Svegliato

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"Come hai fatto?" chiedo a mio cugino.

"Lydia, non voglio mentirti. Io so più cose di quanto sembra ma devi promettere che non lo dirai a nessuno" spiega.

Mentre parla riesco solo a guardarlo negli occhi.

Quegli occhi. Dove gli ho già visti?

"In che senso?" riesco poi a dire.

"Non importa, basta che ciò che hai visto sarà un nostro segreto. Promettimi solo questo" mi supplica.

La mia mente è così incasinata.

"Lo prometto" rispondo seria.

Sforza un sorriso; "aiutami a distenderlo nel letto"cambia argomento.

Comincio a pensare che in lui ci sia qualcosa di strano.

Annuisco e lo portiamo in camera sua.

Dopo poco tempo Luca se ne va, mentre io resto affianco a Stiles, seduta sul suo letto, ad aspettare il suo risveglio.

La restante serata passa tranquillamente, ovviamente senza contare tutte le domande che mi hanno fatto.

A quanto pare Malia, per farli uscire, aveva detto al branco che probabilmente Stiles era nel bosco.

Hanno sprecato un mucchio di tempo per cercarlo inutilmente e quando hanno scoperto che era a casa sua tutti sono rimasti sbalorditi.

Non facevano altro che chiederci cosa fosse successo, e ho dovuto dire loro che Stiles ed io abbiamo litigato.

Ora pensano che sia una pazza per aver fatto preoccupare tutti e mandato via senza dire come stavano realmente i fatti, ma almeno non sanno che forse mi ha sentito parlare della sua morte.

Credo che sapere questo sia meglio per tutti.

Ora il problema è che ho seriamente paura di aver fatto scoprire tutto a Stiles.

Spero solo che non abbia sentito il discorso mio e di Malia, anche se per aver avuto un attacco di panico un motivo ci sarà.

Comunque sia, penso proprio che ora sia il momento di andare a casa. Suo padre dovrebbe arrivare a momenti.

Mi alzo dal letto ma Stiles mi prende improvvisamente la mano, fermandomi.

"Resta" sussurra.

Involontariamente un sorriso si forma tra le mie labbra.

Non credevo fosse sveglio e ancor meno che mi volesse affianco.

Vorrei gettarmi tra le sue braccia e fare quello che ha chiesto, ma non posso restare.

"Dovrei proprio andare" dico controvoglia.

Sinceramente preferirei restare con lui, ma non saprei che rispondere se mi facesse delle domande. Odio mentire.

Stiles mugula qualcosa e si mette seduto, appoggiando la schiena contro il muro.

POV STILES

Credevo di aver fatto un sogno stranissimo: ho sentito dire che sarei morto, mi è venuto un attacco di panico, Lydia ha cercato di calmarmi e poi una persona a me del tutto sconosciuta è riuscito a farmelo passare.

Ma quando mi sono ritrovato nel letto con la ragazza biondo fragola ho capito che non era un sogno.

Io morirò per davvero.

Ho tantissime domande da farle.

Come mai la porta era sfondata?

Come ha fatto il ragazzo affianco a lei a calmarmi?

Perché sono svenuto?

So che lei si inventerà tutto, perciò non lo chiedo neanche, e poi non ho voglia di confondermi ancora di più.

C'è una domanda però alla quale voglio una risposta: è vero che morirò?

Ovviamente non chiedo neanche questa, ma sarebbe carino vedere cosa riuscirebbe ad inventarsi.

"Io..." tento di chiederlo ma qualcosa mi ferma.

La mia paura. Sì, ho un sacco di paura.

Paura di aver capito bene, paura di metterla a disagio, paura di rassegnarmi, paura di passare il resto della mia vita a preoccuparmi se presto morirò o meno...

Paura che possa succedere realmente.

Forse non parlarne mi eviterà il problema.

"Si?" chiede confusa, dato che non ho finito la frase.

Basta, devo prendere coraggio e domandare una volta per tutte.

"Beh, io... vorrei sapere se è vero che... che..."

Sospiro.

Non posso farcela.

Si, invece.

Si, sicuramente sí.

O forse no.

No dai, è facile: devo solo farle una stupida domanda.

"Che...?" chiede ufficialmente confusa.

"Che ho avuto un attacco di panico!" strillo infine.

Che domanda ho appena fatto?

'Sono un idiota' mi ripeto mentalmente.

Che figura: non mi è venuto in mente altro in quel momento.

Una chiamata per Lydia ci distrae dai pensieri.

"Pronto?" risponde la ragazza dagli occhi verdi.

Dopo aver parlato per un po' di cose che non ho capito, poiché dava risposta tipo "okay", "si" e "d'accordo" finalmente attacca.

"Devo andare, i miei si stanno preoccupando" spiega.

"Va bene... a domani allora" bisbiglio.

Lei annuisce ed io rimango incantato nel vedere i suoi bellissimi capelli che ricadono dolcemente sulle spalle.

Le sue labbra mimano un altro piccolo sorriso, per poi socchiudersi nuovamente per rispondere.

"A domani" dice uscendo dalla mia stanza e chiudendosi la porta alle spalle.

Per un po' di tempo rimango come incantato da così tanto splendore.

Non riesco più a parlare, almeno fino a quando non ripenso alla mia 'splendida figura'.

"Bravo Stiles. È importante chiedere se ho davvero avuto un attacco di panico" dico sarcastico.

Sbuffo.

"Ecco, ora parlo pure da solo" mi ridico, rendendomi conto troppo tardi che dicendo così l'ho rifatto ancora.

Bene. La giornata non poteva andare meglio...

Don't leave me - Stydia (In pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora