Capitolo 10 - The hide heart

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CAPITOLO 10 - THE HIDE HEART


 Non sento più il mio corpo

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Non sento più il mio corpo...
Non sento più i rumori intorno a me...
E' come se tutto il resto del mondo al di fuori di questa stanza, fosse svanito...
Sento solo, una pace infinita.
Come se fossi dentro un sogno, un sogno pieno di luce, e di gioia.
Immerso nella quiete del torrente, sotto il sole caldo di mezzogiorno.
Non mi era mai capitato di sentirmi così... Senza consistenza, senza ricordi, o dolore, senza paura.
Il suo corpo riposa sopra il mio, assecondando i movimenti calmi del mio petto, che si alzano e si abbassano ad ogni respiro.
Il suo respiro è debole, tranquillo, come le piccole onde del fiume che mi scorrono accanto.
Posso quasi sentire, il battito del suo cuore, scalpitare attraverso la pelle.
Giaciamo immobili, insieme nel buio della notte, per un tempo che sembra infinito.
E per quanto folle possa sembrare, non c'è nessun altro posto dove vorrei essere ora.
Attraverso la finestra della camera, dietro i tendoni azzurri, riesco a vedere le stelle brillare.
Lontane e vicine al tempo stesso, immortali guardiane del nostro passaggio.
Hannibal ha la testa appoggiata al mio petto, le braccia, ancora saldamente avvolte al mio corpo, quasi avesse paura di potermi perdere da un momento all' altro.
Accarezzo i suoi capelli con la mano, avvolgendo le mie dita tra i suoi ciuffi biondo scuro.
Con l' altra, tengo stretta la sua schiena, riscaldando il suo corpo nudo.
Perchè sembra così indifeso tra le mie braccia?
Perchè sembra così fragile?
Non riesco a spiegarmelo... Eppure, almeno per questa notte, non ho bisogno di sapere niente... non voglio sapere niente.
Nonostante tutto io sono qui... Lui è qui.
Qui... Ovunque sia qui... Forse non è altro che un limbo, ma anche se fosse così, voglio restarci ancora un po'...
Sento un lieve bacio, accarezzarmi il collo.
"Will..." La sua voce, è calda e impastata, quasi dolce.
Un' altro bacio, riscalda la mia guancia.
Poi, si avvicina lentamente alle mie labbra, fermandosi su di esse.
Mi guarda, ma in quello sguardo, non c'è la furia del leone, ma la gentilezza dell' agnello.
"Mi dispiace, per quello che ti ho fatto. Mi dispiace davvero."
"Mi hai fatto molte cose Hannibal... Dovresti essere più specifico."
Lui fa un profondo respiro, socchiudendo per un momento gli occhi.
"Ti ho aggredito, prima. Sono stato... Violento. Non era mia intenzione, credimi."
"Si che lo era, volevi farmi male. Così come io volevo farne a te."
"Hai ragione... Una parte di me voleva farti soffrire, voleva... Distruggerti.
E credo che questo non svanirà mai del tutto. Il male che ho dentro è troppo profondo, perchè io possa estirparlo.
Forse per questo motivo, finisco sempre per distruggere tutto quello che amo."
"Esiste solo questo dentro di te? Odio, e dolore?"
Lui resta in silenzio qualche minuto, osservandomi.
"No... C'è dell' altro ma... E' come, la luce di candela, dispersa nell' oblio dell' oscurità."
Avvolgo il suo viso tra le mani, stringendolo con forza.
"Allora io la troverò... E una volta che l' avrò fatto, spazzerò via l' oscurità! O mi perderò dentro ad essa con te."
"Posso mostrartela se vuoi... Posso mostrarti, la parte nascosta del mio cuore. Potrà sembrarti strano, ma è proprio qui, in questa stanza."
"Mostramela... Hannibal. Mostramela." Sussurro sulle sue labbra, che si chiudono in un leggero bacio.
Lui annuisce, staccandosi lentamente dal mio corpo, ormai assuefatto al suo contatto.
Si rigira nel letto, voltandosi verso il comodino, mentre allenta i nodi delle corde, che ancora lo intrappolano.
Ma è dolorante e si muove a fatica, come un soldato ferito che cerca di estrarre i coltelli dal suo corpo.
Mi avvicino a lui, avvolgendomi nel lenzuolo di lino celeste.
Passo delicatamente le mani sulla sua schiena, sciogliendo i nodi.
"Grazie Will... Sei molto gentile..."
"Sono abituato a liberare i randagi che trovo sulla strada... Non hai un aspetto molto diverso adesso."
Lui ride serenamente, guardandomi con un' espressione dolce e divertita al tempo stesso.
Sorrido anche io, massaggiando la sua pelle livida. Poi, appoggio la testa sulla sua spalla, e circondo la sua vita con le mani.
Non so spiegarmelo, perchè è contro ogni logica ma... Sento di doverlo proteggere.
Dal resto del mondo, da me stesso e sopratutto... Da lui.
Lo vedo aprire il cassetto del comodino, ed estrarre una vecchia scatola di legno, che ripone con cura davanti a lui, in mezzo alle gambe.
Sopra c'è un disegno, dai tratti delicati ed eleganti, leggermente sbiadito dal tempo.
Una bellissima donna giapponese, in abito tradizionale, tra i fiori di pesco.
Lui ci passa sopra le mani, sussurrando qualcosa di impercettibile.
Quando la apre, riconosco uno specchio opaco nella parte superiore, ed un incisione in russo, su quella inferiore.
Una delicata melodia giapponese, sprigiona attraverso lo scrigno, invadendo tutta la stanza.
"Apparteneva a Misha... era il suo tesoro più prezioso... - Esclama lui, con un malinconico sorriso - E' stato un regalo di nostra zia, Lady Murasaki Shikibu, per il suo terzo compleanno."
"E' molto bello... Cosa vuol dire quell' incisione?"
"Navsegda vmeste... Eternamente insieme."
Io lo stringo un po' più forte, senza sapere cosa dire.
"Da quando Misha l' ha ricevuto, non se n'é mai separata. Ogni notte lo adagiava accanto a lei sul cuscino, ascoltandolo per ore, cullata dalla sua melodia.
Io restavo a guardarla, immerso nella pace del suo viso, illuminato solo dal bagliore della candela.
Quando finalmente chiudeva gli occhi, e il suo respiro diventava leggero, prendevo il carillon dal suo letto e lo appoggiavo sul comodino. Poi le rimboccavo le coperte, e con un bacio, le davo la buonanotte.
La sera, quando le stelle iniziavano ad illuminare il cielo, lei si metteva davanti allo specchio, spazzolandosi i capelli fino a farli diventare lisci e lucenti.
Un giorno si fece male al braccio, così, la sera le risultò troppo doloroso farlo da sola.
Mi chiese se potevo aiutarla, e da quel giorno, fino al giorno in cui è morta, ogni sera le ho spazzolato i capelli, guardando il suo dolce viso riflesso nello specchio...
Anche adesso, se lo guardo, posso vedere i suoi occhi pieni di speranza, le sue guance rosee e tonde, con i capelli biondi che le ricadono morbidi ai lati...
La guardo e sembra così pura, così innocente... Che ogni ombra dentro di me si dirada, lasciando che la luce inondi tutto quanto..."
"Sono davvero dei ricordi meravigliosi, Hannibal. Sono felice, che tu li abbia condivisi con me... Questa era una parte di te, che io non conoscevo... Credo che tu sia fortunato, ad averli... Tu eri... Circondato dall' amore, ne facevi parte. E questo, nessuno potrà mai strappartelo via.
L' amore che avevate l' uno per l' altra, è quello che ha permesso ad una parte di te di continuare a sopravvivere, a sperare, ad amare.
Non importa quanto piccola sia, o quanto nascosta possa sembrare... Vale la pena lottare, anche per una singola luce, in mezzo all' oscurità..."
"E se non fosse abbastanza forte? Se una sola luce non bastasse, per sconfiggere il buio?"
"Un solo uomo, può fare la differenza in una guerra. Una sola voce, può farsi sentire tra mille... Una sola luce, può riscaldare un' intera vita... Devi solo crederci..."
"Questa non è una favola, Will. Temo che non basti crederci, perchè funzioni davvero."
"Forse no. Ma finchè continueremo a farlo, ci sarà ancora speranza."
Ci guardiamo negli occhi, forse per la prima volta.
Completamente nudi, in ogni senso possibile, l' uno di fronte all' altro.
"Il mio cuore, è morto.... Will. L' ho seppellito molti hanni fà, insieme a lei.
Tutto ciò che ne è rimasto, tutto ciò che c'è ancora di buono in me... E' dentro questo carillon. Per questo voglio che lo abbia tu Will, voglio che tu lo custodisca..."
"Non posso farlo, è troppo importante per te... Un ricordo così prezioso, perchè vorresti darlo a me?"
"Perche cosi, qualunque cosa accada, la mia parte migliore sarà sempre accanto a te..."
Lo abbraccio con più forza, incastrando la testa sotto il suo incavo, mentre lui mi avvolge con tutto se stesso, anima e corpo.
"Va bene... lo farò. E ti prometto, che farò qualsiasi cosa, per proteggerlo. Perfino da te, se sarà necessario."
"Ti ringrazio, Will..." Così dicendo, appoggia la fronte contro la mia, restando ad occhi chiusi, respirando il mio respiro.
Mi bacia, ma è un bacio diverso, da tutti quelli che ho conosciuto...
Come se fosse un' altra persona.
Una che devo ancora scoprire...
E' timido, dolce, sincero, profondo...
Accarezzo il suo viso, ricambiando il suo bacio, mentre ci stringiamo l' un l' altro, sempre più forte, fino a diventare di nuovo una cosa sola.
Si sdraia sul letto, accompagnandomi accanto a lui, cingendomi tra le braccia, come se fossi la cosa più preziosa di questo mondo.
La musica ci culla dolcemente, guidandoci verso il sonno, mentre le stelle brillano su di noi.
Restiamo a guardarci negli occhi per un tempo lunghissimo, senza bisogno di parlare, o di fare nient' altro che perderci l' uno dentro l' altro.
"Chiudi gli occhi Will, dormi adesso... Dormi con me."
"Non ci riesco... Ho paura che... Svanisca tutto, una volta che mi sarò risvegliato."
Lui sorride, sfregando il viso sul mio.
"Sarò ancora qui con te domani, quando ti sveglierai. E' una promessa."
"E ti ricorderai di tutto quello che ci siamo detti questa notte? Non lo dimenticherai, non è vero?"
"Ricorderò ogni singola parola, Will... Ma se un giorno dovessi dimenticarle, spero che ci sarai tu a ricordarmele."
"Ci sarò... - Gli dico, passandogli delicatamente le dita sulla guancia - Io ci sarò, per te."
Lui mi bacia, chiudendo gli occhi insieme a me, fino a quando, mi addormento stremato, ancora con le labbra sulle sue.

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