
Sento le onde del mare, sento la melodia del pianoforte, sento tutto questo e molto altro ancora, un' emozione che non riesco a spiegare...
Lui si aggrappa al mio petto, con forza, cerca di spingermi via, ma è una spinta debole, incerta.
Mi avvicino ancora di più, prendendolo per la vita con l' altra mano.
"Hannibal..." Sussurra ancora.
Sento le sue dita muoversi tra i miei capelli, scompigliandoli.
Lo sento baciarmi con forza sempre maggiore, come se stesse lentamente cedendo a me.
Ad ogni suo gesto, il mio cuore avvelenato scalpita, colpendo forte contro il mio petto, così tanto da farmi quasi male.
Lo spingo verso il tappeto, mentre lui cerca debolmente di resistere.
Siamo quasi a terra, ma lui continua a fare forza su di me, bloccandomi.
"Fermati..." Mi dice tra i respiri affannati.
Lo guardo, così accaldato ed eccitato, sdraiato sotto di me.
Scuoto la testa, prendendo di nuovo la sua bocca con prepotenza.
Non posso più fermarmi ormai...
Sento il suo corpo sotto il mio, ed è come avere il fuoco sotto la pelle.

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