capitolo 12º

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L'infausto episodio della sorella di Gabriel rimase fortunatamente un caso isolato, Cami non sapeva però che la madre di Gabriel chiamava ogni sera per avere notizie su di lei.
D'altra parte non è che lei e Gabriel comunicassero poi tanto, avevano scambiato quattro parole quando lui le aveva dato il suo primo stipendio e non aveva voluto sentire ragioni quando Cami si era lamentata che erano troppi per quello che faceva. E poi ogni tanto parlavano sul tempo ,sulle candele dei tavoli ,sulla nuova fortunata riapertura di Stanton, nessuno dei due tirava mai in ballo la storia del fidanzamento.
Comunque Cami non ci badava neanche più, era in arrivo il suo compleanno e voleva fare una piccola festicciola tra i pochi conoscenti che aveva lì a New York,voleva solo invitarli per ringraziarli della gentilezza avuta nei suoi confronti, non avrebbe detto a nessuno che compiva gli anni. Certo doveva trovare il giorno adatto, perché Greg chiudeva un giorno e Gabriel un altro,ma a quello avrebbe pensato dopo.
Stava seduta a chiacchierare con Jake quando entrò il dottor Carl.
"Dottor Carl che piacere vederla. Come mai da queste parti?" Chiese con la sua innata educazione, anche se con il dottore non gli veniva difficile, gli era molto grata per averla salvata da morte certa per ipotermia.
"Ciao Cami, Jake. Sono passato a visitare la signorina O'Brian in fondo all'isolato . Quella donna ha ottantanni e crede ancora di averne venti ed è fissata con le malattie,quindi ogni due per tre mi chiama per venire a visitarla perché non vuole morire giovane. Pff!"
Si lamentò il dottore in risposta sedendosi su uno sgabello e allentando la cravatta.
"Dato che mi trovavo da queste parti ho pensato 'vado a prendere un caffè con il migliore dei miei pazienti', quel ragazzo sta sempre bene non lo vedo mai al mio studio! Piuttosto dov'è?" .
Era passato per bere un caffè con Gabriel ma lui non c'era ,era uscito per sbrigare delle commissioni e poi passare in banca.
"Gabriel non c'è aveva da fare. Ma se vuole dottor Crawford il caffè lo può bere con noi." rispose Jake.
Naturalmente non se lo fece ripetere due volte.
"Allora Cami che mi racconti? Sei stata meglio con le compresse per il mal di stomaco che ti ho mandato?" le chiese zuccherando abbondantemente il caffè.
Cami lo guardò come se fosse impazzito,lei non aveva mai avuto mal di stomaco.
"Dottor Carl io non ho mai sofferto di mal di stomaco." rispose guardando prima lui e poi Jake.
"Scusa ma quella sera che sono venuto con dei colleghi ricordi? C'era anche Oliver Maxwell quel giovane che ti stava facendo la corte,lui fa praticantato da me e devo dire che è piuttosto bravo. Quella sera non sei più venuta in sala e Gabriel mi disse che avevi mal di stomaco e gli diedi delle compresse che porto sempre con me in borsa. " le spiegò il dottore stranito e ignaro della bomba che stava per esplodere.
In quel momento Gabriel rientrò e non fece in tempo a salutare il dottore che la furia degli elementi si abbattè su di lui.
"Tu !Ringrazia Dio che non ho coltelli a tiro e inizia a trovare una scusa plausibile che giustifichi un mal di stomaco che non ho mai avuto!"
Gli intimò bruciandolo con lo sguardo.
"Merda! Senti Cami posso spiegarti tutto,solo non devi arrabbiarti." Tentava di rabbonirla ma Cami era furiosa.
"Oh davvero? E sentiamo quale altra scusa mi propinerai per tenermi ancora seduta su quel dannato sgabello a non fare nulla?" Dire che era arrabbiata era un eufemismo.
"Io andrei ,sono in ritardo. Jake ti serve un passaggio?" Il dottore se la stava squagliando ,l'aria era troppo carica,sarebbe bastata una scintilla per far esplodere tutto ,Jake se ne stava andando con lui quando a Cami venne in mente lo stipendio.
"Un momento, Jake quanto percepisci di stipendio?" gli chiese senza distogliere lo sguardo da Gabriel.
Quando Jake rispose fece una smorfia di disgusto ,le aveva dato la medesima somma nonostante lei gli avesse chiesto quanto gli doveva per l'affitto e lui le aveva risposto che aveva già trattenuto la quota .
"Jake tu e Helen potreste ospitarmi per stanotte?" chiese all'uomo con aria stanca.
"Certo non c'è problema. Ti aspetto fuori ok?"
Rimasero soli nel locale a fissarsi .
Poi Cami si girò e scese giù per andare a raccogliere le sue cose.
Credeva che lui era diverso dagli altri, credeva che finalmente le cose stavano andando per il meglio,credeva ... cosa credeva? Si maledì mentalmente per aver creduto che la vita a volte ti sorride e ti ricompensa per ciò che ti ha tolto. Stronzate!
Con gli occhi pieni di lacrime raccolse le poche cose che aveva e le mise nello zaino ,poi recuperò tutti gli stampi e le teglie che aveva comprato e le mise nella grande busta in cui aveva sistemato i pochi irrisori indumenti che aveva. Lasciò le chiavi sul tavolo e anche i soldi dello stipendio ,lei non era una mantenuta e mai lo sarebbe diventata. Chiuse la porta di comunicazione e passò accanto a Gabriel a testa alta.
"Cami aspetta lasciami spiegare" la pregò.
Ma non lo fece spiegare ne si fermò ad ascoltare quello che aveva da dire,salì le scale e se ne andò.
Mentre passava il telefono prese a squillare ,vedendo che Gabriel non rispondeva sbuffò ,si asciugò gli occhi e alzò il ricevitore.
"Gold Symphony buongiorno ,in cosa possiamo essere utili?" ormai aveva imparato a memoria cosa doveva dire.
Dall'altro capo del filo una voce squillante la fece sobbalzare.
Era la madre di Gabriel che esultava perché finalmente riusciva a parlare con la fidanzata di suo figlio.
Cami fu piuttosto brusca e le disse che non c'era alcuna fidanzata, poi riattaccò e andò via dal locale e da Gabriel.
Salì in auto con Jake e sperò di non subire interrogatori da parte sua,non sarebbe riuscita a rispondere senza piangere.
Gabriel fissò le scale per parecchio tempo ,lo squillo insistente del telefono lo destò dallo stato catatonico in cui era.
Sua sorella lo assalì di rimproveri ,la madre si era sentita in colpa per Cami e adesso non la smetteva di piangere.
Dovette subire in silenzio tutti gli insulti che la sorella gli rivolse perché, senza che lei sapesse il motivo reale ,li meritava tutti.
Avrebbe dovuto essere sincero con lei e dirle che si era comportato in quel modo solo per difenderla dai tipi come Maxwell, avrebbe dovuto dirle che la teneva in cucina perché non voleva che altri la importunassero ,avrebbe dovuto dirle che non voleva niente per l'affitto perché era contento che ci stesse lei tra quelle mura.
Quando finalmente poté riattaccare andò a cercare qualcosa che gli servisse da scusa per cercarla ancora e parlare con lei.
Purtroppo quando entrò nel monolocale restò basito ,aveva lasciato le chiavi e anche i soldi, non ebbe bisogno di contarli,sapeva che non avrebbe preso neanche un centesimo.
Si passò le mani nei capelli e si maledì ancora e ancora.
Ma non si sarebbe lasciato scoraggiare, l'avrebbe cercata da Jake ,doveva spiegarle tutto, non poteva lasciarla andare così.
Chiamò da Jake e ovviamente Helen che già l'aveva messo in guardia gli chiuse il telefono in faccia.
Doveva andare direttamente là ,se aveva capito qualcosa di Cami era che odiava pesare sulla gente quindi non sarebbe rimasta a lungo da Jake e Helen.
Quando arrivò davanti al villino appena fuori New York dovette prendere coraggio, si aspettava una buona dose di rimproveri anche da Helen .
Non mise neanche l'indice sul campanello che la porta si spalancò e una furiosa Helen lo investì di insulti.
"Helen lascia perdere non sono affari tuoi." Il marito la esortò a smetterla.
"Ti sbagli Jake, sono affari miei dato che gli avevo gentilmente chiesto di non farla soffrire e lui l'ha distrutta. Con chi pensavi di avere a che fare sentiamo? Credevi che fosse Roxanne? Bhe ti sbagli lei è sensibile e dolce e soprattutto non vuole i tuoi soldi!"
Era come una leonessa che difende i suoi cuccioli ,se ne stava li sull'uscio e non lo faceva passare ne tantomeno parlare.
"Helen posso spiegarti"
"Stronzate Gab,non devi spiegare a me ma a lei. E lei non vuole assolutamente vederti. Ma cosa avete voi uomini in quella testa? Ti rendi conto che se non ci fossimo stati noi a quest'ora non avresti la minima idea di dove trovarla? "
Helen era un fiume in piena e a nulla serviva che Jake tentasse di calmarla.
"Posso parlare con lei? Credo che a lei devo spiegare non a te!" rispose brusco.
Era stanco di ricevere solo rimproveri, non aveva fatto niente in fondo.
"No è vero ,hai ragione non devi spiegare a me. Ma purtroppo per te lei non vuole vederti. Quindi puoi tornare da dove sei venuto."
Gabriel incassò il colpo ,sapeva che Cami era un osso duro ma con Helen a fare la guardia sarebbe stato praticamente impossibile riuscire a parlarle.
Diede a Jake i soldi di Cami e se ne andò.
Quei dannati soldi fecero la spola tra il Gold e casa di Jake ,ogni volta che Gabriel li mandava con Jake ,Cami li rispediva indietro sempre con Jake.
Aveva provato a chiamarla a casa ma Helen si era presa un po di giorni per mitigare l'ira di Cami e quindi riceveva sempre la stessa risposta 'va al diavolo'.
La storia andò avanti finché i soldi ancora una volta tornati a casa con Jake furono motivo di discordia tra i due ,Cami si sentì in colpa, non voleva che litigassero per lei ,già l'avevano ospitata per più di un giorno ,così li prese con l'intenzione di andare lei stessa a riportarli a Gabriel.
E fu proprio quello che fece.
Quando entrò nel ristorante fu assalita da un senso di protezione e sicurezza, lì tra quelle mura si sentiva a casa.
Jake prese posto dietro al bancone e lei scese giù ad affrontare Gabriel.
Lo trovò intento a scrivere la lista della spesa, non si accorse nemmeno della sua presenza.
"Questi sono tuoi" disse appoggiando i soldi sul banco.
Ma non fece in tempo a ritirare la mano che Gabriel che sembrava non l'avesse sentita i realtà stava aspettando che lei si avvicinasse, la prese con una morsa stretta.
"Ora non scappi. Devi ascoltarmi." le disse alzandosi dallo sgabello.
"Lasciami. Sono venuta solo a portarti i tuoi soldi." rispose Cami indietreggiando nella speranza che la lasciasse.
Speranza vana,Gabriel non le permise di allontanarsi,anzi la tirò più vicina a se.
"Quei soldi sono tuoi. Hai lavorato e ti ho pagato. Sono giorni che li rimandi indietro."
"Io non mi faccio mantenere chiaro? Non voglio i tuoi stupidi soldi. Nell' ultima settimana non ho fatto niente . Perché dovresti darmi così tanto? E comunque non li voglio. Non voglio la pietà di nessuno." sbottò contorcendosi per liberare il polso.
"Smettila non voglio che ti fai male" la rimproverò lui.
"E allora lasciami maledizione!" stava lottando per cacciare indietro le lacrime e per non chiedergli di abbracciarla perché nelle sue braccia si sentiva sicura.
E in quel momento ne aveva un dannato bisogno.
Gabriel sospirò.
Non voleva farle male e allo stesso tempo non voleva lasciarla andare,voleva parlare con lei.
"Ascolta io ti lascio,prometti che non scappi? Prometti che mi fai parlare?" le chiese guardandola e lottando contro se stesso per non abbracciarla.
"Allora? " domandò cauto.
Cami assentì,l'importante era che le lasciasse il braccio poi mantenere la promessa se ascoltarlo o no sarebbe stato irrilevante perché non ne aveva la benché minima intenzione.
Gabriel mollò lentamente la presa senza però smettere di guardarla negli occhi, Cami si massaggiò il braccio e fece un passo indietro, poi si girò per andarsene ma Gabriel la sorprese scattando veloce stringendola contro di se cingendola con le braccia.
"Non mi scappi ,devi ascoltarmi..." mormorò nell'orecchio di Cami con voce suadente che le dava scariche da mille watt.
Cami deglutì ,aveva la sensazione di stare per svenire,il cuore le batteva furioso e il calore del petto di Gabriel le irradiava la schiena dandole pace e conforto come se era lì che doveva stare e questo la intimoriva.
"Va ..va bene..ma la lasciami" gli chiese con voce tremula.
"No, mi dispiace non ti lascio. Saresti capace di sparire come un fulmine e non posso permetterlo. Quindi resterai quì e ascolterai quello che ho da dirti." Fu la risposta che Gabriel le diede,sentiva battere anche il suo cuore e non capiva la ragione.
"Allora non ho tolto niente per l'affitto perché amo quel posto e sono contento che ci stia tu, non lo avrei mai affittato quindi non vedo perché dovresti darmi dei soldi e"
"Tu questo a me non l'hai detto. E poi ci sono comunque altre spese di consumo elettrico e idrico, il gas e" lo aveva interrotto ma non poté terminare perché Gabriel aumentò la stretta e la fece aderire ancora di più al suo corpo.
"Sshhh. Devo parlare io,non mi interrompere ,più mi interrompi più stringo." la sottile minaccia anziché incutere timore in Cami la fece arrossire ancora di più,sentiva che le orecchie stavano per incendiarsi e lui che le parlava a un millimetro da una di esse peggiorava la situazione.
"Dicevo, non devi preoccuparti dei consumi perché tutto l'immobile è collegato ad un unico impianto quindi non saprei certo cosa chiederti e poi ogni mattina mi prepari un dolce per la colazione e a me va bene così."
"Ma" tentò di replicare Cami e le braccia di Gabriel si strinsero ancora e ancora di più il cuore galoppava come uno stallone libero nella prateria.
"Non mi dispiace stringerti quindi continua pure se vuoi." Le disse Gabriel annusandole la base del collo.
Cami scosse la testa e sentì Gabriel sorridere,effettivamente non dispiaceva neanche a lei.
"Ora posso continuare? Dove ero rimasto? Ah si , sei perfetta con i clienti e ci sai fare con i ragazzini che trovano milioni di scuse per non mangiare,come se non bastasse ormai tutti i miei clienti sono abituati alla tua presenza e"
"E allora perché diavolo mi hai tenuta quì seduta a non fare nulla?" Sbottò Cami, nonostante consapevole che la stretta sarebbe aumentata.
Ma stavolta Gabriel la stupì ,aprì le braccia e la lasciò andare,in quel momento Cami si sentì vuota e dannatamente esposta.
Si girò e mise della distanza tra loro, Gabriel ne fu addolorato ma non lo diede a vedere.
"Ascolta Cami tu non conosci noi uomini e non sai di cosa siamo capaci, perlomeno sai che alcuni sono capaci di atroci oscenità ,altri invece pur di portarti a letto ti giurerebbero amore eterno anche sulla loro defunta madre. Quella sera al tavolo di Carl c'era un tipo ...si insomma voi donne potreste trovarlo carino, ecco lui mi chiese se eri impegnata perché aveva intenzione di invitarti a uscire con lui. Ho cercato di evitarti una delusione,quello è il classico tipo che cambia le donne come cambia le mutande. È per questo che ti ho fatto scendere giù, volevo spiegartelo già quella sera e poi non c'è stato più modo. Ecco adesso sai tutto. Puoi odiarmi,gridarmi contro e tutto quello che vuoi ma ti prego non te ne andare."
Sembrava un bambino beccato a fare una marachella ,aveva l'aria stanca di chi non aveva dormito molto.
"Gabriel ti ho già detto che stavo in istituto non in un convento di clausura. Non avrò molta esperienza ma di certo non sono nata ieri. Penso che tu abbia sbagliato e anche molto, ti picchierei guarda. Mi hai fatto passare l'inferno su quel dannato sgabello ,non hai la benché minima idea di quanto io lo odi, dovevi farti i fatti tuoi. So come comportarmi con i tipi come quello e più di una volta durante la serata mi è venuta voglia di rompergli una bottiglia in testa. Ma molte volte ignorare è più semplice,non avrei mai accettato di uscire con lui. Poi carino! Se ti piacciono i tipi pieni di boria che credono che la bellezza e un posto di lavoro di rispetto siano il biglietto da visita per conquistare una donna ..." rispose facendo spallucce, effettivamente lei si era accorta degli sguardi lascivi di quel tipo imbalsamato ma non gli aveva prestato molta attenzione.
"Quindi sono perdonato? Torni quì?"
Le chiese mostrandogli un sorriso da conquista.
Cami decise che doveva soffrire anche lui come aveva sofferto lei.
"Gabriel mi dispiace ma non credo possa funzionare,insomma ogni volta è un problema diverso. Non lo so,forse è meglio se vado altrove e trovo un altro lavoro." disse seria guardandolo mentre la sua espressione cambiava.
Aveva già deciso che sarebbe tornata anche perché le piaceva lavorare lì ,inoltre non poteva approfittare ancora dell'ospitalità di Jake e Helen,però stavolta le cose sarebbero cambiate.
"Va bene. Come vuoi. Vuoi che ti faccia una lettera di referenze?"
Le chiese Gabriel rammaricato,maledicendosi per la sua stupidità. Proprio lui che era sempre stato scaltro e furbo,proprio lui che era andato via dal porto sicuro della sua casa per dare vita al suo sogno. Era stato così stupido da perdere una collaboratrice eccezionale.
"Veramente preferirei un abbraccio se è possibile" chiese imbarazzata, non sapeva come Gabriel avrebbe reagito alla richiesta.
"Ok. Se vuoi posso chiamare un mio amico e chiedere...scusa che hai detto?" le chiese incredulo.
Cami diventò porpora.
"Ehhm ,in istituto c'era sempre Tommy o Peter o altri che mi abbracciavano quando ero un po' giù, ora.. bhe ecco ..." si guardava la punta dei piedi e si torturava le dita delle mani.
Gabriel registrò in quel momento quello che gli stava chiedendo e allargò le braccia.
"Vieni quì" disse.
E per Cami furono le parole più belle che avesse mai sentito, si avvicinò e si lasciò stringere tra le forti braccia.
Restarono abbracciati in silenzio ad ascoltare i battiti dei loro cuori.
Quando Cami lentamente si staccò da lui a Gabriel sembrò di aver perso un pezzo di se.
"Sia chiaro, non mi terrai più segregata in cucina a meno che non mi fai fare qualcosa, non prenderai decisioni a posto mio e ....non vuoi che torni solo per i muffin vero?" gli chiese guardinga.
Gabriel scoppiò a ridere e scosse la testa contento.
"Veramente avrei un altra carta da giocare" le disse ammiccando.
Cami lo guardò incuriosita e incrociò le braccia aspettando che lui parlasse.
"Cosa ne pensi di diventare la mia personale pasticcera? Mi piace la tua idea del dolce nel menù di Stanton è un po' che ci sto pensando e..."
Non finì di parlare che Cami lanciò un grido di gioia e gli saltò addosso abbracciandolo forte.
"Oh mio dio ,oh mio dio. Si.si.si. mille volte si."
L'esplosione di gioia di Cami fece ridere di gusto Gabriel che non si perse l'occasione di stringerla nuovamente a se.
Entrambi erano al settimo cielo ma per motivi differenti.
Quella sera a fine serata lavorativa andarono a casa di Jake a riprendere le cose di Cami e Helen non mancò di fare la ramanzina a Gabriel e riempì di consigli e ammonimenti Cami.
"Sono delle belle persone, sei fortunato ad avere amici come loro."
Disse Cami quando finalmente riuscirono a sfuggire alle grinfie di Helen.
"Si anche se a volte Helen esagera un po'." fece Gabriel fermandosi a un incrocio.
"Fa così perché ti vuole bene, secondo me sarebbe una madre perfetta. Il destino è proprio ingiusto, in istituto ci sono tanti bambini che hanno bisogno di una mamma e poi ci sono persone piene d'amore come Jake e Helen che purtroppo non hanno figli. Sai avrei voluto consigliargli di andare a Shreveport ma non so come potrebbero reagire ,non li conosco poi così bene da affrontare un argomento così delicato."
Era da tempo che Cami stava pensando a questa probabilità e vivere a stretto contatto per vari giorni con Helen le aveva dimostrato che sarebbe stata una madre eccellente, ma non voleva che si offendessero davanti a una tale proposta.
Gabriel la guardò e le strinse una mano.
"Io credo che tentare non guasta, conosco Jake e Helen da quasi dieci anni,sono stati loro a informarmi che questo stabile era all'asta. Se vuoi possiamo dirglielo insieme e comunque non sono persone che portano rancore,se la tua idea non gli piace non si fanno problemi a dirtelo e l'amicizia che vi lega non viene intaccata anzi diventa più solida. Vedi io credo che alla base di una buona amicizia oltre al rispetto ci sia la consapevolezza di poter essere onesti e accettare sia critiche che consigli." le disse spegnendo il motore.
Scesero dal pick up e portarono le cose di Cami nel seminterrato.
"Senti ti va di venire a vedere casa mia?"le chiese Gabriel impacciato mentre Cami era intenta ad accarezzare con lo sguardo il monolocale.
Ne restò sorpresa e non sapeva se accettare o no, cosa si aspettava lui? E soprattutto cosa era disposta a dare lei? Era tutto nuovo,non aveva idea di come funzionasse e non si spiegava perché la presenza di Gabriel nella sua vita stava diventando così importante.
"Io veramente non lo so." gli rispose altrettanto impacciata.
"Ok ,va ..va bene ti capisco." Gabriel ci rimase male e ovviamente la sua espressione lo fece capire perché Cami si affrettò a spiegare.
"No che non mi capisci, Gabriel io non sono quel tipo di ragazza a cui forse tu sei abituato ecco. Io non so cosa ti aspetti da me una volta che mi hai fatto vedere casa tua."
Ecco era stata onesta come lui voleva.
" Cami io non mi aspetto niente, volevo solo mostrarti casa mia. Tranquilla che non ti salterò addosso appena chiusa la porta,potrei farlo anche qui ti pare? Ma non fa niente non ci pensare."
Si stava congedando e Cami nonostante fosse rimasta un po ferita dalle sue parole fremeva perché voleva vedere casa sua,era curiosa.
"Va bene allora,certo se l'invito è ancora valido..." gli disse prima di pentirsi .
Gabriel accennò un sorriso e le fece cenno di seguirlo.
Cami credeva che in qualche modo che lei non capiva alla casa di Gabriel vi si accedeva dalla cucina perché non lo aveva mai visto uscire da lì,invece restò sorpresa quando passarono sulla passerella davanti alle grandi vetrate del ristorante e sull'altro lato dell'immobile c'era una lunga scala che portava a un enorme portone in legno massiccio.
"Tu entri da qui?" chiese meravigliata stringendosi nella felpa,anche se era quasi aprile ancora faceva freddo.
"Bhe non sempre ,il più delle volte entro direttamente dalla cucina,non hai visto l'ascensore?"le rispose Gabriel divertito dalla sua faccia stupita.
"Gabriel non prendermi in giro, wow !cavolo che bello" restò estasiata dalla magnificenza del salone ,era enorme con vari divani un camino e un muretto che fungeva da piano bar con faretti dorati e separava il salone dalla grande e spaziosa cucina.
"Oh mio dio è ....è....oh santo cielo guarda che vista ,quello è l'Empire State? "
Sembrava una bambina a fantasilandia ,dove tutto quello che vedi ti lascia a bocca aperta.
Gabriel la guardava divertito, era in assoluto la prima donna oltre quelle della sua famiglia a portare in casa,neanche Roxanne ci era mai stata nonostante le innumerevoli volte in cui erano usciti non aveva mai voluto portarla a casa ,aveva sempre preferito un albergo, era impersonale e non lasciava spazio a illusioni.
Con Cami era diverso, voleva assolutamente vederla in casa sua, si rese conto che avrebbe voluto fare anche tante altre cose con lei ma doveva andarci cauto.
"Ti piace?" le chiese.
"Stai scherzando? No dico ma hai visto questo posto? Non ci posso credere hai il distributore di caramelle? E questo? Oh mio Dio non mi stavi prendendo in giro hai sul serio l'ascensore." si spostava da una parte all'altra nell'enorme spazio che la circondava con un certo fervore ma sempre con la stessa innata eleganza,sembrava una ballerina che camminava sulle punte.
"Certo che l'ho visto ,ci abito quì" rispose Gabriel divertito.
A queste parole Cami arrossì e prese a torturare la stringa della felpa grigia che indossava.
"Bhe veramente devo confessarti una cosa però prometti di non ridere."
fece seria guardandolo di sottecchi.
Lui incrociò le dita e alzò solennemente la mano destra.
"Ok. Ero convinta che dormissi in cucina. Ho anche girato un po ovunque in cerca del letto ma...ehi avevi promesso di non ridere" disse imbronciandosi quando Gabriel scoppiò a ridere.
"Scusa scusa hai ragione ma è che è troppo buffo. Dove avrei dovuto dormire secondo te nella dispensa o sul ripiano delle pentole? E in tutto questo non hai mai notato la porta dell'ascensore?"
Rispose lui asciugandosi gli occhi.
"Dai vieni con me" le disse facendole segno di seguirlo.
Oltre il grande salone e l'enorme cucina c'erano una stanza per gli ospiti con bagno, due stanze vuote non ancora finite ,altri due bagni e la stanza patronale con bagno adiacente.
"Ecco dove dormo. Non avrei mai creduto che eri convinta che dormissi in cucina." Disse tornando a ridere.
"Ancora. Smettila !" lo ammonì Cami unendosi alla sua risata.
"Hai una casa favolosa Gabriel. È davvero molto bella, sia nella composizione che nella scelta dei mobili. Ti ha aiutato qualcuno?"
Era curiosa di sapere quante donne erano passate in quella camera dal design classico e imponente, nonostante il piumone fosse sui toni del marrone e beige la stanza non dava l'impressione di essere scura.
"Avevo le idee piuttosto chiare su quello che volevo, ho trovato un architetto quì a New York che ha seguito le mie direttive e ha fatto un buon lavoro. Sai molti mobili e anche il marmo vengono dall'Italia. Lui è italiano quindi ha saputo consigliarmi in base alle mie richieste." le spiegò.
Cami continuò a guardarsi intorno con interesse ,ma si mordeva la lingua ,altrimenti avrebbe chiesto quante donne avevano dormito in quel letto oversize.
Aprì la porta che dava sul bagno e restò affascinata,tutto quanto gridava lusso. La doccia poteva ospitare anche tre persone insieme ,il doppio lavabo era realizzato in marmo ed era non più profondo di quindici centimetri sovrastato da un intera parete a specchi.
Asciugamani candidi erano poggiati sulle mensole e sui puff e tre gradini portavano alla vasca idromassaggio.
Cami emise un fischio di approvazione ,il bagno era grande quanto la sua stanza dell'istituto.
"Sono contento che ti piaccia,questo vuol dire che ho fatto un buon lavoro. Adesso ti va di provare l'ascensore?"
La proposta di Gabriel fece brillare gli occhi a Cami, non aveva mai provato l'ascensore,in istituto c'erano solo scale,infinite scale.
Lo seguì fino alla porta dorata che dava tra la cucina e il salone e attese che le porte si aprissero.
Ma quando fu il momento di entrare fu presa dal panico.
Nonostante fosse luminoso,confortevole e con la moquette era sempre un luogo piccolo, stretto, claustrofobico e soprattutto sospeso.
"Bhe non entri?" le chiese Gabriel guardandola.
Vedendo che era piuttosto titubante la prese per mano e la tirò dentro,dalla presa forte che lei gli ricambiò Gabriel capì che aveva paura.
E lui era più che contento di essere la sua ancora ,gli piaceva che lei avesse bisogno della sua presenza.
Quando arrivarono giù pochi secondi dopo ,Cami sospirò di sollievo e Gabriel la lasciò andare a malincuore.
"Ecco perché non ho capito che era un ascensore, insomma voglio dire chi dipingerebbe pomodori e zucchine sulla porta di un ascensore?"
Esclamò Cami quando le porte si chiusero, non aveva mai capito perché avesse quel dipinto in cucina ora lo sapeva.
Era piuttosto tardi e nessuno dei due aveva intenzione di andare a dormire ma comunque si salutarono e andarono nelle rispettive abitazioni.
Ognuno di loro con i propri pensieri ,sogni e desideri.

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