Capitolo 2 - Hurricane

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CAPITOLO 2 - HURRICANE


Due volte nella mia vita, mi è capitato di vedere un uragano

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Due volte nella mia vita, mi è capitato di vedere un uragano.
La prima volta accadde quando ero piccolo, in Louisiana, dai miei nonni materni.
Giocavo in giardino quando mio nonno corse fuori a prendermi.
Una sirena cominciò a suonare, così forte che pensai che anche gli angeli potessero sentirla.
In braccio a mio nonno, con il mio soldatino in mano, vidi da lontano l' inquetante ombra scura, avvicinarsi a noi.
Era così alta da arrivare fino alle nuvole...
Distruggeva tutto ciò che toccava, riducendolo in polvere.
Le persone urlavano e correvano, cercavano riparo.
Io lo trovavo affascinante. Una spietata, bellissima, forza della natura.
Continuai a guardarlo finchè mio nonno non mi portò in cantina, stringendomi forte.
Stretti l' uno contro l' altro, ascoltavamo l' urlo dell' uragano, pregando.
Quando passò sopra di noi, tutta la stanza tremò.
Gli scaffali crollarono, la terra sotto di noi scalpitava, la porta della cantina sbatteva come se dovesse aprirsi da un momento all' altro.
Credevo che sarebbe stata la fine.
Nonna piangeva, baciando le mie guance.
Qualunque cosa succeda, ricorda sempre che ti abbiamo amato Will. Non ti arrendere, vai sempre avanti. Cerca la forza dentro di te, quando tutto intorno diventa oscuro.
Furono le ultime parole che mi disse, prima che la porta della cantina si aprisse.
Ebbe solo la forza di scaraventarmi dietro il tavolo, prima di essere risucchiata via.
Il nonno provò ad afferrarla, ma la sua mano scivolò lontano dalla sua, finchè anche lui, fu portato via dalla furia dell' uragano.
Credevo che sarei volato via anche io, che quell' ombra mi avrebbe inghiottito.
Per un momento pensai di lasciarmi andare, aprire le braccia e andare incontro all' oscurità.
Poi però pensai alle parole della nonna, a quanto coraggio ci fosse sul suo viso.
Mi aggrappai con tutte le mie forze alla gamba di quel tavolo, urlando e piangendo.
Poi tutto divenne buio.
Quando mi risvegliai, la tempesta era passata.
Dietro di lei, solo macerie.
La casa nella quale ero cresciuto, era scomparsa nel nulla.
Camminai a piedi nudi su ciò che restava di essa: Legno e polvere.
I ricordi di una vita sparsi al vento.
Vidi il corpo della nonna accanto ad un albero, immobile.
Corsi da lei, cercai di svegliarla, ma lei giaceva senza vita tra le mie piccole mani.
Sembrava in pace... Come se stesse solo dormendo.
Mi rannicchiai accanto a lei, poi chiusi gli occhi.
Lentamente, dal buio inziò a farsi strada un immagine nella mia mente...
Vidi il fiume vicino a casa nostra, dove il nonno mi portava a pescare.
Pensai al calore del sole sul viso, al fruscio delle foglie, al rumore dell' acqua che scorreva intorno a me.
Pensai alle sue mani forti sopra le mie che reggevano la mia canna da pesca, alla sua voce calma e rassicurante.
Provai una sensazione di pace che mi avvolse completamente, come una coperta in una notte fredda.
Tutto il dolore e la paura svanirono... Rimase solo la quiete del torrente.
La seconda volta che vidi un uragano, non assomigliava a quell' ombra scura e imponente che devastò le campagne della Louisiana.
Eppure, anche lui distruggeva tutto ciò che toccava.
Sorrideva, aveva una voce suadente e modi gentili.
Era elegante, raffinato, intelligente, profondo.
Tuttavia dentro di me, sentivo suonare quella sirena in lontananza.
Sentivo quell' ombra gelida avvicinarsi a me, pronta a distruggermi.
Ma a differenza della forza brutale sprigionata dalla natura, questa nuova ombra era astuta e sadica, preparava il suo piano nei minimi dettagli, aspettando il momento giusto per colpire.
Nonostante la loro differenza nell' aspetto e nel modo di agire, quello che lasciarono dopo il loro arrivo fu lo stesso.
Morte e distruzione.
Ricordi sparsi nel vento, dolore, paura.
Solo che questa volta non ero più un bambino.
Non mi sarei rannicchiato accanto ad uno spettro.
Non avrei chiuso gli occhi.
Avrei continuato a combattere, cercando la forza dentro di me.
Anche quando credevo di non averne più.
Così lottai, contro la furia ed il sangue...
Persi.
Impazzii.
Mi rialzai.
Continuai a combattere.
E questa volta, ero sicuro che avrei vinto.
L' uragano non mi avrebbe distrutto questa volta, sarei stato io a distruggere lui.
O almeno, così pensavo.
Scoprii ben presto che non era facile distruggere Hannibal Lecter.
E cosa ben peggiore, scoprii che la bellezza dell' uragano era affascinante come la prima volta...
A volte mi perdevo semplicemente ad osservarlo.
La delicatezza delle sue mani quando disegnava, la pacatezza dei suoi gesti, il profumo della sua pelle.
Quel lontano luccichio nei suoi occhi, quando si specchiava nei miei.
Erano momenti i nostri, che sembravano frutto di un sogno.
Come se una volta entrato in quella stanza, non esistessero più lo spazio ed il tempo.
Solo le nostre anime irrequete, che scalpitavano dietro la maschera che portiamo.
Sempre di più, sempre più forte, finchè il rumore assordante dei nostri cuori che battono all' unisono, copre il silenzio della neve che cade.

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