Questione di feeling

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Sono passati 3 giorni da quando Eric è tornato a Parigi, ho provato a chiamare e a mandare messaggi, ma niente, mai nessuna risposta.

Ho deciso di tornare per chiarire, lo avrei fatto il giorno dopo la sua partenza , ma erano stati annullati tutti i voli per maltempo, Diana e Christien rimangono per un'altra settimana, mentre Clarissa ancora un mese, invece io appena ho trovato un volo che mi riportasse a Parigi, l'ho subito prenotato.

-Sei sicura di quello che stai facendo? Magari ha bisogno di più tempo, lo conosco da quando siamo bambini e non avrà ancora sbollito la rabbia- cerca di convincermi mio fratello,

-non mi interressa, ho paura che facendo passare troppo tempo la situazioni peggiori- rispondo mentre metto le ultime cose in valigia,

-quanto sei testarda!-.

-se ci fossi stato tu al mio posto, avresti voluto raggiungere subito Diana per chiarire?- dico sapendo di aver toccato il suo punto debole,

-mmm credo di si, va bene! Hai vinto , ma pensa bene a quello che devi dire, lo sai come è fatto , doserà ogni parola che gli dirai- ,

-si diciamo che ho un mente un mezzo discorso che sicuramente scorderò quando lo avrò di fronte-.

Finalmente sono in aeroporto, saluto le mie amiche e mio fratello e dopo gli ultimi controlli prendo posto in aereo.

Fortunatamente il sedile accanto al mio è libero, almeno posso rilassarmi senza la paura di disturbare il vicino, il viaggio sarà lungo e ho bisogno di dormire. Mi lascio cullare dalla musica del mio ipod, chiudo gli occhi e mi addormento.

-Scusi, acqua o aranciata?-,

-mmm?-,

-Mi dispiace disturbarla, ma stiamo passando le bevande per la cena, acqua o aranciata?- mi domanda di nuovo l'hostess,

-aranciata grazie- dico ricomponendomi,

-ecco a lei-.

Guardo l'ora e noto che ci vogliono altre cinque ore, questo viaggio sembra duarare un'eternità, mentre soresseggio la mia aranciata...

-dopo essere svegliati così, credo che l'aranciata gliel'avei tirata se fossi stato al posto tuo-,

mi giro verso l'altra fila di sedute in direzione della voce e noto un ragazzo sui 26/27 anni, biondo, occhi chiari e un bel sorriso indirizzato propio a me, è francese e mi sembra di averlo visto già da qualche parte,

-si diciamo che non amo essere svegliata, soprattutto quando sto dormendo profondamente- rispondo sorridendo,

-si, ho notato- ride,

-che maleducato, non mi sono nemmeno presentato, mi chiamo Damien-,

-Sophie- rispondo stringendogli la mano,

-ho notato che il posto vicino il tuo è vuoto, posso sedermi?-,

ok, se lo faccio sedere potrebbe prenderla come un via libera, se gli dico che sono fidanzata potrebbe rispondermi benissimo che stiamo solo parlando, cosa facciooooo?!?.

-si, siediti-,

appena si alza noto la sua altezza, continuo a scrutarlo per capire dove posso averlo visto prima, la sensazione di conoscerlo non passa, appena si mette vicino a me vengo inondata dal suo profumo, buono, ma forse un po' forte.

-allora Sophie di ritorno da New York, vacanza, lavoro, o cos'altro?-

mmm vediamo come posso metterla, "sai in realtà siamo venuti a New York perchè il mio ragazzo era assetato di vendetta nei confronti dell'assassino di suo fratello, l'abbiamo fatto arrestare e dopo pochi giorni credevo di essere incinta, non l'ho detto al mio ragazzo e ora sono qui che torno a Parigi per rimettere insieme i cocci della nostra storia" forse è una conversazione troppo pesante per uno che conosco da una manciata di minuti, mi limiterò a dire...

La ragazza della Tour EiffelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora