Capitolo 17 - Misha tears

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CAPITOLO 17 - MISHA TEARS


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"Come fai a leggere nel mio sguardo
come attraverso una porta aperta?
Che ti guida giù verso la parte più profonda di me
dove sono diventata cosi insensibile.
senza un' anima"


Corro, corro nella neve alta, cercando qualcosa.
Corro, e sento le sue risate fare eco tra i boschi.
La vedo di spalle, così minuta e spensierata, i suoi biondi capelli mossi dal vento, le sue guance rosee ricoperte da piccoli fiocchi di neve.
Misha?
Continuo a correre dietro di lei, chiamandola, ma lei non si volta e continua a ridere.
D' improvviso cambia qualcosa, inizia ad urlare, ed i suoi vestiti colorati si macchiano di sangue.
Corre spaventata, scappando da me.
"Sono io Misha! Non correre, vieni da me!" Le dico.
Ma lei continua ad urlare terrorizzata, fuggendo via.
Inciampa in una radice, cadendo a terra, e resta lì a carponi nella neve alta, che piano piano inzia a ricoprirsi di piccole macchie rosse.
Finalmente la raggiungo, cerco di abbracciarla, ma lei si ritrae.
Piange, piange così forte che le orecchie mi fanno male.
"Perché? Perché hai paura di me, sorella cara?"
Lei alza lo sguardo verso di me, poi apre la sua giacca verde, ed ecco, lo vedo, in mezzo a quel piccolo petto, c' è conficcato un coltello.
Lo estraggo, e rimango lì a guardarlo, rigirandolo nelle mie mani.
Lei piange, piange così tanto.
Urla disperata, ancora e ancora, con gli occhi pieni di lacrime e le manine premute contro la ferita.
"Chi è stato? Chi è stato a farti questo?"
A quel punto lei alza lentamente il dito, puntandolo verso di me.
"No! Non potrei mai farti del male, non a te!"
Ma quando la guardo di nuovo, al suo posto c' è Will...
In ginocchio ai miei piedi, piange e si dispera.
"Perché Hannibal? Perché mi hai ucciso?" Chiede, tendendo la mano verso di me.
"Non l' ho fatto... Devi credermi Will! Io... Io ti..."
Lui chiude gli occhi, accasciandosi a terra e piangendo.
Piange così forte, che di nuovo le orecchie mi fanno male.
"Basta! Smettila Will!" Urlo io.
Ma lui continua, sempre più forte, tanto che le mie orecchie iniziano a sanguinare.
Un vento gelido s'alza d' improvviso, scagliandosi con furia su di me, portando con sé il pianto disperato di Will, che rimbomba in tutto il bosco.
Ed ecco Misha tra gli alberi, che punta il dito su di me, urlando disperata.
Mi sveglio di soprassalto, con il respiro affannato e la pelle ricoperta dal sudore freddo.
E' tutto buio, eppure, sento ancora quel pianto.
Mi alzo, e le mie gambe tremano. Stò ancora dormendo?
Percorro a piedi nudi il corridoio, vagando nell' oscurità, in cerca di qualcosa.
Da dove viene questo pianto? Perché non si ferma?
Arrivo nel salone, illuminato dai pallidi raggi della luna che filtrano attraverso la finestra.
Rannicchiato a terra, c' è Will.
La testa tra le gambe, le mani cingono la nuca, mentre piange sommessamente.
Per un momento mi chiedo se sia un sogno, così mi avvicino a lui, inginocchiandomi a terra.
Lentamente avvicino la mano incerta alla sua fronte, e quando la sfioro, mi accorgo che è reale.
"Will...?"
Lui alza la testa, guardandomi con gli occhi sommersi dalle lacrime.
"Che cosa mi hai fatto? Come ho fatto a diventare un mostro..."
Rimango in silenzio qualche momento, ritraendo la mano.
"Ogni volta che cerco di avvicinarmi a te, finisco per allontanarti ancora di più, e la colpa è solo mia.
Perche non riesco a smettere di farti del male?"
Ancora scosso dai singhiozzi, si avvicina piano a me, raggomitolandosi tra le mie braccia come un bambino.
Nessuno dei due dice nulla, forse perché ormai le parole hanno perso ogni significato.
Lo afferro con forza, prendendolo tra le mie braccia e sollevandolo da terra.
Lo riporto a letto, sdraiandomi accanto a lui.
Lentamente il suo respiro torna regolare, ed il viso rosso e bagnato dalle lacrime si scalda tra le mie mani.
Una parte di me, si odia per tutto questo. Perché distruggo pezzo per pezzo, l' unica persona che sia riuscita a guardare oltre la maschera, al vero me stesso?
Ma quella parte di me, giace nascosta sotto una fitta neve, sepolta da decine e decine di corpi mutilati, sfigurati, orrendamente distorti, e ormai il loro sangue ha lordato ogni brandello della mia carne.
Non posso dire che mi dispiaccia, ne che io sia pentito. E' la mia natura, uccidere.
Forse il lupo si sente in colpa, quando uccide e divora le sue vittime? No.
Eppure... Eppure, vorrei proteggere Will, da me stesso.
Lui mi guarda, in cerca un conforto che non so' dargli.
"Dormi adesso... Va tutto bene." Gli dico, accarezzandogli il viso.
Ma subito ritraggo la mano. Da quando sono diventato così debole?
"Non voglio dormire... Il mattino arriverà presto, portando con se nuovi orrori... Voglio restare qui con te nell' oscurità..."
"Parli come se temessi il giungere del mattino..."
Non risponde, eppure, avverto un' impercettibile paura nei suoi occhi.
Lui mi bacia lentamente, stringendosi più forte a me.
Eppure, i suoi baci hanno qualcosa di diverso, qualcosa che non so' spiegare.
Mi avvinghia con il suo corpo, mordendo le mie labbra, spogliandomi affannosamente.
Afferra il mio membro, sfregandolo ritmicamente contro il suo.
Le sue mani accarezzano il mio petto, la sua lingua si muove sul mio collo.
Si siede a cavalcioni su di me, e sussurra:
"Prendimi Hannibal, adesso! Voglio sentirti..."
C' è qualcosa che non và, lo avverto con chiarezza.
Come se una forza invisibile e potente, stesse arrivando per separarci.
Entro in lui con prepotenza, aprendolo e plasmandolo al mio corpo, facendolo mio tra i suoi gemiti strozzati.
Lui afferra i miei capelli, stringendoli con forza, graffiando la mia schiena.
Mi bacia con passione, dimenandosi sopra di me come un animale selvaggio.
Perché più ti avvicini a me, più sento che ti stai allontanando?
Come l' acqua, che scivola via dalle dita, così sei tu.
L' estasi arriva per entrambi con furia, scariche di piacere che ci attraversano il corpo.
Per qualche istante, rimaniamo avvinghiati, con le bocche appoggiante una contro l' altra, ansimanti.
Poi, stanchi ed ancora scossi dai tremiti del piacere, ci sdraiamo.
La sua schiena contro il mio petto, che sale e scende seguendo il respiro affannoso.
Le sue mani prendono le mie, e le cingono intorno alla sua vita.
"C' è qualcosa che vorresti dirmi, Will?"
"Ci sono molte cose che vorrei dirti, ma non trovo la forza per farlo... E temo che ormai, sia troppo tardi."
"Troppo tardi per cosa...?"
"Per cambiare il corso degli eventi. L' hai detto tu stesso, che non si può mutare la natura umana. Un lupo non sarà mai un cerbiatto, e un agnello... Non sarà mai un leone."
"Tuttavia, se l' agnello affilerà i suoi denti ed i suoi artigli, potrà combattere accanto al leone."
"O farsi divorare da lui."
Mi addormento tra mille domande a cui non so' dare una risposta, ma di una cosa sono certo, se qualcosa, o qualcuno, arriverà per separarci, io mi farò trovare pronto.


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Il giorno arriva lesto, svegliandoci dai nostri cupi sogni.
Con un bacio, Will mi saluta.
Mi dice che deve andare dai suoi randagi e poi al lavoro, che ci vedremo presto.
Non lascio trapelare i miei dubbi, e ricambiando il bacio, gli auguro una buona giornata.
Esce dalla porta, fermandosi un momento a guardarmi malinconico, prima di scomparire.
Cosa mi nascondi Will? Cosa hai fatto?
Mi metto in viaggio, percorrendo le strade silenziose, le colline innevate, le valli ghiacciate sulle quali vegliano oscuri alberi addormentati.
Quando finalmente arrivo, lei mi corre incontro abbracciandomi.
Sorride radiosa, sistemandomi la cravatta e togliendomi i fiocchi di neve dalle spalle, come una figlia premurosa.
"Will ha bisogno di noi... Temo che si stia perdendo nell' oscurità, e che il peso della sua coscienza, finirà per schiacciarlo. Devi aiutarmi Abigail, per il bene che gli vuoi. Forse tu potrai essere il faro che illumina la via del ritorno a casa. Lo farai per me? Per noi?"
"Si... Sai che farei qualunque cosa per lui. Devi solo dirmi cosa devo fare, padre."


"il mio spirito dorme da qualche parte al freddo
finchè tu non lo trovi e lo riporti a casa.
Riportami alla vita
sono congelata dentro senza il tuo tocco,
solo tu sei la vita in mezzo alla morte"

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