Grazie a Stiles ho fatto un gran colpo con i miei parenti italiani.
Tutti mi hanno fatto i complimenti per come ho cucinato e, devo ammetterlo, non li avrei mai ricevuti se non mi avesse aiutato.
Se devo essere sincera non ricordavo neppure di avere dei cugini così simpatici, soprattutto Luca.
Lui è della mia età e, se non fosse mio cugino ed io ritornassi la persona di una volta, ci proverei con lui.
È come il ragazzo perfetto: occhi azzurri, capelli biondi, fisico da urlo e pure simpatico.
Sono contentissima di averlo come membro della mia famiglia.
Sfortunatamente però tra poco dovrò andare a scuola e ho il terrore di rivedere Stiles.
Ora che sa che sento queste voci potrà benissimo dirlo a Scott, il quale si preoccuperebbe un mondo.
Abbiamo già il problema di quell'omega con la maschera viola, non c'è motivo di aggiungerne un altro.
Posso cavarmela da sola.
Dopo essermi preparata prendo le mie cose ed esco, pronta per un altro giorno di studio.
Proprio così. Solamente studio e amici, nient'altro.
Oggi non ci sarà nessun evento paranormale.
Entro in macchina e in poco tempo raggiungo la scuola.
Nell'entrata mi imbatto però in un ragazzo, che fa cadere il mio zainetto ed il suo contenuto.
"Scusa" dice una voce metallica e instintivamente alzo gli occhi dai libri caduti che mi stavo prestando a raccogliere.
Ha una maschera viola.
Da come Scott lo ha descritto, assomiglia all'uomo in viola...
È assolutamente come lo immaginavo, forse un po' più carino.
"Sei tu!" esclamo ansiosa.
"Esatto. Sapevo che avresti detto così" dice ridendo, prima di svanire all'improvviso.
"Ma..." sussurro.
Com'è possibile? Fino ad un secondo fa era accanto a me!
"Lydia, stai bene?" chiede qualcuno cui riconosco benissimo la voce: Stiles.
Non rispondo, ancora scioccata di ciò che ho appena visto.
Il moro si china davanti a me e raccoglie i miei libri sparsi a terra.
"Lyds?" continua passando una mano davanti ai miei occhi.
"Si, sto alla grande" mento.
"Si vede" aggiunge sarcasticamente.
"Comunque, se lo vuoi sapere, non ho detto a nessuno delle voci. Solo perché lo dovrai fare tu" sorride mentre camminiamo verso l'aula.
Annuisco leggermente, rendendomi conto che se qualcuno morirà lo dovranno sapere.
Beh, per fortuna non ha capito chi ho visto, anche se so che glielo devo dire.
Se non ha detto a nessuno delle voci che ho sentito significa che sa mantenere qualsiasi segreto, sebbene credo proprio che questo non dovrà essere tale.
È una faccenda importante ed io devo avvisare tutto il branco di averlo incontrato qua.
Proseguiamo in silenzio verso l'aula.
Vorrei tanto tirare fuori un argomento per parlare con lui, ma in questo momento riesco solo a pensare all'incontro inaspettato.
Perché era lì? Ci stava spiando?
"Oggi sei di poche parole" dice il ragazzo dagli occhi color nocciola.
Credo che si sia accorto che qualcosa non va.
"Forse... ho solo bisogno di dormire. Sono dostrutta" mento.
Non ho affatto voglia di farlo preoccupare, di nuovo.
"Sarà. Ricorda che puoi dirmi sempre tutto" dice ed io non posso far altro che sorridere.
Non so perché, ma lui riesce sempre a rassicurarmi e farmi sentire al sicuro.
Il suono della campanella ci fa capire che è ora di darci una mossa e, dato che siamo già in ritardo, arriviamo in classe correndo.
"Scusi" esclama Stiles con il fiatone una volta entrati.
"Che sia l'ultima volta. Sedetevi" replica il professore di storia.
Obbediamo e, quando mi siedo nel mio posto, noto Malia che mi fulmina con lo sguardo.
"Che stavate facendo?" mi chiede a bassa voce.
"Mi sono caduti i libri" rispondo.
"E lui?".
"Mi stava aiutando a raccoglierli" spiego e la castana si gira di scatto, senza più rivolgermi parola.
Ho fatto qualcosa di male?
La lezione prosegue lentamente e credo di essere l'unica attenta.
Almeno finché non crollo, stanca morta, nel banco.
Solitamente non mi addormento mai a scuola, ma ora non riesco a fare altrimenti.
Ho davvero bisogno di riprendere l'energie.
Dopo poco tempo però, un gran tonfo mi sveglia.
Mi guardo attorno per capire chi possa aver fatto questo frastuono.
"Non ti ho mai visto dormire in classe" ride
Stiles seduto per terra.Sposto lo sguardo da lui alla sua sedia, anch'essa rovesciata sul pavimento.
Lo guardo non capendo che cosa possa aver fatto.
"Sono caduto... ma per te" spiega sussurrando, in modo tale che solo io riesca a sentire.
Non capisco ancora.
Perché dovrebbe essere caduto per me?
"Era l'unico modo per farti svegliare!" grida facendomi l'occhiolino.
Fortunatamente il prof stava scrivendo alla lavagna ed era così concentrato da non sentire la caduta.
Ma, ovviamente, Stiles ha dovuto urlare, perciò si è girato e se ne è accorto.
"Stilinski!" grida il professore e instintivamente scoppio a ridere, un po' come tutta la classe.
N/A
Come ho già detto mi serviva un po' di tempo per mettermi in chiaro le idee, ma sono stata brava e non vi ho fatto aspettare molto!Grazie di nuovo a tutti voi che commentate o semplicemente leggete la mia storia
Alla prossima!
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Don't leave me - Stydia (In pausa)
Hayran KurguDovevo ascoltare le voci. Mi hanno avvertita per tutto questo tempo ed io cercavo solo di farle smettere. Invece mi volevano aiutare. Ma ora lui è qui, a fin di vita, e non posso farci nulla. "Ti prego no...Non lasciarmi" dico tra le lacrime, ma or...