Morte

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"Noo!" ringhia Malia.

Con un tonfo, Parrish cade a terra.

Vedo il sangue color cremisi sgorgare dalla ferita e dalla bocca.

Sta muorendo.

È come se il mondo mi stesse crollando addosso, stritolandomi il cuore.

Velocemente corro verso lui e prendo tra le braccia il suo corpo tremante.

"Parrish!" strillo in preda al panico.

"Parrish!" urlo ancora, muovendolo lievemente.

Non può morire. Non così.

Stringo forte la sua camicia, come se fosse l'ultima cosa alla quale posso aggrapparmi.

"Parrish..." ripeto, questa volta con un sibilo.

Devo fare immediatamente qualcosa. Ci sarà un modo per salvarlo.

Non può essere troppo tardi.

Il vice sceriffo finalmente riesce a dire una parola, anche se piccola e udibile a malapena.

"Lydia..."

"Resisti... ce la farai" cerco di incitarlo.

"Malia, vai a chiamare aiuto!" grido girandomi poi di scatto verso lei.

So che Luca potrebbe benissimo impedirglielo, ma non importa.

Devo almeno tentare.

Però lei non si muove. E, nel profondo, so anch'io il perché.

Non si può far nulla, oramai.

È finita.

No. Non Parrish. Chiunque, ma non lui.

Le lacrime ormai scendono copiose sul mio volto. Non riesco più a fermarle.

Lui è troppo importante per perderlo.

"Lydia..." sussurra.

Lo guardo negli occhi.

Sono così magnifici da sprofondarci.

"Sei la persona più... più intelligente che... io abbia mai conosciuto." dice.

Un colpo di tosse gli scuote i polmoni, facendogli sputare sangue.

"Troverai una via d'uscita" dice con le sue ultime forze.

No. Questo non può essere un addio.

"La troverò. E tu verrai con me" affermo piangendo, ma cercando di mostrarmi più determinata possibile.

Ma non riesco, non ora.

Lo sto perdendo: è impossibile esserlo.

Lui fa un piccolo sorriso, il suo ULTIMO sorriso.

Solo ora mi accorgo di quanto sia bello.

Ogni suo lineamento è perfetto: dagli occhi alle labbra, agli zigomi...

È come se tutto il mondo si fosse rallentato. Solo per un attimo.

Solo per riuscire a contemplare tutto il suo splendore.

È strano. Così magnifico da essere inquietante.

Instintivamente un piccolo sorriso si fa spazio sul mio volto, ma scompare senza troppi problemi.

"Devi saperlo, non te l'ho mai detto" boccheggia.

Cosa? C'è ancora un'altra cosa di cui sono ignara?

"Io... io ti..." dice con la sue ultime forze.

"Io ti am... a..."

Non finisce la frase. Gli occhi si chiudono, il corpo si affloscia.

Esala l'ultimo respiro ed io rimango lì a fissarlo.

A fissare il suo cadavere.

Cosa voleva dirmi?

In men che non si dica qualcosa si smuove dentro di me.

Comincia in basso, nel profondo del petto.

Rabbia. Desiderio di vendetta.

Odio.

Qualcosa di oscuro e terribile. Poi esplode, dirompendo dai polmoni.

Lascio andare il corpo del vice sceriffo e mi alzo tremando.

E poi, all'improvviso, quel qualcosa esce fuori.

Qualcosa che da il via al mio peggior incubo.

Un urlo da banshee, ovvero la creatura che predice le morti.

La sua morte.

E fa male. Troppo male.

Ma devo ammettere che è bizzarro: dopotutto, è solo una delle innumerevoli morti avvenute in questa strana città.

Ormai non è più un fatto nuovo per me.

La mia migliore amica è morta già da tempo. E così il mio ex ragazzo.

Pensavo che, dopo quel giorno, non avrei più sofferto così.

Ma mi sbagliavo.

Ora c'è un'altra morte da digerire.

E questa volta ero presente in quel fatidico momento.

Ho visto i suoi occhi perdere la vita.

Ho visto l'anima che si liberava dal suo corpo.

Ho visto la pallottola attraversargli il petto.

E qual è la parte buffa? Sì, c'è persino la parte buffa.

Si tratta che l'assassino è un mio parente. Mio cugino, per la precisione.

Non posso ancora crederci di aver davvero pensato che fosse dalla nostra parte.

Beh, non posso dare tutta la colpa a lui: sono stata io a lasciar venire con me Parrish. IO.

Vorrei urlare, strillare, picchiare sfogarmi... o, meglio, uccidere l'artefice di questa schifezza.

Ma la scena così straziante cui ho appena assistito mi toglie tutte le parole di bocca.

Le ultime parole del vice sceriffo mi invadono la mente.

Credo proprio che non le dimenticherò mai.

Peccato che non ho potuto passare più tempo con lui.

Sono certa che se solo avessimo avuto un po' più tempo si sarebbe potuta costruire un'importante amicizia.

E di questa cosa me ne pento amaramente.

"Mi dispiace" dice poi Luca.

'Mi dispiace'? Sono queste l'uniche parole che concede?

Solo delle stupide scuse di circostanza?

No. Non lo perdonerò mai.

"Sei un mostro!" grida Malia con gli occhi lucidi.

Lui si limita a tenere la testa bassa.

E quando finalmente si degna a spiaccicare delle parole, dice qualcosa di assolutamente folle.

"Febris, ne moreris!"

N/A
Bentornati! Come vi sembra questo capitolo?

Devo ammettere che è stata davvero una faticaccia: non sono molto brava a descrivere queste scene

Perciò spero che vi sia piaciuto e, soprattutto, che non mi ammazziate!

Alla prossima

Don't leave me - Stydia (In pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora