Delusioni

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Non posso crederci, ditemi che è un incubo! no, non può essere vero!, in questo momento tutti lo staranno leggendo, cosa pensaranno i miei genitori, i miei amici tutta la Francia?, al diavolo tutti devo chiamare Anthony è l'unico che ha bisogno di spiegazioni, è l'unico a cui voglio chiedere scusa per averglielo fatto scoprie in questo modo terribile. Nel momento in cui penso di chiamarlo sento squillare il mio telefono, ansiosa guardo il nome sullo schermo: ANTHONY.

-pronto?- dico con voce colpevole e provata,

-vieni da me dobbiamo parlare- risponde con voce dura, non riesco a  rispondere che aveva già messo giu.

Arrivo in un batter d'occhio sotto casa di Anthony, ci metto qualche minuto prima di prendere il coraggio di citofonare, - si chi è?- domanda il maggiordomo - Sono la signorina Masson- , -ah si le apro subito signorina-.

Prendo l'ascensore e cerco di preparami qualche discorso prima di giungere all'ultimo piano, non mi viene in mente nulla , dannazione!. 

La porta già aperta, la rachiude il maggiordomo alle mie spalle una volta entrata , - prego signorina Masson, da questa parte - dice indicandomi la strada per il salotto , - il signorino sta arrivando - aggiunge, gli faccio un cenno con il capo e lo ringrazio.

Dopo qualche minuto arriva Anthony , sguardo glaciale, scuro in volto , tra le mani tiene uno scatolone, me lo poggia davanti senza rivolgermi parola, mi affaccio sporgendomi per vedere cosa contenga , noto i miei regali, foto, lettere di 2 anni, inziano a scendere le lacrime sul mio volto, so quanto l'ho fatto soffrire, quanto l'ho fatto stare male, non lo merita, sono stata orribile !. Con coraggio alzo il mio sguardo cercando i suoi occhi e l'unica cosa sensata che riesce ad uscire dalla mia bocca è..- scusa! non meritavi tutto questo , tante volte ho pensato di dirtelo ma non trovavo mai il modo sapevo ti avrei fatto soffrire, ma scoprirlo così è stato peggio- dico tutto d'un fiato, lui sta zitto per un momento e poi mi urla - COME HAI POTUTO FARMI QUESTO?!? - e continua ,questa volta con voce più bassa - mi fadavo di te, avrei fatto tutto per te e tu mi ripaghi in questo modo?. Non ti riconosco più Sophie, non sei più la stessa -, così, facendo un respiro profondo per trattenere le lacrime, inizio a parlare - hai ragione, hai tutte le ragioni ma ti prego credimi non l'ho fatto di proposito, e devi sapere che avevo deciso di chiudere a prescindere dalla presenza di quel ragazzo, Anthony, tra noi non c'era più la passione, il fuoco o forse non c'è mai stato, ci siamo messi insieme perchè spinti dalle nostre famiglie - mentre parlo le lacrime escono bagnandomi il viso.

-Voglio sapere chi è, voglio sapere chi è quel ragazzo che hai baciato!- tuona all'improvviso Anthony,

- non importa, non cambierebbe le cose -

- voglio saperlo , ne ho il diritto , lo conosco?-,

così rassegnata decido di dirglielo - è Eric , fa parte del gruppo che da poco si è trasferito alla Tour-

-proprio lui ti sei andata a scegliere? che stupida !. Quello le ragazza le colleziona sei solo una delle tante, illusa!- , ... - ora vattene da casa mia non voglio più vederti!- , così mi alzo senza dire una parola prendo lo scatolone e me ne vado.

Chiusa in ascensore scoppio in un pianto lungo e disperato. Arrivata a casa cerco di defilarmi e chiudermi subito in camera per evitare qualsiasi discussione con i miei genitori, ma ...-ci hai deluso Sophie, cosa ti è saltato in mente?- disse mio padre con aria delusa, - papà non ho voglia di parlarne ,ma soprattutto non sono cose che vi riguardano, l'unico a cui dovevo delle spiegazioni era Anthony!- mi volto con passo veloce e mi chiudo in camera.

Non riesco a respirare, mi manca l'aria, devo trovarlo devo vederlo, quindi decido di uscire di casa e vado  al diciassettesimo nord ovest, sono certa di trovarlo li, tutti i delinquenti di Parigi frequentano quel posto.

Prendo la macchina e a grande velocità percorro le strade di Parigi. Una volta arrivata chiedo di lui a qualche persona, mi limito a descriverlo o fare il suo nome non sapendo neanche il suo cognome.

Finalmente dopo 20 minuti di ricerca un ragazzo, mi dice - ah si Eric Jean, si trova in quel locale alla fine della via- , -grazie mille- rispondo ansiosa di vederlo.

Appena entrata, riconosco la sua figura di spalle, sta bevendo qualcosa al bancone, lo vedo parlottare con un tipo animatamente e quando avvicinandomi lo tocco su una spalla per chiamarlo, si volta e con gli occhi stupiti esclama - Sophie! che ci fai qui? - , -ti devo pa...- non riesco a concludere la frase che mi trascina fuori e mentre camminiamo velocemente una volta usciti dal locale, si blocca di colpo e fa - come ti viene in mente di venirmi a cercare in questo posto?- urla, ma quando vede il mio viso bagnarsi dalle mie lacrime, con una mano le asciuga delicatamente e mi stringe in un lungo abbraccio dicendomi - ci sono io, tranquilla!-. A quelle parole le lacrime cominiciano ad uscire sempre più velocemente,  tra quelle braccia sarei rimasta per sempre.

Eric fondamentalmente è uno sconosciuto per me e non so cosa sarebbe succeso da quel momento in poi, ma so solo di voler rimanere avvolta dal calore di quel corpo e da quel profumo per l'eternità.

La ragazza della Tour EiffelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora